Giorgio Giusfredi: scrivere Dampyr, Zagor e... Tex!
L'autore lucchese racconta il suo lavoro di redattore e sceneggiatore in Bonelli
Buona lettura!
Giusfredi mostra la prima tavola della storia breve di Tex da lui sceneggiata per il Color Tex #12. |
Ciao Giorgio e grazie per l'intervista concessa agli Audaci.
Ciao, ragazzi! Grazie a voi!
Parlaci un po' di te, in modo da presentarti al pubblico più audace che ci sia. Come sei arrivato a fare questo mestiere, quali storie ti hanno influenzato e quali sono i tuoi maestri?
Ci sarebbe così tanto da dire, ma – come dice di solito Alfredo Castelli in questi casi – sarò breve: quando ero piccolo… A parte gli scherzi, taglio corto: sono arrivato in Bonelli rompendo talmente le scatole ai miei maestri che alla fine hanno deciso di provare a farmi fare qualcosa. Prima ho fatto il cuoco per vent’anni. Ho smesso da poco. E ho la fortuna di poter lavorare fianco a fianco con coloro che ho sempre ammirato e stimato, per cui il mio rispetto nei loro confronti sorge ancor prima che sbirciassi il divertente e supereducativo “dietro le quinte”. Graziano Frediani è stato il primo a credere in me e mi ha invitato per la prima volta a Milano alla Sergio Bonelli Editore. Moreno Burattini si è smazzato le prime cose che ho scritto di Zagor. Maurizio Colombo mi ha detto che avrei dovuto sceneggiare e mi ha invitato a farlo aiutandomi e Mauro Boselli mi ha preso come assistente, permettendomi, oltre che di avere un buon lavoro, di poter imparare ogni giorno a scrivere lavorando. Mi ricordo che una volta, quando lavoravo in cucina, uno chef mi disse: “Dovresti essere tu a pagare me per tutto quello che ti insegno e non il contrario!”… Beh, quello chef non aveva ragione, perché io lavavo anche i piatti e spazzavo per terra nel ristorante. Ma se me lo dicessero i miei maestri, probabilmente avrebbero ragione da vendere. Mi hanno preso come un pezzo di ignorante pino e ora sono un pinocchietto della sceneggiatura. Anche se il loro lavoro di pialla e scalpello su di me non è ancora finito.
Qual è la tua opinione sulla funzione comunicativa del fumetto, ieri e oggi?
Se solo penso che i fumetti, e specialmente quelli Bonelli, sono i volumi in generale più letti in Italia e che Mauro Boselli è lo scrittore più letto al mondo insieme a Stephen King, sono certo che la responsabilità di noi autori è alta. Anche come redattori, perché il prodotto deve essere ben confezionato e privo di refusi. Detto questo ci possono essere storie brutte e scappano errori, ma l’audace (eh eh) intento è quello di fare sempre il massimo perché il mio ricordo d’infanzia è quello di essermi formato come lettore proprio grazie ai fumetti e a noi tutti piacerebbe condividere questo ricordo anche con le generazioni future. Una buona società è formata da buoni lettori. E dei buoni lettori formano una buona società. Ora per sdrammatizzare l’enfasi, presuntuosa ed egotica di questa risposta dovrei dire una volgarità, che sarebbe assolutamente nelle mie corde peraltro, ma ve la risparmio… Fate come ci fosse scritta.
Hai avuto l'onore di esordire come sceneggiatore su una serie dalla lunga storia editoriale come Zagor. Che emozioni hai provato?
Grandissima. Ho un tatuaggio sulla spalla sinistra con la scure e il simbolo che Zagor porta sul petto. La storia l’ho scritta con Maurizio Colombo ed è stata disegnata dal compianto maestro Gallieno Ferri, che, per chi non lo sapesse, di Zagor è proprio il creatore grafico, il primo disegnatore del 1961. Ho molti ricordi fantastici, dai lunghi viaggi con il treno regionale verso Milano per discutere con Maurizio. Lui che prima di leggere ciò che avevo scritto, mi interrogava sui caratteristi e gli stuntman degli spaghetti western, affinché io potessi continuare a ricordarmeli anche dopo la sua morte. Alla gentilezza di Ferri, al suo strepitoso lavoro e all’emozione delle tavole originali che portava lui da Recco la mattina presto in redazione, disegnate, come ha sempre fatto, a striscia…
Hai intenzione di ritornare sul personaggio?
Sto scrivendo una storia molto importante per me, che spero sfiori almeno in parte la potenza drammatica che Sergio Bonelli, sotto il “nome de plume” di Guido Nolitta, aveva dato allo Spirito con la Scure. Me la sta disegnando un altro dei miei miti: Mauro Laurenti. E posso dire che il suo lavoro è strepitoso, sta dando il massimo e gliene sono veramente grato!
Il lavoro nella redazione Bonelli ti permette di osservare dietro le quinte la casa editrice di Via Buonarroti. Cosa caratterizza la Bonelli oggi e verso quale direzione si evolverà a tuo parere?
La Casa editrice ha avuto quattro fasi: l’inizio con GL Bonelli, l’inventore di un certo tipo di fumetto avventuroso che ha caratterizzato il secolo e di Tex, poi c’è stata Tea Bonelli, la pubblicazione di Tex è l’impronta editoriale si deve a lei, poi Sergio Bonelli, non occorre che sottolinei quale straordinario Editore egli sia stato, i cui insegnamenti continuo ad apprendere attraverso i miei maestri che sono stati come dei figli per lui. Io sono il primo assunto da Davide Bonelli e ne vado fiero, ma mi dispiace per lui: non so se può vantarsi di me… Comunque anche noi “nuovi” ce la mettiamo tutta per apprendere dai più esperti e gli esperti sono veramente una fonte di sapere editoriale. Anyway Davide ha la sua impronta ed è in puro stile Bonelli, i posteri lo diranno, ma come si suol dire “il sangue non è acqua”. Michele Masiero e Simone Airoldi sono belli pimpanti e incazzati quanto basta per aiutare Davide, come noi tutti, a sostenere e perfezionare quella che di fatto è la migliore Casa editrice italiana per rapporto produzioni/vendite.
Arriviamo al tuo esordio texiano. Una storia breve, nel Color Tex, presentata in anteprima assoluta a Lucca Comics. Com'è andata la realizzazione?
Come con le altre storie: proponendo un soggetto. In realtà l’ho tenuto un po’ di tempo dentro fino a quando Mauro (Boselli, N.d.A.) mi dice che c’è bisogno di una storia per Marco Soldi… Mauro non aveva tempo per scriverla e io sono sempre stato un fan di Marco. Da lì in poi ho iniziato a scrivere sapendo chi era che avrebbe materializzato e filtrato migliorando ciò che avevo in mente.
Hai qualche dietro le quinte succulento da condividere con noi?
Chi leggerà la storia vedrà che c’è un finale particolare (se lo definisco “a sorpresa” sento uno squillo di trombe scordate che mi fanno il verso dietro) quando cercavo di sdoganarlo tramite sceneggiatura ho scritto e riscritto. Mauro, quando commetto degli errori si dispiace proprio come se fosse un fatto personale: mi guarda con quello sguardo con su scritto "PROPRIO TU". E durante una delle revisioni di questo finale, Fabio Civitelli che era presente in ufficio se n’è andato spaventato… Prima di quest’episodio, Civitelli scherzava sulle correzioni richieste da Mauro, ora non lo fa più (o quasi).
Sei soddisfatto dei disegni?
Commoventemente soddisfatto. Chissà se la Crusca mi accetterebbe il termine “disegnoso”, ma quello che voglio dire è che Marco è un maestro che oltre alla bellezza del tratto è molto attento alla narrazione e questo mi ha aiutato a raccontare una storia che non è così banale come può sembrare. O, se lo è, lo è esclusivamente per colpa mia. Grazie, Marco.
Hai già avuto qualche riscontro da colleghi, fan, critica?
Sono preoccupantemente tutti positivi i primi riscontri, quindi non dico nulla in più in attesa delle pernacchie.
Per Dampyr, oltre a scrivere storie sulla serie regolare, lavori in redazione e hai quello che si può definire "il polso della situazione". Che periodo sta vivendo il buon Harlan Draka e come procedono le vendite della testata?
Dunque, il lavoro di editor e di redattore lo svolgo sia su Dampyr che su Tex. Dampyr sta vivendo un bellissimo momento, le vendite sono aumentate nel corso del 2017 (escludendo il crossover, che è stato un successo fuori scala) e anche le storie che vedrete mi rendono orgoglioso. Ovviamente gran parte del merito va agli autori che le hanno realizzate e a Mauro, ma anch'io posso dire di aver stretto qualche bullone qua e là nel marchingegno editoriale e anche che si vedranno cose incredibili nel 2018 e nel 2019. INCREDIBILI.
È vero che in occasione del recente crossover con l'Indagatore dell'incubo le vendite dampyriane sono schizzate alle stelle, nonostante la tiratura fosse già stata aumentata inizialmente?
Ha venduto mostruosamente di più. Non dico il dato perché la Casa editrice non ha piacere che si facciano numeri, giustamente, ma voi immaginate un numero, moltiplicatelo per due e aggiungeteci un quid ottimistico e sarà ancora un numero basso. È stato veramente un successo inaspettato per portata e riscontro di pubblico.
A Lucca è stata annunciata una nuova linea editoriale, Audace, che pubblicherà storie per lettori maturi. Tra gli altri progetti presentati, sono in cantiere nuove storie di Mister No e dello Sconosciuto di Magnus (!) e anche, a sorpresa, una nuova serie intitolata Deadwood Dick tratta dai racconti di Joe R. Lansdale. Sappiamo che vige il più stretto riserbo a riguardo, ma sei in grado di dirci qualcosa?
Vi dico quello di cui sono certo: l’unica cosa che ho letto integralmente è una storia di Landsdale sceneggiata magistralmente da Maurizio Colombo e disegnata da un fotonico Pasquale Frisenda. Pasquale ha fatto le prime tavole che sono mozzafiatanti, incredibili. E la sceneggiatura di Maurizio è galatticamente divertente. Non sto scherzando né sovrastimando!
Quali sono i tuoi progetti futuri e i tuoi sogni?
Intanto mi auguro di migliorare come sceneggiatore e di scrivere delle belle storie per Dampyr e Zagor e in futuro, perché no, anche qualcos’altro di Tex. Poi, chi può dirlo… La bellezza di questo lavoro è che le idee sorgono in qualsiasi momento, a bere la sera, mentre si parla del caso Weinstein o mentre si mangiano arrosticini nella piazza davanti alla tomba di Giuseppe Verdi. È così bello sognarli, i sogni… Forse più di realizzarli. E questo mio momento lavorativo è proprio “il sabato del villaggio” del sogno. Esaltante. Sono carico di grinta come i nostri nonni dopo la Seconda Guerra Mondiale. E approfitto di questo spazio per dire che sto facendo un Dampyr con Alessio Fortunato che, chi lo conosce lo sa, è un bravissimo autore di Dampyr e che sta superando il bellezzometro con delle tavole di una genialità mai vista (giuro: il mio entusiasmo è per dei disegni veramente belli, poi il problema sarà la storia).
Un'ultima domanda, abbi (e abbiate; NDR) pazienza, da parte del nostro collega, il "Fallacissimo" Grullino Biscottacci: "Oh Giorgio, xxxxxxxxxxxx (che tu fai)?"
Allora, io ho conosciuto i volti dei segretissimi “Audaci” tra cui il Sommo Audace e Rolando Veloci che mi sta intervistando. Ma non ho mai visto il mitologico Grullino Biscottacci, premio Oscar per il miglior pseudonimo retorico/gioioso. Ma so da dove nasce questo bislacco nome: sei caduto in una caverna come Batman e dei Biscottacci ti hanno spaventato fino a farti diventare un po’ Grullino, giusto? Che cosa sto facendo, Grullino?... Sto indagando sulla tua identità segreta, in redazione siamo tuoi fan. Parafrasando il Joker di Tim Burton: c’è qualcuno che sa dirmi in che razza di mondo stiamo vivendo dove un uomo si fa chiamare Grullino Biscottacci? ("Un mondo geniale" è la risposta, vedete lo spezzone al secondo 0:22
Parlaci un po' di te, in modo da presentarti al pubblico più audace che ci sia. Come sei arrivato a fare questo mestiere, quali storie ti hanno influenzato e quali sono i tuoi maestri?
Ci sarebbe così tanto da dire, ma – come dice di solito Alfredo Castelli in questi casi – sarò breve: quando ero piccolo… A parte gli scherzi, taglio corto: sono arrivato in Bonelli rompendo talmente le scatole ai miei maestri che alla fine hanno deciso di provare a farmi fare qualcosa. Prima ho fatto il cuoco per vent’anni. Ho smesso da poco. E ho la fortuna di poter lavorare fianco a fianco con coloro che ho sempre ammirato e stimato, per cui il mio rispetto nei loro confronti sorge ancor prima che sbirciassi il divertente e supereducativo “dietro le quinte”. Graziano Frediani è stato il primo a credere in me e mi ha invitato per la prima volta a Milano alla Sergio Bonelli Editore. Moreno Burattini si è smazzato le prime cose che ho scritto di Zagor. Maurizio Colombo mi ha detto che avrei dovuto sceneggiare e mi ha invitato a farlo aiutandomi e Mauro Boselli mi ha preso come assistente, permettendomi, oltre che di avere un buon lavoro, di poter imparare ogni giorno a scrivere lavorando. Mi ricordo che una volta, quando lavoravo in cucina, uno chef mi disse: “Dovresti essere tu a pagare me per tutto quello che ti insegno e non il contrario!”… Beh, quello chef non aveva ragione, perché io lavavo anche i piatti e spazzavo per terra nel ristorante. Ma se me lo dicessero i miei maestri, probabilmente avrebbero ragione da vendere. Mi hanno preso come un pezzo di ignorante pino e ora sono un pinocchietto della sceneggiatura. Anche se il loro lavoro di pialla e scalpello su di me non è ancora finito.
Una giocosa rielaborazione in chiave "redazionale" della cover di Enea Riboldi per Bloodywood (Dampyr #204), albo d'esordio di Giusfredi sulla serie regolare dampyriana (rielaborazione grafica di Roberto Banfi). |
Qual è la tua opinione sulla funzione comunicativa del fumetto, ieri e oggi?
Se solo penso che i fumetti, e specialmente quelli Bonelli, sono i volumi in generale più letti in Italia e che Mauro Boselli è lo scrittore più letto al mondo insieme a Stephen King, sono certo che la responsabilità di noi autori è alta. Anche come redattori, perché il prodotto deve essere ben confezionato e privo di refusi. Detto questo ci possono essere storie brutte e scappano errori, ma l’audace (eh eh) intento è quello di fare sempre il massimo perché il mio ricordo d’infanzia è quello di essermi formato come lettore proprio grazie ai fumetti e a noi tutti piacerebbe condividere questo ricordo anche con le generazioni future. Una buona società è formata da buoni lettori. E dei buoni lettori formano una buona società. Ora per sdrammatizzare l’enfasi, presuntuosa ed egotica di questa risposta dovrei dire una volgarità, che sarebbe assolutamente nelle mie corde peraltro, ma ve la risparmio… Fate come ci fosse scritta.
Grandissima. Ho un tatuaggio sulla spalla sinistra con la scure e il simbolo che Zagor porta sul petto. La storia l’ho scritta con Maurizio Colombo ed è stata disegnata dal compianto maestro Gallieno Ferri, che, per chi non lo sapesse, di Zagor è proprio il creatore grafico, il primo disegnatore del 1961. Ho molti ricordi fantastici, dai lunghi viaggi con il treno regionale verso Milano per discutere con Maurizio. Lui che prima di leggere ciò che avevo scritto, mi interrogava sui caratteristi e gli stuntman degli spaghetti western, affinché io potessi continuare a ricordarmeli anche dopo la sua morte. Alla gentilezza di Ferri, al suo strepitoso lavoro e all’emozione delle tavole originali che portava lui da Recco la mattina presto in redazione, disegnate, come ha sempre fatto, a striscia…
Hai intenzione di ritornare sul personaggio?
Sto scrivendo una storia molto importante per me, che spero sfiori almeno in parte la potenza drammatica che Sergio Bonelli, sotto il “nome de plume” di Guido Nolitta, aveva dato allo Spirito con la Scure. Me la sta disegnando un altro dei miei miti: Mauro Laurenti. E posso dire che il suo lavoro è strepitoso, sta dando il massimo e gliene sono veramente grato!
Una tavola di Mauro Laurenti dalla storia di Zagor in lavorazione. |
Il lavoro nella redazione Bonelli ti permette di osservare dietro le quinte la casa editrice di Via Buonarroti. Cosa caratterizza la Bonelli oggi e verso quale direzione si evolverà a tuo parere?
La Casa editrice ha avuto quattro fasi: l’inizio con GL Bonelli, l’inventore di un certo tipo di fumetto avventuroso che ha caratterizzato il secolo e di Tex, poi c’è stata Tea Bonelli, la pubblicazione di Tex è l’impronta editoriale si deve a lei, poi Sergio Bonelli, non occorre che sottolinei quale straordinario Editore egli sia stato, i cui insegnamenti continuo ad apprendere attraverso i miei maestri che sono stati come dei figli per lui. Io sono il primo assunto da Davide Bonelli e ne vado fiero, ma mi dispiace per lui: non so se può vantarsi di me… Comunque anche noi “nuovi” ce la mettiamo tutta per apprendere dai più esperti e gli esperti sono veramente una fonte di sapere editoriale. Anyway Davide ha la sua impronta ed è in puro stile Bonelli, i posteri lo diranno, ma come si suol dire “il sangue non è acqua”. Michele Masiero e Simone Airoldi sono belli pimpanti e incazzati quanto basta per aiutare Davide, come noi tutti, a sostenere e perfezionare quella che di fatto è la migliore Casa editrice italiana per rapporto produzioni/vendite.
Arriviamo al tuo esordio texiano. Una storia breve, nel Color Tex, presentata in anteprima assoluta a Lucca Comics. Com'è andata la realizzazione?
Come con le altre storie: proponendo un soggetto. In realtà l’ho tenuto un po’ di tempo dentro fino a quando Mauro (Boselli, N.d.A.) mi dice che c’è bisogno di una storia per Marco Soldi… Mauro non aveva tempo per scriverla e io sono sempre stato un fan di Marco. Da lì in poi ho iniziato a scrivere sapendo chi era che avrebbe materializzato e filtrato migliorando ciò che avevo in mente.
Il disegnatore Nicola Rubin gioca con il titolo della storia scritta da Giusfredi per il Color Tex. |
Hai qualche dietro le quinte succulento da condividere con noi?
Chi leggerà la storia vedrà che c’è un finale particolare (se lo definisco “a sorpresa” sento uno squillo di trombe scordate che mi fanno il verso dietro) quando cercavo di sdoganarlo tramite sceneggiatura ho scritto e riscritto. Mauro, quando commetto degli errori si dispiace proprio come se fosse un fatto personale: mi guarda con quello sguardo con su scritto "PROPRIO TU". E durante una delle revisioni di questo finale, Fabio Civitelli che era presente in ufficio se n’è andato spaventato… Prima di quest’episodio, Civitelli scherzava sulle correzioni richieste da Mauro, ora non lo fa più (o quasi).
Una rappresentazione più che ironica del lavoro redazionale (rielaborazione grafica di Roberto Banfi). |
Sei soddisfatto dei disegni?
Commoventemente soddisfatto. Chissà se la Crusca mi accetterebbe il termine “disegnoso”, ma quello che voglio dire è che Marco è un maestro che oltre alla bellezza del tratto è molto attento alla narrazione e questo mi ha aiutato a raccontare una storia che non è così banale come può sembrare. O, se lo è, lo è esclusivamente per colpa mia. Grazie, Marco.
Hai già avuto qualche riscontro da colleghi, fan, critica?
Sono preoccupantemente tutti positivi i primi riscontri, quindi non dico nulla in più in attesa delle pernacchie.
Una tavola di Marco Soldi dalla storia di Tex in uscita nel Color Tex di novembre. |
Per Dampyr, oltre a scrivere storie sulla serie regolare, lavori in redazione e hai quello che si può definire "il polso della situazione". Che periodo sta vivendo il buon Harlan Draka e come procedono le vendite della testata?
Dunque, il lavoro di editor e di redattore lo svolgo sia su Dampyr che su Tex. Dampyr sta vivendo un bellissimo momento, le vendite sono aumentate nel corso del 2017 (escludendo il crossover, che è stato un successo fuori scala) e anche le storie che vedrete mi rendono orgoglioso. Ovviamente gran parte del merito va agli autori che le hanno realizzate e a Mauro, ma anch'io posso dire di aver stretto qualche bullone qua e là nel marchingegno editoriale e anche che si vedranno cose incredibili nel 2018 e nel 2019. INCREDIBILI.
È vero che in occasione del recente crossover con l'Indagatore dell'incubo le vendite dampyriane sono schizzate alle stelle, nonostante la tiratura fosse già stata aumentata inizialmente?
Ha venduto mostruosamente di più. Non dico il dato perché la Casa editrice non ha piacere che si facciano numeri, giustamente, ma voi immaginate un numero, moltiplicatelo per due e aggiungeteci un quid ottimistico e sarà ancora un numero basso. È stato veramente un successo inaspettato per portata e riscontro di pubblico.
A Lucca è stata annunciata una nuova linea editoriale, Audace, che pubblicherà storie per lettori maturi. Tra gli altri progetti presentati, sono in cantiere nuove storie di Mister No e dello Sconosciuto di Magnus (!) e anche, a sorpresa, una nuova serie intitolata Deadwood Dick tratta dai racconti di Joe R. Lansdale. Sappiamo che vige il più stretto riserbo a riguardo, ma sei in grado di dirci qualcosa?
Vi dico quello di cui sono certo: l’unica cosa che ho letto integralmente è una storia di Landsdale sceneggiata magistralmente da Maurizio Colombo e disegnata da un fotonico Pasquale Frisenda. Pasquale ha fatto le prime tavole che sono mozzafiatanti, incredibili. E la sceneggiatura di Maurizio è galatticamente divertente. Non sto scherzando né sovrastimando!
Quali sono i tuoi progetti futuri e i tuoi sogni?
Intanto mi auguro di migliorare come sceneggiatore e di scrivere delle belle storie per Dampyr e Zagor e in futuro, perché no, anche qualcos’altro di Tex. Poi, chi può dirlo… La bellezza di questo lavoro è che le idee sorgono in qualsiasi momento, a bere la sera, mentre si parla del caso Weinstein o mentre si mangiano arrosticini nella piazza davanti alla tomba di Giuseppe Verdi. È così bello sognarli, i sogni… Forse più di realizzarli. E questo mio momento lavorativo è proprio “il sabato del villaggio” del sogno. Esaltante. Sono carico di grinta come i nostri nonni dopo la Seconda Guerra Mondiale. E approfitto di questo spazio per dire che sto facendo un Dampyr con Alessio Fortunato che, chi lo conosce lo sa, è un bravissimo autore di Dampyr e che sta superando il bellezzometro con delle tavole di una genialità mai vista (giuro: il mio entusiasmo è per dei disegni veramente belli, poi il problema sarà la storia).
Una tavola di Alessio Fortunato dal numero di Dampyr in lavorazione. |
Un'ultima domanda, abbi (e abbiate; NDR) pazienza, da parte del nostro collega, il "Fallacissimo" Grullino Biscottacci: "Oh Giorgio, xxxxxxxxxxxx (che tu fai)?"
Allora, io ho conosciuto i volti dei segretissimi “Audaci” tra cui il Sommo Audace e Rolando Veloci che mi sta intervistando. Ma non ho mai visto il mitologico Grullino Biscottacci, premio Oscar per il miglior pseudonimo retorico/gioioso. Ma so da dove nasce questo bislacco nome: sei caduto in una caverna come Batman e dei Biscottacci ti hanno spaventato fino a farti diventare un po’ Grullino, giusto? Che cosa sto facendo, Grullino?... Sto indagando sulla tua identità segreta, in redazione siamo tuoi fan. Parafrasando il Joker di Tim Burton: c’è qualcuno che sa dirmi in che razza di mondo stiamo vivendo dove un uomo si fa chiamare Grullino Biscottacci? ("Un mondo geniale" è la risposta, vedete lo spezzone al secondo 0:22
)
Grazie per la disponibilità e la simpatia, Giorgio. A presto.
Grazie a voi, Audaci! (e a chi si è smazzato la lettura di queste mie ennesime bischerate).
Grazie a voi, Audaci! (e a chi si è smazzato la lettura di queste mie ennesime bischerate).
Rolando Veloci
(con la collaborazione del Sommo Audace e l'intrusione del folle Grullino)