Orfani Sam #6

She-Devil







A volte si guarda indietro e ci si emoziona.
Sono ormai quaratotto mesi che proponiamo senza interruzioni le nostre recensioni su Orfani. Quarantotto mesi che viaggiamo su binari ad alta velocità verso un vortice di emozio riempiamo il nostro blog con poche, futili note sulla serie. E, incredibilmente, voi continuate a leggere affermando che non ci sono più le mezze stagioni. Bene, eccovi accontentati.

[Contiene spoiler, diavoli, attese e pop corn!]

"Sono nato piangendo mentre tutti ridevano e morirò ridendo quando tutti piangeranno."
Jim Morrison

Inutile tergiversare ulteriormente: per il finale di mezza stagione (o di mid season, per dirla con il linguaggio delle serie tv) quei diavoli di Roberto Recchioni e Michele Monteleone hanno tirato fuori un altro di quegli albi fondamentali, uno di quelli da ricordare, da amare senza mezzi termini. Chi pensava che il numero cinque, Duello al sole, potesse essere il punto perfetto per una pausa, il momento giusto per lasciare il lettore appeso alla suspance e ai tanti fili narrativi che attendono di essere uniti, dovrà ricredersi: c'è da esser contenti perché il finale di questa storia è da mozzare il fiato. Attimi di pathos e d'azione si susseguono a momenti maggiormente onirici e intimistici, come nella miglior tradizione della serie.


In queste pagine - realizzate da un nutrito gruppo di firme: Fabrizio Des Dorides, Simone Di Meo, Andrea Accardi e Luca Casalanguida per i disegni e Andres Mossa, Giovanna Niro e Alessia Pastorello per i colori - Sam affronta tutti i suoi demoni, le tante parti della sua anima fragile e turbata e, per mezzo degli interventi apportati su di lei da Marta la Pazza (amica/amante di Ringo e collaboratrice del dott. Fudo), può evolversi ancora e raggiungere una nuova e terrificante forma esteriore. Intanto il suo travaglio interiore resta ancora un mistero solo parzialmente svelato, che ci viene mostrato in tutto il suo dramma nelle tavole di straordinaria fattura di Andrea Accardi, autore ancora una voltacapace di stupirci non solo, superficialmente, per le vistose e dichiarate citazioni al Devilman di Go Nagai, ma anche e soprattutto per l'assoluta drammaticità che traspare dalle sue chine, che ci forniscono libero accesso alla psiche di Sam.
L'ex Mocciosa della prima stagione si cala nel baratro del suo io alla ricerca dell'unico avversario che non riesce ad affrontare e sconfiggere: se stessa. E allora non le resta che prendere coscienza di essere tutto e il suo contrario, di essere scissa irrimediabilmente: da questa nuova consapevolezza risorge, fenice infernale, con nuova linfa e nuova sete. Le splash page sul finire dell'episodio, realizzate da Luca Casalanguida, sono degne di essere ricordate tra le più estreme della storia della Sergio Bonelli Editore, nonché uno dei momenti più terrificanti dell'intera saga di Orfani.


Non ci soffermeremo ulteriormente sulle citazioni, come sempre copiose e interessanti, anche se, a parte il già menzionato Go Nagai, è impossibile non cogliere i riferimenti musicali che spaziano da Jim Morrison al gruppo romano Il Muro del Canto.
La cura del dettaglio psicologico è - a tratti - maniacale (si veda il cambiamento degli occhi di Sam nella sequenza che precede la strage nel laboratorio di Marta la Pazza) e ancora una volta la capacità degli autori di immedesimarsi nei propri personaggi supera limiti che si credevano raggiunti e difficilmente superabili.
Uno degli elementi più affascinanti è osservare come il lungo viaggio intrapreso quarantotto mesi fa ci abbia portato a seguire l'evoluzione di alcuni personaggi, a ritrovarli ciclicamente cambiati eppure in qualche modo ancora fedeli a se stessi. Sam è ancora Sam, ma non è più Sam. Ringo è ancora (in parte) Ringo, ma non è più Ringo. La stessa Juric, personaggio indispensabile nell'economia della serie, torna per essere ancora se stessa pur senza esserlo.
Ringo e RR13 ce la mettono proprio tutta per alleggerire la tensione ma è inutile: questa è una storia intrinsecamente drammatica, carica di dolore e sofferenza. Sam che rinasce in una nuova forma, il Male e la ratio assoluta incarnati che ritornano nella Juric, lo sgretolamento delle illusioni di Petrov e Garland, patetiche pedine senza lungimiranza, Perseo e Andromeda, bambini perduti, orfani da sempre, tra le braccia del "loro" mostro...

Un approccio che ha sempre caratterizzato i sottoscritti audaci è quello di conservare (o quanto meno provare a conservare) un pizzico di fiducia nei confronti del conducente, verso il tizio che ha le mani sul volante e che sin dall'inizio continua a dimostrarti che sa benissimo dove sta andando.
Ecco perché, anche se dovremo aspettare tre mesi per leggere come prosegue questa storia, non ci dispereremo: l'importante, francamente, è godersi la strada.


RolandoVeloci
(con rocambolesche inserzioni da parte del Sommo)




Orfani Sam: Il diavolo in me
NUMERO: 6
DATA: settembre 2017
SERGIO BONELLI EDITORE
COPERTINA: Carmine Di Giandomenico (colori di Giovanna Niro)

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Roberto Recchioni e Michele Monteleone
DISEGNI E CHINE: Andrea Accardi, Simone Di Meo, Luca Casalanguida e Fabrizio Des Dorides
COLORI: Alessia Pastorello, Andrea Mossa e Giovanna Niro








Tutte le immagini: © 2017 Sergio Bonelli Editore.

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