Color Zagor #5
Il Color Zagor in edicola dal 2 agosto scorso è uno di
quegli albi che nessun die hard fan del fumetto italiano - e non solo
delle avventure dello Spirito con la Scure - dovrebbe lasciarsi sfuggire. Sì,
perché si tratta dell'ultima storia disegnata e inchiostrata
(anche se solo per metà) dall'immenso Gallieno Ferri.
Il maestro ligure, spentosi a Genova alla veneranda età di 87 anni, era infatti al lavoro proprio su questa storia che purtroppo non è riuscito a terminare. Quindi è grande l'emozione nel tenere in mano questo volumetto zagoriano policromo: l'ultima tavola di p. 67 è l'estremo atto di una vita e di una carriera dedicata a Zagor, personaggio ideato graficamente dallo stesso Ferri, e di cui l'artista ha realizzato quasi 21.000 tavole!
Il maestro ligure, spentosi a Genova alla veneranda età di 87 anni, era infatti al lavoro proprio su questa storia che purtroppo non è riuscito a terminare. Quindi è grande l'emozione nel tenere in mano questo volumetto zagoriano policromo: l'ultima tavola di p. 67 è l'estremo atto di una vita e di una carriera dedicata a Zagor, personaggio ideato graficamente dallo stesso Ferri, e di cui l'artista ha realizzato quasi 21.000 tavole!
Un record imbattibile ma che non è il solo ad essere stato raggiunto dal
nostro. Moreno Burattini, il curatore della serie, nel suo sentito editoriale,
ci ricorda che Gallieno è stato il più prolifico disegnatore sullo
stesso personaggio della SBE e detiene anche
il record del maggior numero di copertine della stessa serie,
disegnate, mese dopo mese, per ben cinquantacinque anni di fila!
Un eroe egli stesso, quindi, al pari del suo Zagor!
Una presenza enorme, ma mai ingombrante. Un'ombra estesa ma che non ha mai privato della giusta luce gli altri autori che si sono formati alla sua scuola. Pensiamo, tra i tanti, ai bravissimi Gianni Sedioli e Marco Verni, i quali hanno avuto l'onere e l'onore di completare - senza stravolgerne il dettato grafico autoriale a firma Ferri - la storia che stringete tra le mani (Sedioli ai disegni e Verni alle chine). Bisogna affermare che i due disegnatori si sono mossi con una riverente ammirazione e hanno realizzato un lavoro graficamente straordinario, quanto di più ferriano possibile, che ha percorso la sottilissima linea al limite tra il tributo-omaggio e il plagio senza mai sforare nel lato di quest'ultimo.
Una presenza enorme, ma mai ingombrante. Un'ombra estesa ma che non ha mai privato della giusta luce gli altri autori che si sono formati alla sua scuola. Pensiamo, tra i tanti, ai bravissimi Gianni Sedioli e Marco Verni, i quali hanno avuto l'onere e l'onore di completare - senza stravolgerne il dettato grafico autoriale a firma Ferri - la storia che stringete tra le mani (Sedioli ai disegni e Verni alle chine). Bisogna affermare che i due disegnatori si sono mossi con una riverente ammirazione e hanno realizzato un lavoro graficamente straordinario, quanto di più ferriano possibile, che ha percorso la sottilissima linea al limite tra il tributo-omaggio e il plagio senza mai sforare nel lato di quest'ultimo.
Un lavoro d'arte davvero eccellente e commovente (si veda la tavola
finale con il composto e sincero ringraziamento a Ferri) al contempo.
Dicevamo delle copertine. Ormai, da diversi mesi, quelle che prima erano
firmate dal maestro recentemente scomparso sono realizzate dal bravo ma
graficamente lontano Alessandro Piccinelli, il quale - diciamo con
gioia - ha saputo rinnovare l'impronta grafica
delle cover senza tradire lo spirito originario delle stesse.
Abbiamo parlato dei disegni, doveroso omaggio al mitico autore ligure. Ora è il turno della storia.
Come sappiamo, il Color Zagor è l'appuntamento estivo che approfondisce, in albi meravigliosi colorati da GFB Comics con gusto sobrio e mai soverchiante, le vicende di alcuni dei più importanti personaggi della saga zagoriana, si pensi al Capitano Fishleg o al re vichingo Guthrum (la recensione del primo di questi albi è stata recentemente riesumata dai vostri Audaci dopo essere rimasta a lungo nel cassetto, vedi qui).
Come sappiamo, il Color Zagor è l'appuntamento estivo che approfondisce, in albi meravigliosi colorati da GFB Comics con gusto sobrio e mai soverchiante, le vicende di alcuni dei più importanti personaggi della saga zagoriana, si pensi al Capitano Fishleg o al re vichingo Guthrum (la recensione del primo di questi albi è stata recentemente riesumata dai vostri Audaci dopo essere rimasta a lungo nel cassetto, vedi qui).
Il personaggio sul quale si sono accesi i riflettori per quest'estate è
il dottor Metrevelic, figura melanconia di vampire hunter per
antonomasia (è a tutti gli effetti il Van Helsing della serie) e di
esperto di occultismo, dipinta da Ferri su idea di Guido
Nolitta, alias Sergio Bonelli, e che fece il suo ingresso nel Pantheon
zagoriano nel 1972, nell'albo "Zagor contro il vampiro". Allora Zagor,
Cico e il dottor Metrevelic dovettero misurare le loro forza con quelle
di uno dei più terribili nemici mai incontrati
dal Signore di Darkwood, il barone Bela Rakosi. In quest'avventura
faustiana dai toni cupissimi, dalle atmosfere sulfuree, dai contorni
diabolici, che non lascia quasi trapelare per nulla la vena
comico-grottesca del nostro pancione messicano, non c'è un vampiro
a insidiare i nostri amici, bensì un uomo legato a doppio filo al
passato di Metrevelic. E così abbiamo la prima occasione per
approfondire la vita del dottore, il quale fu costretto ad abbandonare
la sua tanto amata regione Balcanica per emigrare nel nuovo
mondo per qualcosa di terribile che riguardava sua moglie Ivana e sua
figlia Aline.
Zagor, se è lecito dirlo, sembra quasi in secondo piano rispetto a
Metrevelic e questo dal nostro punto di vista è un bene: vuol dire che
si tratta di un personaggio così importante che sa farsi giustamente da
parte quando il focus della narrazione è su qualcun
altro. Stesso discorso per le scorribande mangerecce di Cico: il vorace
compagno di Zagor non ha che una piccola manciata di tavole a inizio
storia, prima che il corso della vicenda inizi a prendere una piega
orrorifico-diabolica.
Il bravo Jacopo Rauch sfodera una delle sue storie migliori di sempre e
si dimostra essere una vera colonna portante dell'universo zagoriano e
un autore di razza che riesce a unire nella sua narrazione tutti gli
elementi che concorrono a rendere appassionante
e appassionata una storia. Memorabili i suoi esempi di flash back, che
arrivano al momento opportuno a spezzare la tensione poco prima di un
precoce climax; perfetti gli inserti della storia nella storia e le
spiegazioni che i vari personaggi si scambiano
durante la vicenda. Un racconto polifonico che non sarebbe dispiaciuto
ad Ariosto, a Bachtin e a Dostoevskij. Un altro colpo da maestro di
Rauch è il riconoscimento del villain di turno, il quale in un primo
momento si era mostrato un ospite gentile e zelante
con il trio formato da Zagor, Cico e Metrevelic.
L’antica maledizione è una di quelle storie che non può non piacere ai
fan della serie e che può portarne di nuovi, considerato il suo appeal
fortemente orientato all'horror e al gotico, oltre che all'avventura
classica.
Insomma, un albo davvero imperdibile!
ZAGOR: “L'antica maledizione”
SERIE: COLOR ZAGOR
NUMERO: 5
DATA: agosto 2017
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Jacopo Rauch
RolandoVeloci
SERIE: COLOR ZAGOR
NUMERO: 5
DATA: agosto 2017
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Jacopo Rauch
DISEGNI: Gallieno Ferri e Gianni Sedioli
CHINE: Gallieno Ferri e Marco Verni
COLORAZIONE: GFB Comics
COPERTINA: Alessandro Piccinelli
Per le immagini: © 2017 Sergio Bonelli Editore.