Il ritorno di Brendon: Lola Airaghi e le cover
A realizzare le cover di queste nuove avventure del personaggio troviamo Eleonora Airaghi, detta Lola, già apprezzata autrice (oltre che di Brendon, appunto) di Legs Weaver, Davvero e Morgan Lost. L'abbiamo raggiunta per parlare delle nuove storie di Brendon e per dare uno sguardo dietro le quinte della creazione delle copertine.
Cosa rappresenta per te Brendon?
Brendon è una presenza costante nella mia
testa, oltre a rappresentare l'ideale dell'estetica maschile; il suo
carattere introverso ma presente, è fondamentale. Di lui mi fido
totalmente. Non lo vedo come compagno, ma come un fratello
che sa ciò che voglio e lui è lì a suggerirmelo. Forse saprai che parlo
spesso, mentre lavoro, con le voci che ho nella testa e una di quelle è
la sua. Non è invadente ma, quando appare, sa sempre dirmi la cosa
giusta, spesso riguardante l'atmosfera...
Brendon ha esordito in edicola quasi vent'anni fa. Come è cambiato il pubblico da allora e come sei cambiata tu come disegnatrice?
Il pubblico cresce assieme a noi e le esigenze
di lettura sono inevitabilmente rafforzate dal desiderio di viversi
l'emozione di quegli anni. Nuove storie, con l'intensità di un passato
ricco di favole. Per me le letture di Brendon
sono favole della buona notte con bacio sulla fronte. Ora il bacio
sulla fronte posso anche rinviarlo, ma la favola è sempre ben accolta. I
miei disegni son sempre stati ricchi di particolari, ho dato priorità
spesso ad ambientazione e dettagli che portassero
maggiori informazioni sulla storia e sui personaggi che la vivono. Oggi
il filo che conduce la mia ricerca non si è spezzato, ha solo affinato
l'atmosfera dove le ombre hanno la priorità... Sotto al nero però,
disegno, dettagli e altro ci sono tutti, solo
in ombra.
Sulla prima copertina che hai realizzato anche
l'occhio meno esoterico può notare una certa quantità di simboli. Ti va
di parlarcene? Sappiamo che tu sei un'esperta del simbolismo nell'arte, e
non solo in quella visiva.
Il titolo inizialmente era differente, e doveva
essere L'albero della vita. Con Claudio (Chiaverotti, n.d.r.) ci piaceva render l'idea che
si avvicinasse a qualcosa di esoterico e quale miglior elemento se non
il simbolo può dare una lettura maggiore?
Così abbiamo lasciato essere Brendon, il protagonista per
eccellenza, a rappresentare tutto. Solitamente mi si riconosce per
scegliere immagini con tanti elementi visivi, qui sono tutti
rappresentati nei simboli.
Abbiamo in bella vista, in alto, il simbolo di
Plutone, che può essere affiancato alla trasformazione, trasformazione
della vita alla morte e dalla morte alla rinascita a nuova vita e verso
l'elevazione. Dietro di questo troviamo Giove
in espansione con la sua fiducia a riprendere visibilità (Giove è
associato sia alla grandezza che alla vista, oltre che esaltare la fede,
come fiducia nel credere che tutto è). Al lato destro (quindi verso il
futuro) c'è Mercurio, la comunicazione, e colui
che fa da ponte tra chi fa a chi legge. Vicino a lui alla prima
ramificazione c'è il simbolo del sale e salendo in diagonale troviamo il
simbolo dello zolfo elementi alchemici che danno inizio alla ricerca
dell'essenza. Ognuno
esprime una diversa capacità di trasmutazione della materia: lo zolfo
per la combustione, il mercurio per la plasticità e il sale per la
solubilità. Si tratta dei tre componenti corrispondenti nell'uomo,
rispettivamente, a spirito, anima e materia. Proseguendo
la diagonale, sopra allo zolfo s'intravede un parziale dell'unione
dell'Alpha e dell'Omega (inizio e fine). Nell'illustrazione originale ci
sono anche altri simboli, coperti nella versione definitiva per
esigenze d'impaginazione, quindi lascio che rimangano
non visibili anche nella spiegazione. Ma uno scorcio di Saturno sul
secondo ramo è fondamentale affinché il tempo, parzialmente nascosto,
dia la giusta distanza tra individuo e cosmo. Come ricorda Jung a questo
proposito:
non è tanto “La via che conduce all’Anima richiede pazienza”, bensì “l’Anima è contenuta nella pazienza”.
Infine, la scelta del rosso, elemento attivo e conduttore di vita.
Grazie ai tuoi disegni che pubblichiamo qui possiamo entrare nella tua officina artistica. Quanto lavoro di tipo concettuale c'è a monte, cioè prima di prendere foglio e matita?
Grazie ai tuoi disegni che pubblichiamo qui possiamo entrare nella tua officina artistica. Quanto lavoro di tipo concettuale c'è a monte, cioè prima di prendere foglio e matita?
Totale. È fisiologico: prima deve esistere una
realtà nella mia testa e la devo sentir viva. Solo poi, inizia una
ricerca grazie alla quale trovare il meglio che può rappresentarla.
Com'è collaborare con Claudio Chiaverotti?
Com'è collaborare con Claudio Chiaverotti?
Non mi stancherò mai di rinnovare le totali
stima e sintonia che riscontro nel collaborare con Claudio.
Sceneggiatore ieri, amico oggi, fratello per sempre.
Ringraziamo Lola Airaghi per la consueta gentilezza e disponibilità e vi mostriamo in esclusiva il work in progress della copertina, a partire da un'idea poi scartata e poi con le varie fasi preparatorie della versione finale.
Ringraziamo Lola Airaghi per la consueta gentilezza e disponibilità e vi mostriamo in esclusiva il work in progress della copertina, a partire da un'idea poi scartata e poi con le varie fasi preparatorie della versione finale.
Rolando Veloci & il Sommo
Per le immagini: © 2017 Sergio Bonelli Editore