Il ritorno di Brendon: intervista a Claudio Chiaverotti

Lo sceneggiatore ci racconta il nuovo percorso dell'ultimo Cavaliere di Ventura






Il 19 luglio Brendon tornerà in edicola. Dopo avervi mostrato le prime immagini ufficiali e aver approfondito con Lola Airaghi la realizzazione delle copertine, non potevamo sottrarci dall’interpellare l’ideatore del personaggio, Claudio Chiaverotti, che ha sceneggiato lo Speciale Brendon #14, lavorando in coppia con il disegnatore del primo numero, Massimo Rotundo, e con il contributo ai colori di Arancia Studio.



L'ultima vignetta della serie regolare, ad opera di Chiaverotti e Roi.

Cosa rappresenta per te Brendon?
Brendon è il mio primo figlio ed è la prima proiezione che ho dato di me. Brendon rappresenta la voglia di fuggire, mentre Morgan è un’altra cosa… Brendon incarna la voglia di fuggire lontano ma – come dico sempre –  fuggire da dove? Non si sa... È l’Idea del viaggio, dell’andare… Brendon è libertà, come anche questo Medievo permeato di soprannaturale, di violenza e di magia, anche se non proprio nel senso classico. Brendon è probabilmente la parte di me più generosa… più cazzona e più generosa. Vedrete come in questa nuova storia la sua generosità è grandissima, infinita. Scarlett sta male, ha una malattia del sangue, e lui non accetta che Scarlett possa morire. Brendon è abituato a combattere i nemici a pistolettate, anche a rischio della sua stessa vita. Per un amico lui farebbe qualunque cosa e non può accettare il fatto che Scarlett possa non esserci più. Lei dice a lui e a tutti di dimenticarla, di lasciarla andare ma lui non ci riesce. Per prima cosa prende un medio e lo appende giù dal balcone perché gli dà delle brutte notizie - lui è abituato a reagire così ed è convinto che non sia possibile avere un atteggiamento di sufficienza nel dire delle cose così terribili alla gente. Poiché è Brendon, il cavaliere di ventura, parte in questa storia contro ogni logica e a lui non importa, è disposto – come dice lui – ad affrontare tutti i diavoli esistenti. A lui interessa soltanto trovare una cura nonostante Scarlett gli ripeta di non pensare a lei. Ma Brendon è fatto così e la sua generosità e il suo slancio vitale hanno la meglio, proprio come in Sentieri nel ghiaccio, libro di Werner Herzog. Il grande regista tedesco ha raccontato di avere avuto un’amica ammalata e di aver compiuto una sorta di sacrificio, di rito iniziatico: ha percorso chilometri e chilometri di bosco al freddo per andare da questa donna e quando lui arriva questa sua amica è guarita o almeno questo è il racconto che fa Herzog.
«Perché andare è così doloroso? Mi faccio coraggio da me stesso, perché non c’è nessun altro a farmelo».
E quindi Brendon è tutto questo: è il mio inizio e l’ho voluto raccontare, ci tengo davvero molto a lui. Io lo chiamo impropriamente figlio, ma è un amico con il quale faccio un bel pezzo di strada insieme e quando io sono stanco lui va avanti con il suo cavallo, mentre Morgan se ne sta all’Hopper’s Bar, e poi ci ritroviamo quando ne abbiamo voglia.



Brendon ha esordito in edicola quasi vent'anni fa. Come è cambiato il pubblico da allora e come sei cambiato tu come autore?
È vero. Brendon esiste per i lettori da vent’anni, ma io ci convivo da molto prima se pensi a tutta la fase preparatoria. Com’è cambiato il pubblico? Non c’era internet, non c’era facebook, si leggeva e si vendeva molto di più. Come sono cambiato io come autore?  Non c’era internet, non c’era facebook, perdevo molto meno tempo e vendevo molto di più: Brendon ha iniziato con una tiratura di 125.000 copie, che oggi è una cifra impensabile, anche per un primo numero.

Quali ragioni vi hanno spinto a decidere di realizzare le nuove storie a colori?
Le nuove storie saranno a colori perché sono Speciali e, normalmente, gli Speciali si fanno a colori. Ma c’è una ragione più profonda ed è la seguente: penso che i colori possano davvero esaltare molto il mondo di Brendon. Il colore rappresenta il futuro e quindi credo proprio che sia la scelta giusta. Io, poi, sono molto soddisfatto di come i disegni sono stati colorati in questa prima storia.


Studi di Massimo Rotundo per le nuove armi di Brendon.


Quanto sarà presente la continuity tra le nuove storie?
Una continuty molto serrata la troverete su Morgan Lost, mentre su Brendon le storie saranno autoconclusive. Quindi non sarà una sorta di romanzo a puntate che va avanti di anno in anno. Ci sono dei personaggi della serie, vedi Scarlett e Taddeus, e ce ne saranno di nuovi. Potranno anche passare da un albo all’altro ma spiegherò sempre chi sono e perché sono lì.

Hai qualche anticipazione sulle storie in cantiere e sugli autori coinvolti?
Ci sono già altri speciali in cantiere, alcuni dei quali già scritti. Per ora i disegnatori coinvolti sono altri due: uno è Max Bertolini e l’altro è Cristiano Spadavecchia e poi vedremo, perché ci sono Speciali che aspettano altri autori che attualmente sono impegnati su altri lavori – tipo su Morgan Lost [e speriamo che lo siano ancora a lungo N.D.R.], penso, per esempio, a Val Romeo.


Una tavola dall'albo in uscita il 19 luglio.

Ringraziamo Claudio Chiaverotti e attendiamo di leggere le nuove storie di Brendon.



Rolando Veloci e il Sommo

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