ORFANI: NUOVO MONDO #11
Le sonorità hardcore e le ombre di una rivoluzione
Una volta tanto partiamo dalla copertina. Con questa splendida illustrazione Matteo De Longis, in nomination al Premio Boscarato 2016 del Treviso Comic Book Festival come miglior copertinista, si è davvero superato. Oltre alla finezza grafica della bandiera che copre il logo della testata, facendo coincidere la scritta "Orfani" e la "O" di "Nuovo" con quelle del logo stesso, nella composizione si è ispirato dichiaratamente a La Libertà che guida il popolo (La Liberté guidant le peuple), famoso dipinto di Eugène Delacroix che rappresenta la lotta dei parigini contro la politica reazionaria di Re Carlo X di Francia, ultimo sovrano della dinastia Borbone. Richiamando la rivoluzione del 1830, De Longis ci introduce efficacemente ai temi di un episodio ricco di sfumature e che imprime una decisa accelerata alla storia generale.
[Potrebbe contenere spoiler ma anche no!]
Rosa sta guidando il suo gruppo, che comprende vari prigionieri liberati (tra cui Paul e Nina), nella battaglia contro Jsana Juric (fresca madre del figlio di Ringo). Quella di Rosa è, sotto vari aspetti, una rivoluzione, un modo per affermare dei diritti, per riavere ciò che le spetta. Ma è proprio la natura di questa rivoluzione ad avere un posto di rilievo nella narrazione: Roberto Recchioni delinea un percorso emblematico e ben poco "eroico" in cui i rivoluzionari si trovano a combattere con le medesime armi e modalità dei potenti contro cui lottano. A cosa serve dunque il rovesciamento del potere costituito? Unicamente a far sì che qualcun altro prenda il posto di chi siede nella stanza dei bottoni? I confini tra "giusto" e "sbagliato" si rendono sempre meno distinguibili, come del resto è avvenuto sin troppe volte nella storia dell'uomo (erano iniziati da poco gli anni '70 e già De André nelle sue canzoni si chiedeva che fine avessero fatto le istanze innovatrici che avevano guidato i movimenti del '68). Il dialogo fra Rosa e Ringo (forse l'ultimo?) rivela la contrapposizione tra un'inarrestabile vendicatrice e un eroe tutto d'un pezzo (come quelli di una volta): Ringo prova in extremis a far riflettere la giovane guerriera sul senso della battaglia in corso, ma le loro posizioni sono ormai ben distanti. È un dialogo molto importante e che avrà conseguenze sugli avvenimenti a venire, come quello tra la Juric ed Èmile, in cui la Presidentessa rivela dettagli inediti sugli Orfani e sulle proprie macchinazioni.
Hardcore è il termine inglese usato per descrivere qualcosa di spinto o talvolta estremizzato oltre i limiti. Come titolo calza a pennello per questo undicesimo tassello di Nuovo Mondo, che vede ai testi la sola firma di Roberto Recchioni (come accadeva sempre o quasi nelle prime due stagioni). Lo sceneggiatore romano mette in piedi una storia particolarmente tesa e a tratti drammatica, in grado di condurci efficacemente verso il finale di stagione. Tra le varie citazioni come sempre disseminate, impossibile non soffermarsi, per rimanere in tema, su Do you hear the people sing?, canzone inclusa nel musical de I miserabili ispirato all'opera di Victor Hugo, ma anche sui nomi scelti dalla Juric per i piccoli, Perseo e Andromeda, nomi dal sapore mitologico che celano molto altro.
Passando all'aspetto grafico, dopo vari albi realizzati da disegnatori diversi, per i disegni di questo episodio è stato coinvolto unicamente Giancarlo Olivares, con l'importante contributo di Giovanna Niro ai colori, che esalta sia la freddezza di alcuni passaggi che la concitazione di scene molto forti come quella presente a metà albo (caratterizzata dal rosso fuoco che stride con il blu spento delle pagine precedenti).
Una prova visivamente molto riuscita per Olivares, artista che ci piace seguire anche su Dragonero ma che ben conosciamo dai tempi di Hammer, Lazarus Ledd, Nathan Never e Jonathan Steele. Salta all'occhio facilmente la presenza di ben quattro doppie splash page nelle prime venti tavole, quasi un record. La prima in realtà non è unica ma mostra i due schieramenti in maniera speculare: da un lato Rosa, Vincenzo, Cesar e gli altri e di fronte a loro i soldati inviati da Jsana Juric, che assomigliano incredibilmente agli Orfani della prima stagione (ancora una volta un ribaltamento di prospettiva). A seguire addirittura due doppie splash page consecutive, sempre a sottolineare la concitazione della battaglia, enfatizzata da Olivares anche mediante il frequente uso di vignette orizzontali. Le splash page (singole, eccetto quelle di pag.94/95 con il colpo di scena finale) tornano anche nel resto dell'albo e sono realizzate con particolare cura nella scelta delle inquadrature. Impossibile non citare quella dell'albero delle pene, ennesima reiterazione del leitmotiv recchioniano di un funesto oltretomba, sottolineato dai bordi neri delle tavole.
A chiudere l'albo, un colpo di scena di quelli imprevedibili, foriero di un finale di stagione in cui, come da illuminante tradizione orfaniana, tutto può accadere.
ORFANI: NUOVO MONDO “Hardcore”
NUMERO: 11
DATA: agosto 2016
SERGIO BONELLI EDITORE
COPERTINA: Matteo De Longis
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Roberto Recchioni
DISEGNI E CHINE: Giancarlo Olivares
COLORI: Giovanna Niro
Una volta tanto partiamo dalla copertina. Con questa splendida illustrazione Matteo De Longis, in nomination al Premio Boscarato 2016 del Treviso Comic Book Festival come miglior copertinista, si è davvero superato. Oltre alla finezza grafica della bandiera che copre il logo della testata, facendo coincidere la scritta "Orfani" e la "O" di "Nuovo" con quelle del logo stesso, nella composizione si è ispirato dichiaratamente a La Libertà che guida il popolo (La Liberté guidant le peuple), famoso dipinto di Eugène Delacroix che rappresenta la lotta dei parigini contro la politica reazionaria di Re Carlo X di Francia, ultimo sovrano della dinastia Borbone. Richiamando la rivoluzione del 1830, De Longis ci introduce efficacemente ai temi di un episodio ricco di sfumature e che imprime una decisa accelerata alla storia generale.
[Potrebbe contenere spoiler ma anche no!]
La cover di Matteo De Longis |
"Si sa che la gente dà buoni consigli
se non può dare cattivo esempio..."
Fabrizio De André
Rosa sta guidando il suo gruppo, che comprende vari prigionieri liberati (tra cui Paul e Nina), nella battaglia contro Jsana Juric (fresca madre del figlio di Ringo). Quella di Rosa è, sotto vari aspetti, una rivoluzione, un modo per affermare dei diritti, per riavere ciò che le spetta. Ma è proprio la natura di questa rivoluzione ad avere un posto di rilievo nella narrazione: Roberto Recchioni delinea un percorso emblematico e ben poco "eroico" in cui i rivoluzionari si trovano a combattere con le medesime armi e modalità dei potenti contro cui lottano. A cosa serve dunque il rovesciamento del potere costituito? Unicamente a far sì che qualcun altro prenda il posto di chi siede nella stanza dei bottoni? I confini tra "giusto" e "sbagliato" si rendono sempre meno distinguibili, come del resto è avvenuto sin troppe volte nella storia dell'uomo (erano iniziati da poco gli anni '70 e già De André nelle sue canzoni si chiedeva che fine avessero fatto le istanze innovatrici che avevano guidato i movimenti del '68). Il dialogo fra Rosa e Ringo (forse l'ultimo?) rivela la contrapposizione tra un'inarrestabile vendicatrice e un eroe tutto d'un pezzo (come quelli di una volta): Ringo prova in extremis a far riflettere la giovane guerriera sul senso della battaglia in corso, ma le loro posizioni sono ormai ben distanti. È un dialogo molto importante e che avrà conseguenze sugli avvenimenti a venire, come quello tra la Juric ed Èmile, in cui la Presidentessa rivela dettagli inediti sugli Orfani e sulle proprie macchinazioni.
Hardcore è il termine inglese usato per descrivere qualcosa di spinto o talvolta estremizzato oltre i limiti. Come titolo calza a pennello per questo undicesimo tassello di Nuovo Mondo, che vede ai testi la sola firma di Roberto Recchioni (come accadeva sempre o quasi nelle prime due stagioni). Lo sceneggiatore romano mette in piedi una storia particolarmente tesa e a tratti drammatica, in grado di condurci efficacemente verso il finale di stagione. Tra le varie citazioni come sempre disseminate, impossibile non soffermarsi, per rimanere in tema, su Do you hear the people sing?, canzone inclusa nel musical de I miserabili ispirato all'opera di Victor Hugo, ma anche sui nomi scelti dalla Juric per i piccoli, Perseo e Andromeda, nomi dal sapore mitologico che celano molto altro.
Passando all'aspetto grafico, dopo vari albi realizzati da disegnatori diversi, per i disegni di questo episodio è stato coinvolto unicamente Giancarlo Olivares, con l'importante contributo di Giovanna Niro ai colori, che esalta sia la freddezza di alcuni passaggi che la concitazione di scene molto forti come quella presente a metà albo (caratterizzata dal rosso fuoco che stride con il blu spento delle pagine precedenti).
Una prova visivamente molto riuscita per Olivares, artista che ci piace seguire anche su Dragonero ma che ben conosciamo dai tempi di Hammer, Lazarus Ledd, Nathan Never e Jonathan Steele. Salta all'occhio facilmente la presenza di ben quattro doppie splash page nelle prime venti tavole, quasi un record. La prima in realtà non è unica ma mostra i due schieramenti in maniera speculare: da un lato Rosa, Vincenzo, Cesar e gli altri e di fronte a loro i soldati inviati da Jsana Juric, che assomigliano incredibilmente agli Orfani della prima stagione (ancora una volta un ribaltamento di prospettiva). A seguire addirittura due doppie splash page consecutive, sempre a sottolineare la concitazione della battaglia, enfatizzata da Olivares anche mediante il frequente uso di vignette orizzontali. Le splash page (singole, eccetto quelle di pag.94/95 con il colpo di scena finale) tornano anche nel resto dell'albo e sono realizzate con particolare cura nella scelta delle inquadrature. Impossibile non citare quella dell'albero delle pene, ennesima reiterazione del leitmotiv recchioniano di un funesto oltretomba, sottolineato dai bordi neri delle tavole.
A chiudere l'albo, un colpo di scena di quelli imprevedibili, foriero di un finale di stagione in cui, come da illuminante tradizione orfaniana, tutto può accadere.
Il sommo audace
ORFANI: NUOVO MONDO “Hardcore”
NUMERO: 11
DATA: agosto 2016
SERGIO BONELLI EDITORE
COPERTINA: Matteo De Longis
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Roberto Recchioni
DISEGNI E CHINE: Giancarlo Olivares
COLORI: Giovanna Niro