DYLAN DOG #353
Le storie a fumetti veramente riuscite sono spesso la
combinazione di tante congiunture positive. Un soggetto avvincente e ben pensato. Una sceneggiatura
senza troppi fronzoli, che ti comunichi qualcosa. E poi il disegnatore giusto, in grado di tradurre le parole in immagini.
Il generale inquisitore possiede tutto questo. Un albo appassionante, con cui l'annata di Dylan Dog inizia nel modo migliore possibile.
[Prima che cali il buio in sala, assicuratevi di aver spento il cellulare e di essere immuni agli spoiler!]
Questo episodio contiene in realtà almeno due storie. La prima è
quella di Michael Reeves, regista realmente vissuto e noto per tre film horror cult anni ’60 (La
sorella di Satana, Il killer di
Satana e Il Grande Inquisitore).
La morte di Reeves, a soli venticinque anni, ha connotati bui che la sceneggiatura di
Fabrizio Accatino prova - aggiungendo la giusta dose di fantasia - a ricostruire. Contestualmente nei giorni nostri un crudele e
misterioso uomo chiamato Mister Long tiene d’occhio giovani donne tacciate di essere streghe e fa loro cose indicibili.
Dylan Dog si mette sulle tracce del regista scomparso quasi cinquant'anni fa e nel farlo approfondisce la leggenda del Generale Inquisitore che ha ispirato l'ultimo film di Reeves. La commistione tra elementi realmente accaduti e supposizioni fantasiose funziona e affascina. Accatino si insinua nei meandri di ciò che le biografie omettono, aggiungendo elementi sovrannaturali ma non per forza inverosimili (eccetto per un certo essere infiammato nel finale, elemento volutamente pulp e grottesco).
È vero, la strada di Dylan Dog incrocia spesso quella di
psicopatici assassini. Ma il fatto che questi ultimi provochino orrore vero, ribrezzo, non è comune. Così come è inusuale una caratterizzazione tanto precisa e azzeccata di ogni singolo personaggio: tutti gli elementi sembrano essere piazzati al posto giusto. I personaggi sono interessanti, i dialoghi particolarmente brillanti e si ha la curiosità di vedere come prosegue e si conclude la vicenda.
Dopo aver letto questa storia risulta inequivocabilmente evidente che Fabrizio Accatino ha una marcia in più. Non permette agli elementi potenzialmente meno innovativi della vicenda di prendere il sopravvento, punta invece sul renderla avvincente e densa, giungendo a un finale costruito sui silenzi e reso in maniera straordinaria.
Fabrizio Accatino |
L'autore torinese aveva già
dimostrato nelle sue sceneggiature precedenti di essere capace di toccare le corde giuste e di avere una grossa propensione per l'acuta caratterizzazione dei personaggi. Da La strada per Babenco (indimenticabile storia sognante, magistralmente disegnata da Nicola Mari per l'Almanacco della Paura 2005) alla recente incursione western con Il prezzo dell’onore (uno degli albi migliori de Le Storie, disegnato dal grande Paolo Bacilieri), era evidente la sua capacità di intessere contesti narrativi appassionanti. L'unico rammarico, espresso a livello quasi generale, è sempre stato quello di vedere troppo di rado il suo nome nell'elenco dei credits degli autori. In queste novantaquattro tavole si fa abbondantemente perdonare, riuscendo a cogliere al meglio lo spirito della serie, anche grazie all'interpretazione particolarmente riuscita e appropriata dello stesso Indagatore dell'incubo, finalmente tornato irriverente e umano, e di Groucho, che ci fa ridere davvero.
Dal canto suo, Luca Casalanguida realizza una prova dotata di gran versatilità, in grado di passare con disinvoltura da scene più distese a momenti drammatici e crudi. I grigi da lui usati nei flashback sono particolarmente appropriati e alcune tavole molto evocative, come quella che riassume la biografia del cacciatore di streghe, ispirata all’iconografia dei quadri Seicento ai tempi dell’Inquisizione.
Luca Casalanguida |
Il tratto pulito di Casalanguida, è opportuno ricordarlo, nel 2015 è stato inquivocabilmente tra i
protagonisti della casa editrice di via Buonarroti: come puntualmente riportato
nelle statistiche annuali di Dime
Web, il disegnatore abruzzese risulta secondo in termini di numero di
tavole pubblicate per SBE, superato solo da Marcello Mangiantini*. L'ecletticità e la produttività di Casalanguida non
corrispondono affatto a una perdita qualitativa, anzi. Dimostra
piuttosto di aver raggiunto un giusto equilibrio tra personalità stilistica e capacità di
immergersi nel cuore della serie a cui lavora, per cui tanto di cappello: se questo era l'esordio, non osiamo immaginare fin dove può arrivare!
Chiudendo l’albo, viene inevitabile pensare che è per leggere storie
come questa che ci siamo appassionati ai fumetti.
Il sommo audace
(decimo generale audace)
Illustrazione di Luca Casalanguida |
Manifesto di Casalanguida ispirato all'albo. |
Inevitabilmente, nei titoli di coda, risuona
Scary Monsters (And super creeps) di David Bowie,
citata all'interno dell'albo.
citata all'interno dell'albo.
* Casalanguida ha infatti realizzato lo scorso anno ben tre albi di Lukas Reborn e un terzo di episodio di Adam Wild, senza contare che nel frattempo, in questo inizio 2016, ha già contribuito alla realizzazione del quarto numero di Orfani Nuovo Mondo.
"Il generale inquisitore"
SERIE: DYLAN DOG
NUMERO: 353
DATA: gennaio 2016
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Fabrizio Accatino
DISEGNI E CHINE: Luca Casalanguida
COPERTINA: Angelo Stano