ADAM WILD #15
La conclusione degli intrighi londinesi per
Adam
Si può parlare senza problemi di un numero politico, questo Uomini e cinghiali. Un numero assai complesso che chiude il ciclo londinese inaugurato con Nella giungla metropolitana e continuato con Incendio allo zoo. Inutile dire che i vostri Audaci sono gli unici che avevano capito fin dall’inizio (ci sono quattordici recensioni che lo testimoniano!) quanto questa serie fosse ben impostata, concepita, scritta e realizzata. Con questo numero se ne sono accorti anche vari professionisti del settore i quali, fin dal primo numero, hanno accusato la creatura di Gianfranco Manfredi di mancato approfondimento psicologico dei personaggi e altre amenità.
Senza il rischio di rovinare la lettura a nessuno (i ritardatari si arrangino!) procediamo all’analisi dell’albo, che si dimostra essere uno dei meglio scritti e disegnati (sarà un caso ma quando si incontrano i talenti di Gianfranco Manfredi e Paolo Raffaelli, come già nel numero 6, L’incubo della giraffa, le emozioni non mancano mai!).
Il presente di Adam è – letteralmente, dati i vari scandali di cui si è reso, suo malgrado, protagonista! – di pubblico dominio; molto meno il suo passato e la sua formazione umana e scientifica. Lungo le pagine di Uomini e cinghiali incontriamo il suo antico maestro, sir. Berkeley, il quale ha l’onere di indicare alla Royal Geographical Society (RGS) il futuro presidente, dopo l’arresto per omicidio del professor Webster. Il confronto iniziale tra i due, maestro e allievo, è di quelli che lascia presagire della ruggine pregressa: Berkeley abituato a barcamenarsi tra compromessi e interessi ai quali non ci si può sottrarre, l’altro è un indomabile spirito che ha votato la sua vita alla coerenza, al rifiuto di ogni sorta di intrigo, la sua incapacità di scendere a patti con chiunque…
Illustrazione di Alessandro Nespolino, realizzata per Lucca Comics & Games 2015. |
Ma qual è il motivo dell’invito ricevuto da Adam? Ufficialmente il nostro eroe è stato invitato in una lussuosa tenuta fuori Londra per esprimere un suo parere sul trittico di candidati (ovviamente ognuno dei quali portatore di una visione del mondo differente e contrapposta a quella degli altri) alla presidenza della RGS. Ufficiosamente Berkeley fa in modo di allontanare il suo ex pupllo da Londra: lo distrae dalla rocambolesca evasione di Webster e Manning (geniale colpo di scena: in questo numero Manfredi si è superato!), sulla fine dei quali il conte Narciso Molfetta e la principessa Amina indagano con la sagacia e l’ironia che da sempre li contraddistingue.
La caccia al cinghiale è un momento centrale e rivelatore dell’animo umano dei partecipanti: il vile, l’orgoglioso e l’ingenuo si dimostrano per ciò che sono; su tutti, sopra tutti, si erge Adam, con il suo carisma, il suo coraggio, la sua intraprendenza, la sua forza, il suo intuito… lui sì che sarebbe il presidente perfetto di una società geografica dai nobili ideali e che persegue ancor più nobili fini. Ma il nostro esploratore ha altre missioni da compiere: vite da salvare, guerre da sventare!
Adam è questo, noi l’avevamo capito da subito. Altri si sono svegliati soltanto adesso. Peccato, adesso che si sa che la serie sarà chiusa! Ai posteri l’ardua sentenza…
RolandoVeloci
ADAM WILD: “Uomini e cinghiali”
NUMERO: 15
DATA: dicembre 2015
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Gianfranco Manfredi
NUMERO: 15
DATA: dicembre 2015
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Gianfranco Manfredi
DISEGNI E CHINE: Paolo Raffaelli
COPERTINA: Darko Perovic