Snoopy & Friends – Il film dei Peanuts
Quando sono
andato a vedere il film dei Peanuts, lì per lì sono stato preda di sentimenti
contrastanti: curiosità e paura. Curiosità perché vittima del martellamento
mediatico degli ultimi mesi e trattandosi di un cartone animato sapevo che non
avrei retto a lungo alla tentazione. La paura era tanta, perché i Peanuts… sono i Peanuts!
Strisce fatte di carta e inchiostro, pregne di significati e lezioni di vita
che difficilmente possono essere trasposti in un lungometraggio. I Peanuts
nascono, a mio avviso, per trasmettere rapidamente e in maniera più o meno semplice e ironica un messaggio, una critica sociale o semplicemente una morale. Le
strip sono brevi, non hanno una trama unica che le colleghi tra loro e possono essere
lette in ordine sparso. Non sono però adatte a tutti: secondo me, nonostante disegni accattivanti anche per i più piccoli, sono
rivolte a un pubblico in grado di immedesimarsi nei drammi esistenziali di Charlie
Brown, nella ricerca di sicurezze di Linus o nella brutale sincerità di Lucy! Un
cartone animato di un’ora e mezza circa invece una trama deve avercela, dev’essere di
rapida comprensione per i bambini e contenere la morale fiabesca
che si ritrova in tutti i film del genere.
Non è
ovviamente questo il primo lungometraggio con protagonisti Charlie & co. Ricordo
di averne visto uno da piccolo, ma non ne ero rimasto entusiasta. Un plot molto semplice, personaggi che mi apparivano come appiattiti, privi della loro
caratteristica personalità. Non erano i Peanuts, ecco!
Devo dire invece
che questo film non mi ha lasciato quel senso di amaro in bocca. Insomma, è
vero, mi tocca ammettere che mi è piaciuto!
Ribadisco il concetto che
un lungometraggio non riuscirà mai davvero, a mio avviso, a cogliere le mille
sfumature delle strisce, ma gli autori in questo caso hanno cercato di
mantenersi il più fedeli possibile alle vicissitudini narrate nelle strisce, riuscendo perfino a inserire alcune delle sequenze più famose e
citate. Hanno
ricreato un mondo dove gli adulti, seppur invisibilmente presenti o parlanti
con note di tromba fuori campo, sono assenti. Charlie e i suoi complessi sono al
centro della scena (riuscirà il nostro insicuro e sfortunato eroe a vincere le
sue paure e a dichiararsi finalmente alla “ragazzina dai capelli rossi”? Eh si,
perché c’è anche lei nella storia e per la prima volta le viene dato un volto!). Accanto a
Charlie, il suo inseparabile e fedele brachetto, Snoopy, rappresentante di una
sorta di coscienza fantasiosa del gruppo. Seduto sul tetto della sua cuccia, dà
vita a una storia
parallela prendendo spunto da quello che accade attorno a lui: l’ "Asso della I guerra mondiale" sfida il Barone Rosso per
salvare la patria e l’amore (anche qui per la prima volta diamo un volto alla
brachetta - o è una barboncina? - che ha rubato il cuore del nostro peloso eroe)!
A fianco a
loro Lucy e il suo banchetto "Psichiatric help", Schroeder e il suo Beethoven,
Linus con la coperta e la piccola sorellina di Charlie, Sally, danno corpo alla storia
mostrando che se si riesce a credere a se stessi, se siamo leali e fedeli ai
nostri principi, senza tralasciare i valori dell’amicizia e della famiglia, si
può sognare in grande e arrivare lontano.
Non spoilero
altro, prometto.
Devo solo
dire che, anche se nessuno ci renderà le tanto amate strisce e nessuno riuscirà
a replicare la caratteristica profondità e acume dell’ “umanista secolare”, alla fine i Peanuts fanno parte di me, dalla mia adolescenza ad oggi e non mi
lasceranno mai!
“Decollò col
suo aeroplano ma il Barone fuggì!
Se guardate
su nel cielo sono ancora lì!”
Giorgio
Gaber - Snoopy e il Barone Rosso
Il Pandorso