Life Zero #1
Lo spettacolare scenario horror di Stefano Vietti e Marco Checchetto
Una nuvola senza vento. Al suo arrivo la gente muore, all'improvviso. Una morte che non lenisce alcun dolore, però, visto che chi muore ritorna in vita con il solo scopo di cibarsi di chi è sopravvissuto (se questa è vita...).
A contrastare gli zombie, un manipolo di valorosi. Formazione militare, maschere antigas e armi potenti, si introducono in un carcere alla ricerca del capitano Sharko, il condottiero verosimilmente destinato a condurli fuori dal pantano dell'apocalisse.
Fuori, la neve copre tutto e il sangue scorre copioso...
La frase "Nescis quid vesper serus vehat", scritta col sangue su una tavola di legno inchiodata al portale di una chiesa, non lascia presagire nulla di buono. A livello letterale significa: "Non sai cosa la sera tarda porti". In soldoni, non puoi sapere ciò che ti può capitare fino a stasera. Non è possibile fare programmi di vita perché l'esistenza umana è incertissima e fragile e non possiamo essere certi di alcunché.
Ecco una delle suggestioni di Life Zero, ben poco confortante storia di un team di soldati in un mondo a un passo dall'apocalisse, sceneggiata da Stefano Vietti e disegnata da Marco Checchetto (con il prezioso contributo dei colori di Andres Mossa).
Il progetto, nato un po' per gioco e un po' per amicizia, ha coinvolto Vietti e Checchetto per diversi anni sino al momento in cui, ottenuta da Panini Comics la certezza dell'effettiva pubblicazione, ha assunto i connotati attuali (abbastanza differenti da quelli che aveva in origine). I due autori hanno lavorato al plot insieme, partendo da evidenti suggestioni videoludiche (Resident Evil su tutte) e televisive (The Walking Dead rules!). Una buona idea è stata quella di catapultare il lettore in maniera alquanto veloce nel vivo della storia, in modo da mettere tutte le pedine in campo ed evitare di realizzare un primo albo esclusivamente introduttivo. La sceneggiatura di Vietti, ridotta all'osso, nell'ideazione dei dialoghi tradisce in parte una mancanza di innovatività, nonostante i dialoghi stessi risultino sempre funzionali alla storia e all'incedere da action.
Vero è che una delle attrattive principali della storia è costituita dall'aspetto visivo (senza nulla togliere al buon Vietti, che stimiamo dai tempi di Hammer e abbiamo continuato a seguire su Nathan Never prima e Dragonero poi). La coppia formata dall'incredibile talento di Marco Checchetto per matite e chine e Andres Mossa per i colori suona ormai come una garanzia di qualità: solo questo mese, sempre Panini Comics ha pubblicato storie da loro realizzate in due delle serie Marvel di punta (ossia Avengers World, sul mensile dedicato agli Avengers, e Star Wars: L'Impero a pezzi su testi di Greg Rucka). Checchetto si sbizzarrisce con inquadrature molto cinematografiche, confezionando una descrizione grafica certosina sia degli ambienti che dei personaggi. Basterebbe confrontare le sue tavole attuali con le prime illustrazioni di prova per Life Zero realizzate ormai alcuni anni or sono per rendersi conto della sua costante ed inesorabile evoluzione. Impreziosiscono il tutto i colori vividi, ora vivaci e ora cupi, di Andres Mossa, ormai riconoscibile nelle sue scelte cromatiche.
Pur tenendo presenti i modelli di riferimento e le difficoltà di partenza, sarebbe dunque ingiusto liquidare Life Zero come una semplice versione italica di un tema ricorrente come quello dell'apocalisse zombie. Ci viene infatti presentato uno scenario molto ricco di spunti che non vediamo l'ora di vedere sviluppati e i disegni e i colori hanno caratura decisamente internazionale.
P.S. A questo link trovate anche la colonna sonora di Life Zero, realizzata da Massimo Checchetto e Luca Fattoretto, utile per immergersi completamente nelle atmosfere della storia: http://lucafattoretto.bandcamp.com/album/life-zero-ost
Life Zero
NUMERO: 1
DATA: novembre 2015
Panini Comics
SOGGETTO: Stefano Vietti e Marco Checchetto
SCENEGGIATURA: Stefano Vietti
DISEGNI, CHINE E COPERTINA: Marco Checchetto
COLORI: Andres Mossa
Una nuvola senza vento. Al suo arrivo la gente muore, all'improvviso. Una morte che non lenisce alcun dolore, però, visto che chi muore ritorna in vita con il solo scopo di cibarsi di chi è sopravvissuto (se questa è vita...).
A contrastare gli zombie, un manipolo di valorosi. Formazione militare, maschere antigas e armi potenti, si introducono in un carcere alla ricerca del capitano Sharko, il condottiero verosimilmente destinato a condurli fuori dal pantano dell'apocalisse.
Fuori, la neve copre tutto e il sangue scorre copioso...
La frase "Nescis quid vesper serus vehat", scritta col sangue su una tavola di legno inchiodata al portale di una chiesa, non lascia presagire nulla di buono. A livello letterale significa: "Non sai cosa la sera tarda porti". In soldoni, non puoi sapere ciò che ti può capitare fino a stasera. Non è possibile fare programmi di vita perché l'esistenza umana è incertissima e fragile e non possiamo essere certi di alcunché.
Ecco una delle suggestioni di Life Zero, ben poco confortante storia di un team di soldati in un mondo a un passo dall'apocalisse, sceneggiata da Stefano Vietti e disegnata da Marco Checchetto (con il prezioso contributo dei colori di Andres Mossa).
Il progetto, nato un po' per gioco e un po' per amicizia, ha coinvolto Vietti e Checchetto per diversi anni sino al momento in cui, ottenuta da Panini Comics la certezza dell'effettiva pubblicazione, ha assunto i connotati attuali (abbastanza differenti da quelli che aveva in origine). I due autori hanno lavorato al plot insieme, partendo da evidenti suggestioni videoludiche (Resident Evil su tutte) e televisive (The Walking Dead rules!). Una buona idea è stata quella di catapultare il lettore in maniera alquanto veloce nel vivo della storia, in modo da mettere tutte le pedine in campo ed evitare di realizzare un primo albo esclusivamente introduttivo. La sceneggiatura di Vietti, ridotta all'osso, nell'ideazione dei dialoghi tradisce in parte una mancanza di innovatività, nonostante i dialoghi stessi risultino sempre funzionali alla storia e all'incedere da action.
Vero è che una delle attrattive principali della storia è costituita dall'aspetto visivo (senza nulla togliere al buon Vietti, che stimiamo dai tempi di Hammer e abbiamo continuato a seguire su Nathan Never prima e Dragonero poi). La coppia formata dall'incredibile talento di Marco Checchetto per matite e chine e Andres Mossa per i colori suona ormai come una garanzia di qualità: solo questo mese, sempre Panini Comics ha pubblicato storie da loro realizzate in due delle serie Marvel di punta (ossia Avengers World, sul mensile dedicato agli Avengers, e Star Wars: L'Impero a pezzi su testi di Greg Rucka). Checchetto si sbizzarrisce con inquadrature molto cinematografiche, confezionando una descrizione grafica certosina sia degli ambienti che dei personaggi. Basterebbe confrontare le sue tavole attuali con le prime illustrazioni di prova per Life Zero realizzate ormai alcuni anni or sono per rendersi conto della sua costante ed inesorabile evoluzione. Impreziosiscono il tutto i colori vividi, ora vivaci e ora cupi, di Andres Mossa, ormai riconoscibile nelle sue scelte cromatiche.
Pur tenendo presenti i modelli di riferimento e le difficoltà di partenza, sarebbe dunque ingiusto liquidare Life Zero come una semplice versione italica di un tema ricorrente come quello dell'apocalisse zombie. Ci viene infatti presentato uno scenario molto ricco di spunti che non vediamo l'ora di vedere sviluppati e i disegni e i colori hanno caratura decisamente internazionale.
Giuseppe Lamola
(con la preziosa consulenza letteraria di RolandoVeloci)
(con la preziosa consulenza letteraria di RolandoVeloci)
Variant cover di Marco Checchetto per il n.1 |
P.S. A questo link trovate anche la colonna sonora di Life Zero, realizzata da Massimo Checchetto e Luca Fattoretto, utile per immergersi completamente nelle atmosfere della storia: http://lucafattoretto.bandcamp.com/album/life-zero-ost
Life Zero
NUMERO: 1
DATA: novembre 2015
Panini Comics
SOGGETTO: Stefano Vietti e Marco Checchetto
SCENEGGIATURA: Stefano Vietti
DISEGNI, CHINE E COPERTINA: Marco Checchetto
COLORI: Andres Mossa