Lukas #12 - Recensione
La fine della prima stagione
Doveva combattere fino alla morte.
Per la sua seconda vita.
Lukas Reborn
Con queste parole, che accompagnano in modo didascalico la cover del prossimo numero, Michele Medda ci invita a seguire l’evoluzione del suo ultimo parto artistico: Lukas.
Sul retro dell’albo numero dodici - che chiude la prima e gloriosissima stagione - campeggia aggressivo, minaccioso e - soprattutto – insanguinato il volto del protagonista indiscusso di questa serie. Senza ancora aver nemmeno aperto e sfogliato l’albo, sappiamo quindi che il nostro ridestato preferito ci terrà compagnia anche nella prossima stagione (il cui primo numero arriverà in edicola il 21 marzo). La notizia è di quelle buone.
Dopo aver ammirato l’infiammato e infiammante lavoro dei grandissimi Michele Benevento e Lorenzo De Felici sulla copertina e aver letto Mondi oscuri, il sempre ricco e interessante editoriale di Gianmaria Contro, ci troviamo immersi nel mondo di Lukas.
Un mondo fatto di tenebre, oblio, odio, vendetta e morte (la quale, a quanto pare, davvero non basta!). Un mondo in cui i morti vivono (e la morte è sinonimo di vita eterna terrena, non ultraterrena) e hanno in mano potere decisionale e politico. Un mondo alla rovescia, l’opposto del nostro: così diverso da rappresentarne il riflesso distorto e quindi – quando l’immagine si ferma e si fa chiara – non poi così lontano dal poter essere pienamente il mondo reale.
Di morti viventi, di ridestati – come si chiamano tra di loro – e di mostri ne abbiamo trovati di ogni tipo in un anno e dodici albi (le storie, grazie allo sconfinato talento narrativo di Medda, non si possono contare!): lupi mannari, troll, vampiri, zombie ma anche – e soprattutto, ci fa capire l’acutissimo autore sardo – stupratori, assassini, sfruttatori, trafficanti d’armi e pubblicitari senza anima! I primi i mostri fuori, i secondi i mostri dentro e sta al lettore cercare di compatire i primi o biasimare i secondi.
Non una parola di troppo avrete da noi su quanto trovate nell’albo, come trama e colpi di scena. Fatto sta che Lukas e Andy stanno preparando la loro personalissima resa dei conti contro Madame Belsen (entrambi hanno motivi più che validi per avercela con la mastodontica ridestata) e, armati di tutto punto, si recano al castello per farle visita. Al castello, immerso in una spessa coltre di neve (imperversa una terribile bufera), accade qualcosa che tutto sommato gli Audaci avevano previsto e la riunione del convito dei ridestati si rivelerà per quel che è: un invito a cena della Belsen. Prima di accettare un invito a cena da parte di un ridestato, pensatevi due volte.
Una parte importante della storia è ambientata nel passato. La tecnica del flashback (lo chiamiamo impropriamente così anche se non di flashback si tratta, ma di frammenti confusi, barlumi di memoria, battiti d’occhio, visioni da un cervello che si sta spegnendo) è stata usata in modo davvero mirabile: Medda ha saputo centellinare le tavole dedicate al passato di Lukas con una parsimonia e un rigore tali da completare il puzzle pezzo dopo pezzo, storia dopo storia, albo dopo albo per darci alla fine il quadro completo e terrificante che possiamo ammirare alla fine di questa storia. E il vostro Rolando, mentre scrive, sta maturando una sua teoria che – non avendo tutti gli albi con sé in questo momento non può convalidare, ma si riserva di farlo, un giorno – condividerà con voi: non è che mettendo insieme e in ordine le tavole dedicate al passato di Lukas presenti nei vari numeri della serie viene fuori un virtuale albo completamente dedicato ai trascorsi del protagonista!? Io la butto là…
In quest'ultimo e splendido numero, l’ideatore e scrittore della serie mette insieme tutti i fili narrativi ancora lasciati senza soluzione e, da bravo Ariosto, riesce nell’impresa di portare a termine il suo Orlando Furioso senza perdere (lui!) il senno. La citazione del Furioso è calzante, sì, perché Lukas è un vero e proprio romanzo polifonico in cui trame e sottotrame, storia principale, storie parallele e storie secondarie sono state tenute perfettamente in equilibro e sospese con estrema sapienza e, infine, tutte portate a chiarimento. Nessuna viene lasciata indietro. Tutto si compie. Tutto si capisce (non proprio, lo vedremo in seguito). Tutto si palesa. Anche quello che avevamo tristemente intuito sul passato di Lukas e sul quale avevamo proprio sperato di esserci sbagliati.
Dicevamo che non proprio tutto si capisce: tra quel “non tutto” spicca il fatto che Jordan Black si sia ridestato con un animo diverso rispetto a quello che lo caratterizzava nella sua vita precedente. Senza spoilerare troppo sullo spiazzante finale della prima stagione si può comunque discutere su quanto ormai assodato da mesi: Jordan e Magnus erano coinvolti nel commercio di armi da fuoco, no? Non si trattava proprio di sant’uomini! Quindi perché il nostro, una volta ridestato, si converte sin dall’inizio al bene e opera non solo perché il bene trionfi ma perché il male venga sconfitto? Non è certo per l’amore ora di Zara, ora di Bianca: lui sa già da che parte stare, quale sentiero seguire e non ha bisogno di essere salvato dalla donna demonio (Zara), né dalla donna angelo (Bianca). La prima è l’agnello sacrificale: è Zara a espiare tutte le colpe passate, presenti (e future?) di Lukas, è lei quella che viene torturata a morte da Wilda (vedi albo precedente); la seconda: Bianca è la creatura da proteggere e che continuerà a prosperare proprio grazie ai guadagni sporchi di sangue del vecchio Lukas.
Ai disegni ritroviamo Massimiliano Bergamo dopo il numero 3, Sacrificio, del maggio 2014. A dividere con lui il lavoro c’è Vincenzo Acunzo, all’esordio sulla serie. La coppia funziona alla grande: davvero spettacolari le scene collettive e d’azione (che nel finale all’ultimo respiro abbondano!). Senza parlare della cura dei dettagli e della preparazione degli ambienti esterni: le tavole finali con la neve sono davvero incantevoli. Insomma, ancora un buon lavoro anche dal punto di vista grafico.
E terminiamo l’ultima recensione proprio come avevamo iniziato la prima:
Grazie Michele, di cuore!
(Il grazie è esteso ovviamente a tutti quelli che hanno contribuito alla realizzazione di questa splendida serie, cui gli Audaci hanno avuto il piacere di consegnare il premio di Audace serie italiana 2014)
LUKAS: “Mostri”
NUMERO: 12
DATA: febbraio 2015
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Michele Medda
DISEGNI E CHINE: Massimiliano Bergamo e Vincenzo Acunzo
COPERTINA: Michele Benevento
COLORAZIONE COPERTINA: Lorenzo De Felici
Doveva combattere fino alla morte.
Per la sua seconda vita.
Lukas Reborn
Con queste parole, che accompagnano in modo didascalico la cover del prossimo numero, Michele Medda ci invita a seguire l’evoluzione del suo ultimo parto artistico: Lukas.
Sul retro dell’albo numero dodici - che chiude la prima e gloriosissima stagione - campeggia aggressivo, minaccioso e - soprattutto – insanguinato il volto del protagonista indiscusso di questa serie. Senza ancora aver nemmeno aperto e sfogliato l’albo, sappiamo quindi che il nostro ridestato preferito ci terrà compagnia anche nella prossima stagione (il cui primo numero arriverà in edicola il 21 marzo). La notizia è di quelle buone.
Dopo aver ammirato l’infiammato e infiammante lavoro dei grandissimi Michele Benevento e Lorenzo De Felici sulla copertina e aver letto Mondi oscuri, il sempre ricco e interessante editoriale di Gianmaria Contro, ci troviamo immersi nel mondo di Lukas.
Un mondo fatto di tenebre, oblio, odio, vendetta e morte (la quale, a quanto pare, davvero non basta!). Un mondo in cui i morti vivono (e la morte è sinonimo di vita eterna terrena, non ultraterrena) e hanno in mano potere decisionale e politico. Un mondo alla rovescia, l’opposto del nostro: così diverso da rappresentarne il riflesso distorto e quindi – quando l’immagine si ferma e si fa chiara – non poi così lontano dal poter essere pienamente il mondo reale.
Di morti viventi, di ridestati – come si chiamano tra di loro – e di mostri ne abbiamo trovati di ogni tipo in un anno e dodici albi (le storie, grazie allo sconfinato talento narrativo di Medda, non si possono contare!): lupi mannari, troll, vampiri, zombie ma anche – e soprattutto, ci fa capire l’acutissimo autore sardo – stupratori, assassini, sfruttatori, trafficanti d’armi e pubblicitari senza anima! I primi i mostri fuori, i secondi i mostri dentro e sta al lettore cercare di compatire i primi o biasimare i secondi.
Non una parola di troppo avrete da noi su quanto trovate nell’albo, come trama e colpi di scena. Fatto sta che Lukas e Andy stanno preparando la loro personalissima resa dei conti contro Madame Belsen (entrambi hanno motivi più che validi per avercela con la mastodontica ridestata) e, armati di tutto punto, si recano al castello per farle visita. Al castello, immerso in una spessa coltre di neve (imperversa una terribile bufera), accade qualcosa che tutto sommato gli Audaci avevano previsto e la riunione del convito dei ridestati si rivelerà per quel che è: un invito a cena della Belsen. Prima di accettare un invito a cena da parte di un ridestato, pensatevi due volte.
Una parte importante della storia è ambientata nel passato. La tecnica del flashback (lo chiamiamo impropriamente così anche se non di flashback si tratta, ma di frammenti confusi, barlumi di memoria, battiti d’occhio, visioni da un cervello che si sta spegnendo) è stata usata in modo davvero mirabile: Medda ha saputo centellinare le tavole dedicate al passato di Lukas con una parsimonia e un rigore tali da completare il puzzle pezzo dopo pezzo, storia dopo storia, albo dopo albo per darci alla fine il quadro completo e terrificante che possiamo ammirare alla fine di questa storia. E il vostro Rolando, mentre scrive, sta maturando una sua teoria che – non avendo tutti gli albi con sé in questo momento non può convalidare, ma si riserva di farlo, un giorno – condividerà con voi: non è che mettendo insieme e in ordine le tavole dedicate al passato di Lukas presenti nei vari numeri della serie viene fuori un virtuale albo completamente dedicato ai trascorsi del protagonista!? Io la butto là…
Studi dei personaggi di Massimiliano Bergamo |
In quest'ultimo e splendido numero, l’ideatore e scrittore della serie mette insieme tutti i fili narrativi ancora lasciati senza soluzione e, da bravo Ariosto, riesce nell’impresa di portare a termine il suo Orlando Furioso senza perdere (lui!) il senno. La citazione del Furioso è calzante, sì, perché Lukas è un vero e proprio romanzo polifonico in cui trame e sottotrame, storia principale, storie parallele e storie secondarie sono state tenute perfettamente in equilibro e sospese con estrema sapienza e, infine, tutte portate a chiarimento. Nessuna viene lasciata indietro. Tutto si compie. Tutto si capisce (non proprio, lo vedremo in seguito). Tutto si palesa. Anche quello che avevamo tristemente intuito sul passato di Lukas e sul quale avevamo proprio sperato di esserci sbagliati.
Dicevamo che non proprio tutto si capisce: tra quel “non tutto” spicca il fatto che Jordan Black si sia ridestato con un animo diverso rispetto a quello che lo caratterizzava nella sua vita precedente. Senza spoilerare troppo sullo spiazzante finale della prima stagione si può comunque discutere su quanto ormai assodato da mesi: Jordan e Magnus erano coinvolti nel commercio di armi da fuoco, no? Non si trattava proprio di sant’uomini! Quindi perché il nostro, una volta ridestato, si converte sin dall’inizio al bene e opera non solo perché il bene trionfi ma perché il male venga sconfitto? Non è certo per l’amore ora di Zara, ora di Bianca: lui sa già da che parte stare, quale sentiero seguire e non ha bisogno di essere salvato dalla donna demonio (Zara), né dalla donna angelo (Bianca). La prima è l’agnello sacrificale: è Zara a espiare tutte le colpe passate, presenti (e future?) di Lukas, è lei quella che viene torturata a morte da Wilda (vedi albo precedente); la seconda: Bianca è la creatura da proteggere e che continuerà a prosperare proprio grazie ai guadagni sporchi di sangue del vecchio Lukas.
Altri studi di Massimiliano Bergamo per il personaggio di Lukas |
E terminiamo l’ultima recensione proprio come avevamo iniziato la prima:
Grazie Michele, di cuore!
(Il grazie è esteso ovviamente a tutti quelli che hanno contribuito alla realizzazione di questa splendida serie, cui gli Audaci hanno avuto il piacere di consegnare il premio di Audace serie italiana 2014)
RolandoVeloci
LUKAS: “Mostri”
NUMERO: 12
DATA: febbraio 2015
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Michele Medda
DISEGNI E CHINE: Massimiliano Bergamo e Vincenzo Acunzo
COPERTINA: Michele Benevento
COLORAZIONE COPERTINA: Lorenzo De Felici