RAT-MAN #106 - Recensione
The Walking Rat: Quando si muore dal ridere...
Ultimamente le cose si erano fatte decisamente, dannatamente serie (sulla testata Rat-Man Collection, dico... In giro per il mondo, invece, sempre il solito circo…). Fanno ancora male letture come L’ora più buia (Rat-Man Collection #101), Le ombre dei figli (R.M.C. #103) e il recentissimo Lotta nell’abisso (R.M.C. #105), che hanno segnato in maniera indelebile la saga più bella del fumetto italiano, quella del Ratto. Adesso l’immenso Leo Ortolani (al quale il vostro affezionatissimo Rolando può vantarsi di aver stretto la mano per BEN due volte! Eh, sono soddisfazioni! n.d.a.) ha deciso di rallentare un po’ con la continuty e di regalarci una di quelle parodie delle quali è il signore, padrone e maestro incontrastato sotto tutti i punti di vista: ideazione, scrittura, realizzazione e, soprattutto, comicità!
Andrea Plazzi, dal suo dorato pulpito del Sommario, ci annuncia ufficialmente che, quella che abbiamo fra le mani, è una nuova trilogia divisa in sei parti, due per ciascun numero.
Ma, come sempre in Ortolani, la comicità non è mai fine a se stessa o la storia banale, scontata e di facile interpretazione: ancora una volta, l’artista parmense riesce a trovare quel “qualcosa” che dona al suo lavoro un’aura di novità e di interesse al di sopra della media. Per l’occasione Leo ricorre al contrappasso – di derivazione dantesca?! – e fa del suo “Robert De Niro” uno dei tanti morti viventi che camminano sulla Terra. Il protagonista è uno zombie ovviamente un po’ speciale: è forse l’unico che – dotato di raziocinio e di capacità di parlare – si preoccupa di riflettere sulla sua vita e di ricordare e raccontare i fatti ai quali sta assistendo.
Ora, sarà che quando il vostro affezionatissimo ha letto The Walking Rat e ha scritto la recensione si era in piena settimana della memoria, ma queste parole hanno una forza straordinaria. Le leggiamo in un fumetto comico, ok. Le ha scritte Leo Ortolani e meritano rispetto, a prescindere, è ovvio. Ma se le avessimo lette in un libro di storia, in un saggio sullo sterminio degli Ebrei?
Rifletteteci per un attimo… fatto? Capito quanto sia sconfinato il talento di quest’uomo? Capite che si tratta dell’unico artista – davvero novello Dante – che riesce a unire diversi registri (dal comico al grottesco, dallo splatter al colto, dal sublime al drammatico e LUI solo sa quali altri!) per ideare qualcosa di davvero divino? La sua è una commedia umana (ok, in questo caso zombesca) senza’altro degna di affiancare quella del famoso poeta fiorentino: un’opera aperta che è in fieri da oltre vent’anni, con i risultati strabilianti che abbiamo sotto gli occhi!
A che pro farvi l’elenco puntuale delle battute più riuscite dell’albo? Il livello è altissimo e l’umorismo è sempre pungente, alla Ortolani: i luoghi comuni sui film di zombie ci sono tutti (la scena del supermercato e dei morti viventi che spingono è o non è da antologia del fumetto?!), i personaggi di The Walking Dead subiscono lo stesso trattamento eterizzante che hanno subito i protagonisti di altri fumetti o film come 300, Avatar, Harry Potter, Twilight, Star Wars, Il Signore degli Anelli, Rambo, Matrix e il dio Marduk solo sa quante altre meraviglie starò dimenticando! Impagabile, poi, la sequenza di tavole dedicate alle canzoni di Ligabue (già! Neanche il cantautore di Correggio si salva dalla penna al velenosimpatia di Leo!). E che dire di Fetoardo?! No, dai, si sta esagerando: c’è il rischio di rovinare la lettura ai normali…
Sarà! Ma noi, intanto, ci godiamo il nostro Ratty bimestrale che continua a essere la solita (ormai è una vita!) cura contro il logorio della vita moderna.
Grazie Leo, grazie di esserci!
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Leo Ortolani
DISEGNI, CHINE: Leo Ortolani
COPERTINA: Leo Ortolani
Ultimamente le cose si erano fatte decisamente, dannatamente serie (sulla testata Rat-Man Collection, dico... In giro per il mondo, invece, sempre il solito circo…). Fanno ancora male letture come L’ora più buia (Rat-Man Collection #101), Le ombre dei figli (R.M.C. #103) e il recentissimo Lotta nell’abisso (R.M.C. #105), che hanno segnato in maniera indelebile la saga più bella del fumetto italiano, quella del Ratto. Adesso l’immenso Leo Ortolani (al quale il vostro affezionatissimo Rolando può vantarsi di aver stretto la mano per BEN due volte! Eh, sono soddisfazioni! n.d.a.) ha deciso di rallentare un po’ con la continuty e di regalarci una di quelle parodie delle quali è il signore, padrone e maestro incontrastato sotto tutti i punti di vista: ideazione, scrittura, realizzazione e, soprattutto, comicità!
Andrea Plazzi, dal suo dorato pulpito del Sommario, ci annuncia ufficialmente che, quella che abbiamo fra le mani, è una nuova trilogia divisa in sei parti, due per ciascun numero.
Quindi
preparatevi a godere, e a lungo (come piace a Cinzia).
Fin
dalla copertina ADIRPOCODAINFARTO (disegno rosso sangue che raffigura
il simbolo del Rat-Man, campo nero e scritta bianca con contorno nero by
Larry), Leo ci fa capire che si tratta della parodia di The Walking Dead (prima fumetto cult
– poi pop – e in seguito serie tv di successo interstellare!) e poi, ma
solo per quelli un po’ lentini, arriva anche il titolo: The Walking Rat! E il delirio può iniziare!
Ma, come sempre in Ortolani, la comicità non è mai fine a se stessa o la storia banale, scontata e di facile interpretazione: ancora una volta, l’artista parmense riesce a trovare quel “qualcosa” che dona al suo lavoro un’aura di novità e di interesse al di sopra della media. Per l’occasione Leo ricorre al contrappasso – di derivazione dantesca?! – e fa del suo “Robert De Niro” uno dei tanti morti viventi che camminano sulla Terra. Il protagonista è uno zombie ovviamente un po’ speciale: è forse l’unico che – dotato di raziocinio e di capacità di parlare – si preoccupa di riflettere sulla sua vita e di ricordare e raccontare i fatti ai quali sta assistendo.
«Io credo
che qualcuno debba documentare quello che è successo. Perché il problema
dell’umanità è sempre stato la memoria. E se siamo arrivati a questo punto è
perché non ci ricordiamo come è cominciata.»
Rifletteteci per un attimo… fatto? Capito quanto sia sconfinato il talento di quest’uomo? Capite che si tratta dell’unico artista – davvero novello Dante – che riesce a unire diversi registri (dal comico al grottesco, dallo splatter al colto, dal sublime al drammatico e LUI solo sa quali altri!) per ideare qualcosa di davvero divino? La sua è una commedia umana (ok, in questo caso zombesca) senza’altro degna di affiancare quella del famoso poeta fiorentino: un’opera aperta che è in fieri da oltre vent’anni, con i risultati strabilianti che abbiamo sotto gli occhi!
A che pro farvi l’elenco puntuale delle battute più riuscite dell’albo? Il livello è altissimo e l’umorismo è sempre pungente, alla Ortolani: i luoghi comuni sui film di zombie ci sono tutti (la scena del supermercato e dei morti viventi che spingono è o non è da antologia del fumetto?!), i personaggi di The Walking Dead subiscono lo stesso trattamento eterizzante che hanno subito i protagonisti di altri fumetti o film come 300, Avatar, Harry Potter, Twilight, Star Wars, Il Signore degli Anelli, Rambo, Matrix e il dio Marduk solo sa quante altre meraviglie starò dimenticando! Impagabile, poi, la sequenza di tavole dedicate alle canzoni di Ligabue (già! Neanche il cantautore di Correggio si salva dalla penna al velenosimpatia di Leo!). E che dire di Fetoardo?! No, dai, si sta esagerando: c’è il rischio di rovinare la lettura ai normali…
«Quando non ci sarà più posto all’inferno, i morti
cammineranno sulla Terra…»
Sarà! Ma noi, intanto, ci godiamo il nostro Ratty bimestrale che continua a essere la solita (ormai è una vita!) cura contro il logorio della vita moderna.
Grazie Leo, grazie di esserci!
RolandoVeloci
RAT-MAN
COLLECTION: The Walking Rat
NUMERO: 106
DATA: Gennaio 2015
PANINI COMICS
NUMERO: 106
DATA: Gennaio 2015
PANINI COMICS
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Leo Ortolani
DISEGNI, CHINE: Leo Ortolani
COPERTINA: Leo Ortolani
COLORI COPERTINA: Lorenzo Ortolani