MERCURIO LOI - Recensione

Perché il nuovo albo de Le Storie di Bilotta & Mosca è speciale

Giusto un anno fa, era il gennaio 2014, usciva in tutte le edicole Friedrichstrasse, frutto del sodalizio artistico tra Alessandro Bilotta e Matteo Mosca, che conteneva alcune tra le più belle pagine della recente serie bonelliana, Le Storie. Pochi giorni fa la casa editrice di via Buonarroti ha dato alle stampe l’ultima opera del duo Bilotta/Mosca, questo Mercurio Loi che stringiamo tra le mani. Se, nel loro penultimo lavoro insieme, i nostri si erano ispirati al cinema (per la precisione, al capolavoro del regista Florian Henckel von Donnersmarck: Das Leben der Anderen, Le vite degli altri in italiano), per questa occasione, invece, hanno preso spunto dalla letteratura gialla e da uno dei suoi maestri assoluti, Sir Arthur Conan Doyle, e dalla sua immortale creatura, il detective Sherlock Holmes.



Sul parallelismo tra i due personaggi – Sherlock Holmes da un lato e Mercurio Loi dall’altro – evitiamo di dilungarci anche perché risulteremmo accademici e, soprattutto, non aggiungeremmo nulla a quanto già scritto dal sempre efficace Gianmaria Contro nel suo consueto editoriale (Story teller) a pagina quattro dell’albo. Ciò che ci colpisce è, come sempre in Bilotta, la sua bravura suprema nel donare una “primitiva verginità” a un genere, quello del giallo classico di matrice otto/novecentesca, che a conti fatti è senza dubbio quello più usato e abusato nella letteratura di massa. E, inoltre, pesa enormemente la capacità dello scrittore romano di rendere il nuovo personaggio familiare al lettore nel giro di poche tavole e di poche battute. Parliamo di Personaggio
(con la “P” maiuscola), perché noi Audaci siamo convinti che il protagonista di questo albo sia uno di quei personaggi destinati a restare nella memoria, tra quelli meritevoli di un seguito degno di questo folgorante esordio. Come non affezionarsi, infatti, a questo dandy romano che reputa una tragedia sporcarsi di fango i suoi stivali, che gesticola con un’enfasi degna dei più riusciti personaggi di Flaubert, che riesce a portare con sé, nonostante la non più verdissima età, l’innata tendenza allo stupore e alla meraviglia, che non teme di lanciarsi in avventure pericolose e che, anche nelle situazioni più disperate (vedi le sue imprese nelle prime pagine), riesce a mantenere la sua calma e tutta la sua eleganza intatte senza mai rinunciare a un motto di origine popolare?! Semplicemente fantastico!


E il nostro Mercurio, proprio come ogni detective che si rispetti, ha il suo assistente: in questo caso è il giovane e turbolento Ottone, universitario che oscilla tra lo studio degli esami e le sirene del patriottismo rivoluzionario. Sì, perché il contesto nel quale si trova ad agire Mercurio è la splendida e inquietante Roma della prima metà del secolo XIX, la città nella quale agivano in grande segretezza logge massoniche, patrioti, carbonari, rivoluzionari, ovviamente criminali e, come se non bastasse…spettri! Ma questo non deve confondervi: quella che leggerete non ha niente a che fare con le classiche ghost stories di maestri come James e Lovecraft, ma possiede il giusto equilibrio tra i diversi generi citati (romanzi giallo, noir, avventura, storico) e vi fornirà una lettura davvero appassionante e divertente.


E che dire del sempre superlativo Matteo Mosca? Dopo quello che in molti reputano essere – a ragione, diciamo noi Audaci – uno degli albi più belli del fumetto italiano degli ultimi anni (Il lato oscuro della luna) e la già citata storia ambientata nella Germania dell’Est, l’artista, classe ‘73, conferma quanto di buono dimostrato in precedenza e ci regala ancora una volta una prestazione sopra la media (soprattutto quando si cimenta con le tavole caratterizzate dalla presenza di nebbia e con le vedute della sempre splendida Roma di Bilotta). Un artista che sta vivendo uno stato di grazia ma che, fin dai suoi esordi, ha dato prova di essere un grandissimo artista. Pensiamo, infatti, alle sue matite per la serie di Ade Capone, Lazarus Ledd (serie Star Comics che troverà presto la sua meritata conclusione grazie alla vivacissima Cosmo Editore); senza dimenticare i suoi lavori per Trigger (serie incompiuta, sempre per i testi di Capone), per Nemrod (per i testi di Celoni/Aromatico) e per l’inquietante gemma dello stesso Bilotta, Il signor Buio, (ottavo numero della miniserie–capolavoro Valter Buio).

Ormai non ci sono più dubbi: è nata un’altra grande coppia del fumetto italiano!

Rolandoveloci


Matteo Mosca: studi dei personaggi e fasi di lavorazione di una tavola.
[Tutte le immagini: copyright Sergio Bonelli Editore]










"Mercurio Loi"
SERIE: Le storie
NUMERO: 28
DATA: gennaio 2015
SERGIO BONELLI EDITORE

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Alessandro Bilotta
DISEGNI E CHINE: Matteo Mosca
COPERTINA: Aldo Di Gennaro

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