DYLAN DOG #341 - Recensione

Vi presento John Ghost!

Ci tremerebbe la voce, ma siamo alla tastiera di un computer. Quindi ci tremano i tasti, nel parlare di Al servizio del caos, uno degli albi più importanti di Dylan Dog degli ultimi anni. Questa storia è una vera e propria bomba innescata, un parto folle dell’altrettanto folle mente di un Roberto Recchioni ispiratissimo, il quale ha voluto metterci tutto se stesso (pregi – moltissimi – e difetti – pochi, sempre quelli!) e, soprattutto, tutto ciò che lui rappresenta…
La tavola iniziale di Dylan Dog #341 con una dichiarata (auto)citazione alla prima tavola di John Doe #1
(albo scritto dallo stesso Recchioni insieme al compianto Lorenzo Bartoli e disegnato da Emiliano Mammucari)

«Eccoci arrivati, finalmente – possiamo dirlo?! – all’inizio della nuova gestione a firma Recchioni. Fiumi di inchiostro virtuale sono stati versati per quello che rappresenta […] l’evento fumettistico più importante della storia recente della casa editrice di via Buonarroti».
Così, in modo un po’ roboante, scrivevano i vostri affezionatissimi Rolando e il Sommo, nel settembre 2013, in occasione dell’uscita dell’inquietante, terribile e, al tempo stesso, meraviglioso Una nuova vita di Carlo Ambrosini, Dylan Dog #325 della serie regolare. Ma forse quelle parole risultano più calzanti oggi, mentre recensiamo l’ultimo Dylan Dog, il tanto atteso #341, il primo firmato dal curatore della testata Roberto Recchioni (a parte il #337, Spazio Profondo, vero manifesto programmatico del nuovo corso).
Come sapete bene dai nostri malvagissimi reportaggi, gli Audaci (e, purtroppo, anche i Fallaci!) erano presenti in quel di Lucca 2014: secondo voi potevano lasciarsi sfuggire quella super chicca dell’albetto di John Ghost, a tiratura limitata?!?? Certo che no! Ma per tutti quelli che non sono riusciti a procurarsi (di reni ne abbiamo solo due, dopotutto!) quella reliquia staniana diciamo: tranquilli, trovate tutto in questo albo! Ci odiate per avervi tolto il gusto!? Pazienza! Non avete ancora letto niente!



Come accennavamo all'inizio, si tratta di un albo di quelli che faranno la storia della serie, su questo non ci sono dubbi. Perché? Basterebbe solo la tecnologicamente spiazzante copertina dell’eterno (ma quante meraviglie ci ha regalato, quest’uomo?!) Angelo Stano: un telefono cellulare, infatti, campeggia, protagonista assoluto, e Dylan è solo un riflesso… Copernico aveva ragione, quindi! La tecnologia arriva definitivamente con il suo carico di modernità inquietante e oppressiva dopo il veloce assaggio nell’albo di Gigi Simeoni e Giampiero CasertanoAnarchia nel regno unito (DYD #339).
E non poteva che essere (almeno in apparenza, eh!) un magnate del terziario avanzato la nuova nemesi di Dylan, il fighissimo e algido John Ghost (lo stesso dell’albetto speciale di Lucca 2014). Un misterioso uomo di affari – siamo certi che la sua biografia, qui appena accennata ma già intrigante, ci rivelerà colpi di scena prossimamente – che assume Dylan per indagare sul perché l’ultimo modello dello smartphone (il Ghost 9000) da lui prodotto, appena lanciato sul mercato, sembra provocare una furia omicida…
Ma, senza entrare troppo nello specifico per non rovinarvi la lettura, ci limitiamo a dirvi ciò che funziona e ciò che, sempre secondo il nostro modestissimo parere, non va.


Ciò che non va:
- La scena dell’autostrada: Dylan si ritrova una serie di vetture in senso contrario o è lui ad aver imboccato l’ingresso dal lato sbagliato? Il punto interrogativo resta come rimane l’evitabile numero alla Hazzard dell’automobile guidata dal nostro eroe…
- Il modo in cui si risolve l’indagine di Dylan voluta da Ghost: forse un po’ troppo sbrigativa e poco convincete.  
Ma non lamentiamoci troppo: le sorprese che troverete sono tante e davvero ben riuscite!


Studi iniziali di Angelo Stano per il personaggio di John Ghost

Ciò che funziona:
- La nuova figura che si staglia sinistra e inquietante nel mondo dylaniato, John Ghost. Bello, impenetrabile, dal passato oscuro, perfettamente calato nel mondo contemporaneo (sappiamo che è nato nel 1981: quindi è uno splendido trentaquattrenne!) che – in tutta la sua ferocia e disumanità – gli calza a pennello!
- Le battute di Groucho, ispirate e calzanti. Il nostro amatissimo baffone sembra essere ritornato il mattatore di una volta, la spalla fondamentale di Dylan (infatti lo accompagna per buona parte di questa avventura) e non un triste maggiordomo!
- Il taglio decisamente cinematografico, voluto da Recchioni e realizzato splendidamente da Daniele Bigliardo, qui davvero in uno stato di grazia assoluta! Alcune inquadrature sono davvero tra le più belle di sempre: semplicemente in grado di mozzare il fiato!
- La frantumazione della tavola tipica bonelliana raggiunge qui l’apice della perfezione grazie al sapiente utilizzo di splash page (ben quattro, una più bella dell’altra!) e di altre sette che se non si possono definire "splash" poco ci manca (alcune davvero memorabili!).




Altre chicche assolute:
1 - Marcus Irvine, colui il quale ha disegnato lo smartphone incriminato, ha le fattezze di… e si è fatto fare la casa proprio come quella di ….; la stessa che si vede in….;
2 - Dylan, da bravo metallaro, ritorna ad ascoltare musica come si deve e si spara in macchina, a tutta forza, Raining Blood, da Reign in Blood (1986), capolavoro assoluto degli Slayer
3 - C’è anche un cameriere, che serve Ghost, il quale dovrebbe raffigurare un personaggio che i più di voi conosceranno perché conduce qualche programma di cucina su qualche canale televisivo che il povero Rolando – ahilui! – ha riconosciuto soltanto perché la signora Veloci, nel suo zapping veloce e molesto, mentre lui sta al suo fianco a scrivere recensioni, glielo ha fatto notare!


Dylan bussa alla porta di...

Forza Roberto, la strada ci sembra quella giusta!


RolandoVeloci

“Al servizio del caos” 
SERIE: DYLAN DOG
NUMERO: 341
DATA: Febbraio 2015 
SERGIO BONELLI EDITORE 

COPERTINA: Angelo Stano 
SOGGETTO, SCENEGGIATURA: Roberto Recchioni
DISEGNI E CHINE: Angelo Stano (pagg. 5-12 e 95-98) & Daniele Bigliardo (pagg.13-94)




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