DYLAN DOG #338: Bloch no more?
Bloch va in pensione, iniziano i cambiamenti del nuovo corso!
La spiegazione, come nelle migliori storie, avviene per gradi. Il lettore viene spinto in profondità contestualmente all’indagine svolta da Dylan Dog, e si incrocia con la storia del “tentato omicidio” di Nora Cuthbert, una ragazza che dovrebbe essere morta e che invece non lo è.
Trama a parte, cosa troviamo in "Mai più, Ispettore Bloch"? Sicuramente in questa storia c’è un po’ di Monty Python e c’è Douglas Adams (come ci anticipa lo stesso Recchioni nella sua introduzione). Ma è soprattutto possibile intravedere l'incedere costante di quel grandioso non-sense (e non solo quello) dello Sclavi di Tre per zero, ad esempio, con quei paradossi che si insinuano sottopelle e non ti lasciano mai quieto. C'è una magistrale citazione di Proust nell'ottima scena al bar. C'è un dialogo irresistibile su The Walking Dead tra Dylan e Nora. Ma, per quel che ci interessa di più, c'è anche e soprattutto il Dylan dolente di Oltre la morte, episodio qui citato esplicitamente e comunque molto importante per ogni fan dylaniato (sia da un punto di vista narrativo che emotivo). Lì, Dylan si batteva per salvare l’indimenticabile Bree Daniels. Qui, il nostro si impegna a togliere il buon Bloch dall'opprimente (apparentemente definitivo?) baratro.
Il Sommo
L’ispettore Bloch,
uno dei tre personaggi chiave della serie di Dylan
Dog,
va in pensione. Quel congedo da Scotland Yard così tanto agognato
(e citato!) da farne uno dei ritornelli più celebri dell’intero
fumetto italiano. Un cambiamento chiave, ed accade qui, ora, per mano
di Paola
Barbato e Bruno
Brindisi,
nel primo vero albo in continuity del
nuovo corso dell’Indagatore dell’incubo.
“Bloch
è l’umanità dolente. Il volto di un reale che non si piega al
surreale”, afferma Roberto Recchioni. E come reagisce un uomo comune,
capace di soffrire e di amare, quando finalmente raggiunge il suo fine
irrealizzabile, quando vede realizzarsi il sogno di una pensione
tanto agognata? Ma se il suo lavoro costituisce una parte così
grossa della sua vita, cosa gli rimane davvero?
Nella
prima tavola Paola Barbato inizia a rispondere a questa domanda.
È una
tavola che varrebbe da sola l’intero albo. Bloch e una pistola. Si
è portati a pensare ad un suicidio ma, alt!, giri pagina
e scopri che in realtà è solo Bloch che consegna la propria pistola
al sovrintendente. Eppure… è davvero solo questo? Quelle
ombre che si stagliano sul viso dell’(ormai ex) ispettore Bloch non
nascondono nient’altro? E quello sguardo perso, magistralmente
ritratto da un grande Bruno Brindisi, cos’altro vuol narrarci?
La spiegazione, come nelle migliori storie, avviene per gradi. Il lettore viene spinto in profondità contestualmente all’indagine svolta da Dylan Dog, e si incrocia con la storia del “tentato omicidio” di Nora Cuthbert, una ragazza che dovrebbe essere morta e che invece non lo è.
Ovviamente,
dietro l’angolo c’è un altro dei personaggi che non mancano mai
negli episodi chiave dell’Indagatore dell’Incubo: l’Oscura
Mietitrice!
Trama a parte, cosa troviamo in "Mai più, Ispettore Bloch"? Sicuramente in questa storia c’è un po’ di Monty Python e c’è Douglas Adams (come ci anticipa lo stesso Recchioni nella sua introduzione). Ma è soprattutto possibile intravedere l'incedere costante di quel grandioso non-sense (e non solo quello) dello Sclavi di Tre per zero, ad esempio, con quei paradossi che si insinuano sottopelle e non ti lasciano mai quieto. C'è una magistrale citazione di Proust nell'ottima scena al bar. C'è un dialogo irresistibile su The Walking Dead tra Dylan e Nora. Ma, per quel che ci interessa di più, c'è anche e soprattutto il Dylan dolente di Oltre la morte, episodio qui citato esplicitamente e comunque molto importante per ogni fan dylaniato (sia da un punto di vista narrativo che emotivo). Lì, Dylan si batteva per salvare l’indimenticabile Bree Daniels. Qui, il nostro si impegna a togliere il buon Bloch dall'opprimente (apparentemente definitivo?) baratro.
Un
plauso per Bruno Brindisi. I suoi tratteggi assumono in questa storia una
profondità inusuale, sottolineando con bravura i passaggi più cupi della
vicenda. Davvero un maestro!
Infine,
l’introduzione e la copertina.
Roberto Recchioni negli ultimi numeri ci ha abituato ad introduzioni azzeccate. Finalmente un “Horror Club” in cui si punta l'attenzione sugli autori, sui temi delle storie, sui personaggi, e si accentua il lavoro concettuale che si cela dietro la realizzazione dell’albo (talvolta, RRobe si trova a pubblicizzare un bel po’ il prodotto, ma del resto tutte le introduzioni sono così: se la storia a cui ti introducono fa schifo, c’è poco da enfatizzare!).
Roberto Recchioni negli ultimi numeri ci ha abituato ad introduzioni azzeccate. Finalmente un “Horror Club” in cui si punta l'attenzione sugli autori, sui temi delle storie, sui personaggi, e si accentua il lavoro concettuale che si cela dietro la realizzazione dell’albo (talvolta, RRobe si trova a pubblicizzare un bel po’ il prodotto, ma del resto tutte le introduzioni sono così: se la storia a cui ti introducono fa schifo, c’è poco da enfatizzare!).
La cover
di Angelo Stano: super-citazione al John Romita Sr. di Amazing Spider-Man #50, si sa. Via alle critiche sulla mancanza di originalità (ma dai, il disegno è proprio bello! Poi, ovvio, invitiamo caldamente a non eccedere
in futuro con il citazionismo, ma Stano è Stano e la nostra fiducia ce l’ha!).
Soddisfatti? Noi Audaci sì, e tanto!
Soddisfatti? Noi Audaci sì, e tanto!
Il Sommo
DYLAN
DOG #338: "Mai più, Ispettore Bloch"
NUMERO: 338
DATA: Ottobre 2014
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Paola Barbato
DISEGNI E CHINE: Bruno Brindisi
COPERTINA: Angelo Stano
NUMERO: 338
DATA: Ottobre 2014
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Paola Barbato
DISEGNI E CHINE: Bruno Brindisi
COPERTINA: Angelo Stano