Fantastici Quattro #338
A lezione di scrittura da Mister Hickman
Lasciamoci catturare dalla magia di quest’albo del “word’s greatest comic magazine”.
Infine, dopo averci fatto conoscere due prelibate anime della sua scrittura (A. Il tessitore di trame e B. Il sentimentale), Hickman ci presenta un “What if..?”, cioè uno di quei racconti in cui si narra come sarebbero andate le cose “se…” ….(e si iniziano a sbagliare tutti i condizionali!).
Per una felice coincidenza, i tre episodi principali contenuti in questo numero 338 di “Fantastici Quattro” vedono ai testi uno degli astri più brillanti della Marvel contemporanea: Jonathan “Fantascienza” Hickman.
Chiaramente non guasta avere disegnatori all’altezza (e Dragotta – Epting – Garney – Choi lo sono), ma i testi di Hickman spiccano decisamente sul resto, soprattutto per una caratteristica che ormai hanno in pochi: saper scrivere un epilogo.
Le premesse della gestione di Hickman sulla testata dei Fantastici Quattro, gettate ormai circa 3 anni fa, erano davvero allettanti, e di fatto avevano portato ad un susseguirsi di eventi (tra cui l’eclatante e famigerata morte della Torcia Umana) con tale naturalezza che si poteva gridare al miracolo. Da un certo punto in poi, però, la storia iniziò a diluirsi via via, un po’ perché “Fantastic Four” era diventato “FF” (cioè la Fondazione Futuro, una sorta di scuola di giovani fantastici eroi), un po’ perché l’arco narrativo inizialmente previsto per un numero X di albi, a causa del successo fu “spalmato” in un numero X+Y+Z+P+T+L+C di albi, allungando un bel po’ il brodo, come si suol dire.Però, a un certo punto doveva finire. E il gran finale, deflagrante e roboante, c’è stato nel numero scorso.
FF, la Future Foundation |
Sì, ma dopo? Dopo, tanti scrittori di comics lasciano altri colleghi a raccogliere i cocci che hanno sparso. E chi si è visto si è visto. Hickman no, anzi si diverte ad approfondire le varie situazioni lasciate in sospeso. Il primo episodio è tratto da FF#16 ed è disegnato con stile cartoonesco e retrò da Nick Dragotta (con alcune tavole dell’imprescindibile e formidabile Steve Epting). Segreti, invidie, versioni future di personaggi bambini che arrivano nel presente e salvano situazioni, Galactus, stazioni spaziali e tradimenti sono solo alcuni degli elementi della trama di questa storia, già ad un livello qualitativo abbastanza superiore alla media.
Ma è la successiva, “Fine della corsa”, ad avere…una marcia in più!
Qui Hickman delinea il futuro dei personaggi, partendo da una delle novità recenti da lui introdotte, cioè il fatto che la nostra sempre amabile Cosa dagli occhi blu per una settimana all’anno può “guarire” dai suoi rocciosi poteri tornando umano…
Però, contrappunto, solo in quella settimana invecchia; per cui: quanto a lungo vivrà?
E cosa affronterà nel suo remoto futuro? Le pagine procedono poetiche, i sentimentoni prendono il posto dell’azione e dello spacca-spacca, in vignette dense e memorabili, degne del meglio della Casa delle Idee.
Infine, dopo averci fatto conoscere due prelibate anime della sua scrittura (A. Il tessitore di trame e B. Il sentimentale), Hickman ci presenta un “What if..?”, cioè uno di quei racconti in cui si narra come sarebbero andate le cose “se…” ….(e si iniziano a sbagliare tutti i condizionali!).
In questo caso il “Se” riguarda il buon Reed Richards: se invece di essere l’eroe che conosciamo fosse stato un pazzo al servizio di Hitler? Detto così suona strampalato e sempliciotto, eppure riesce ad emergere la terza componente della penna del nostro Jonathan Hickman: la sperimentazione! Affiancato ai disegni dal buon Mike Choi (anche se il sottoscritto ci avrebbe visto benissimo al suo posto il nostrano Carmine Di Giandomenico), JH conduce all’estremo il concetto di potere e corruzione e follia, mostrandoci inoltre, con stile incommensurabile, la nascita del “Consiglio dei Reed”, gruppo di persone che in realtà sono varie versioni del nostro Reed Richards provenienti ognuno da una differente realtà alternativa.
Sembra tutto un po’ ingarbugliato? Tutto fantascientipolitico? Leggete e la penserete diversamente.
Un ultimo necessario cenno al supervisore italiano Giuseppe Guidi, davvero impareggiabile nelle sue note e nella cura editoriale, soprattutto sui cenni biografici riguardo Gene Colan.
Ah, non vi abbiamo detto che “Fantastici Quattro” da alcuni numeri ospita in appendice al sommario splendide storie anni ’60 di 12 pagine scritte nientemeno che da Stan “L’uomo” Lee e disegnate dal mitico Gene Colan (sotto lo pseudonimo di Adam Austin)? Non lo sapevate? Ecco, ora lo sapete. Detto tutto (‘nuff said!).
Giuseppe "Giuppo" Lamola
“FANTASTICI QUATTRO” n. 338
• Data: Dicembre 2012
• Editore: Panini Comics
• Traduzione: Francesco Matteuzzi
CREDITS
“UN PASSO OLTRE” (da “FF” n.16 – magg. 2012)
• Testi: Jonathan Hickman
• Disegni: Nick Dragotta e Steve Epting
• Colori: Chris Sotomayor e Sotocolor
“FINE DELLA CORSA” (da “Fantastic Four” n.605 – giu.2012)
• Testi: Jonathan Hickman
• Disegni: Ron Garney
• Colori: Jason Keith
“LE ORIGINI” (da “Fantastic Four” n.605.1 – lug. 2012)
• Testi: Jonathan Hickman
• Disegni: Mike Choi
• Colori: Cris Peter
“IL PRINCIPE E IL BURATTINO” (da “Tales To Astonish” n.78 – apr.1966)
• Testi: Stan Lee
• Matite: Adam Austin (alias Gene Colan)
• Chine: Vince Colletta