LA GUERRA DELLE LANTERNE VERDI
a partire da “Lanterna Verde” n.18, dicembre 2011
Per
spiegarvi la bravura di Geoff Johns, basterebbe invitarvi a leggere due
numeri qualsiasi (ma consecutivi) di “Lanterna Verde”. Ve ne serve uno
per capire come funzionano le regole della serie, chi sono i personaggi
secondari e dove va a parare la storia. Il secondo, crea dipendenza;
poi, potrete solo contare i giorni che vi separano dalla lettura di
tutti gli arretrati e di tutti i numeri futuri.
Come quel diavolaccio di
Johns riesca a far ciò, è un mistero per i più (non a caso è stato
nominato Chief Creative Officer della Dc Comics, casa editrice per cui
ha curato alcune delle storie più importanti degli ultimi anni). E il
caso risulta ancora più emblematico se si considera come sia riuscito
dal 2005 ad oggi a mantenere ininterrotto il successo e l’interesse dei
lettori per la serie. Coadiuvato da fior di disegnatori come Ethan Van
Sciver, Ivan Reis e Doug Mahnke, Johns ha strutturato ogni saga di
“Green Lantern” ad anelli concentrici, in modo che all’inizio di ogni
saga il lettore fosse portato a chiedersi “ma allora era di questo che
voleva parlare sin dall’inizio”.
Infatti, lo statunitense ha abilmente
lasciato sempre questioni in sospeso ma senza far capire che ogni
elemento avrebbe potuto essere utile per qualche trama futura. L’ennesimo
esempio di tutto ciò risulta questo n. 18, primo albo della saga “La
guerra delle Lanterne Verdi” e ultimo volume della serie ad esser
pubblicato in Italia dalla Planeta de Agostini prima dell’avvicendamento
con la RW - Lion. Dopo una pagina iniziale in cui riassume le vicende
del protagonista (Hal Jordan), Johns entra nel vivo della narrazione
mostrandoci le varie parti in gioco nel conflitto, prima dell’ingresso
in azione del supercattivone Krona (molto molto cattivo e molto molto
interessante, nel suo ruolo di “rinnegato”); la nemesi delle Lanterne
mette in atto il suo piano in maniera coinvolgente. Su tutti, risultano
sempre più fine e azzeccata i dialoghi e le reazioni dei Guardiani. I
Guardiani sono omini molto potenti dalla pelle bluastra che dal pianeta
Oa dirigono l’intero Corpo delle Lanterne Verdi (corpo di polizia
intergalattica di cui fa parte lo stesso Hal Jordan). Per molto tempo
sono stati ritenuti entità super partes, dallo spirito giusto e
magnanimo; questa fiducia spassionata nel loro operato ha iniziato a
scalfirsi quando sono emerse le loro malefatte del passato, facendo
sorgere dei dubbi sul loro ruolo e sulla funzione dell’intero Corpo
delle Lanterne Verdi: è poi così corretto non cedere mai al proprio lato
emotivo, come hanno sempre ostentato i Guardiani? Da quando ha
introdotto le Lanterne di altri 6 colori oltre al verde, Johns indaga
sulle emozioni come guida delle nostre azioni, portandoci spesso a
riflessioni sugli eccessi del temperamento umano.
Il secondo
episodio, scritto da Tony Bedard, narra invece le vicende dal punto di
vista di altri membri del Corpo delle Lanterne Verdi. Sia in questa, che
nella successiva storia dei Guerrieri di Smeraldo, si nota la
differenza con le storie scritte dal fido Johns, sia per il minor pathos
che per la minore velocità nel portare avanti la trama complessiva.
Eppure, anche qui vi sono spunti e personaggi interessanti e da tenere
d’occhio, come Ganthet e Guy Gardner.
Dov’è tutto questo
eccezionale appeal, potreste chiedere voi. Bé, nel fatto queste storie
siano così inverosimili e fantascientifiche, così lontane dal “metodo
Marvel” dell’identificazione del lettore nei superpersonaggi con
superproblemi; eppure, riescono ugualmente a tenere incollato il
lettore, come un buon telefilm d’azione, e a farsi leggere con quel
gusto di puro intrattenimento che purtroppo diventa sempre più difficile
scovare in giro.
Giuseppe "Giuppo" Lamola
“Cosa significa quando i più grandi tra i nostri campioni non fanno che cadere in disgrazia?” da “Green Lantern” n.64 (USA)