Dampyr Magazine 2016

La leggenda del pittore dei Troll, il rave di Tesla e la fantasia di O'Brien



Finora Harlan Draka non aveva mai avuto l'onore di essere protagonista di un Almanacco Bonelli, verosimilmente per non sovrapporsi al "cugino" Dylan che per anni ha occupato stabilmente l'Almanacco della Paura. A pensarci bene era davvero un peccato, data la ricchezza delle tematiche dampyriane che ben si presta a ulteriori approfondimenti con articoli e storie anche brevi. Il rimedio giunge quest'anno con una pubblicazione d'eccezione, il primo Dampyr Magazine, che contiene tre storie davvero notevoli e ognuna a suo modo speciale, una dedicata al "pittore dei Troll" John Bauer, una incentrata su Tesla (con il ritorno ai testi di Maurizio Colombo) e una piccola ma graditissima sorpresa letteraria in chiusura firmata ai disegni dal maestro Corrado Roi.
Vi abbiamo incuriositi a sufficienza? Continuate a leggere.

La tavola di Paolo Bacilieri che apre il primo episodio del Magazine.

Da parte di un umile recensore, trovarsi a parlare di un albo ricco come il Dampyr Magazine è un'operazione che può rappresentare una certa difficoltà. Da un lato, potresti semplicemente concludere ogni discorso consigliando al lettore di comprare l'albo, poiché merita davvero. Dall'altro, pensi a quanto la complessità e bellezza del volume meriti di essere sviscerata, per cui non riesci a sottrarti dall'affrontare una trattazione più approfondita. Dunque, bando alle ciance.

Il Re della montagna


La copertina di Bland Tomtar och Troll 
realizzata da John Bauer nel 1907.
La prima storia del Magazine è incentrata sulla figura di John Bauer, pittore vissuto a cavallo tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, in grado di trasporre su carta interi mondi fantastici fatti di principesse fatate, elfi e troll. Le cronache riportano che Bauer fece una tragica e misteriosa fine, ripercorsa in questo episodio dal nostro Harlan e dalla bella Gudrun. Il primo merito dell'episodio, particolarmente riuscito sia narrativamente che graficamente, è proprio quello di accendere i riflettori su un artista tutto da scoprire. Altro elemento di estremo interesse consiste nel mostrarci, seppur di sfuggita, una popolazione indigena di cui si parla poco, ovvero i sami (lapponi), abitanti della regione del Sápmi (compresa tra Norvegia, Svezia, Finlandia e - in misura minore - Russia) in cui si reca Bauer all'inizio della storia, che dimostrano di avere una cultura tutta da scoprire.
Il "solito", prolifico curatore Mauro Boselli redige una trama molto appassionante, in bilico tra realtà e fantasia, che non nasconde una componente triste e sognante.
Le scene oniriche riprendono anche un altro personaggio, l'alter ego "fantastico" di Harlan, Egil-Una-Mano, non a caso ritratto nella sua ultima apparizione (sullo Speciale Dampyr #9) da uno straordinario disegnatore: Paolo Bacilieri. Tre anni dopo lo Speciale infatti è di nuovo il connubio tra Boselli, Bacilieri e le distese innevate del Nord a dar vita a un episodio che sembra fatto apposta per permettere all'autore veronese di sbizzarrirsi da par suo. Particolarmente stimolato dall'estro del pittore dei Troll, Bacilieri si muove sulle sue orme dello stesso Bauer, riprendendone e reinterpretandone alcune bellissime opere (del resto, come lo stesso Bacilieri ha recentemente ammesso, non è la prima volta che Bauer funge per lui da ispirazione, considerato il suo stile particolarmente "fumettabile"). Proseguendo il lavoro operato in tanti suoi albi recenti (ad esempio sul Dylan Dog Magazine, ultimo in ordine cronologico), Bacilieri realizza tavole in cui la griglia bonelliana non è quasi mai riconoscibile, sostituita da frequenti e deliziose eccezioni nella struttura (come si evince anche da un'approfondita analisi pubblicata su Lo Spazio Bianco, questo aspetto è comunque in buona parte attribuibile ai suggerimenti di regia forniti dall'infaticabile Boselli, ben conscio delle frecce presenti nell'arco dell'autore di Zeno Porno). La varietà compositiva, la scansione del ritmo e gli sfondi delle vignette che invadono le vignette circostanti rendono ancora una volta uniche le sue tavole. A ciò si unisce una impeccabile descrizione delle atmosfere e degli ambienti. Bacilieri si conferma insomma uno dei più maturi e personali autori attualmente al lavoro in Bonelli, sempre in grado di stupirci positivamente.


Rave Party

Pur avendo accantonato da anni la sua attività come sceneggiatore, Maurizio Colombo, co-ideatore di Dampyr, ha proseguito il suo lavoro redazionale: i suoi articoli sono apparsi regolarmente su pubblicazioni come gli Almanacchi Bonelli.

Sembra dunque quanto meno appropriato che il suo ritorno avvenga nella collana che ha raccolto l'eredità degli Almanacchi stessi, in una storia la cui peculiarità risiede nel presentare Tesla in solitaria. La bionda vampira è intenta a combattere contro il temibile Nefrath, che le mostra squarci del suo passato. È una storia incalzante e oscura, giusto intermezzo tra ciò che la precede e ciò che è presentato a seguire. Altra importante particolarità della storia risiede in una caratteristica delle tavole realizzate da Nicola Genzianella, ovvero l'essere in buona parte in bicromia. Le tenebrose chine di Genzianella sono infatti arricchite da singoli colori che cambiano al variare della scena, un effetto suggestivo apportato da Gianmauro Cozzi.

Disegni di Nicola Genzianella per l'episodio dedicato a Tesla.

Da chimico un giorno avevo il potere
di sposare gli elementi e di farli reagire,
ma gli uomini mai mi riuscì di capire
perché si combinassero attraverso l’amore.
Un chimico, Fabrizio De André

La lente di diamante


Illustrazione originale del racconto di O'Brien.
Misteriosamente non indicata in copertina (dove si parla solo di "due storie inedite"), la terza e ultima storia è la trasposizione a fumetti di un racconto di Fitz-James O’Brien, autore caro a Boselli che già gli aveva dedicato uno degli albi di Dampyr più interessanti dal punto di vista letterario, La stanza perduta (Dampyr #126). O' Brien è uno scrittore forse meno noto rispetto ad altri giganti della letteratura fantastica come H. P. Lovecraft ed Edgar Allan Poe (non a caso entrambi ripresi e spesso saccheggiati a piene mani da tanti fumettisti e non solo), ma certamente altrettanto talentuoso. Lo dimostra bene l'episodio di 22 pagine sceneggiato appunto da Boselli, incentrato su uno scienziato e sulla sua visione del mondo di grandezza infinitesimale, che personalmente mi ha ricordato anche il protagonista di Un chimico di Fabrizio De André (a sua volta ispirato, come noto, all'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Master): anche lì la scienza impedisce all'uomo di lasciarsi andare all'incognita assoluta dei sentimenti e della interazioni chimiche che si scatenano tra due individui.
I disegni di Corrado Roi sono quanto di più appropriato e prezioso potesse capitarci tra le mani. Il fascino oscuro delle sue chine si integra alla perfezione con la storia, impreziosito dalla colorazione lieve e per nulla invadente di Erika Bendazzoli.
Storie di questo tipo, che trovano spazio solo nel format del Magazine, rappresentano senz'altro un esperimento riuscito (per rimanere nel gergo scientifico), in grado di rendere ancora più prezioso il Magazine. L'unico appunto che si potrebbe fare alla storia è nella compattezza di dialoghi e didascalie, forse in alcuni tratti caratterizzati da una eccessiva verbosità, quasi a far pensare che forse l'episodio avrebbe meritato alcune pagine in più.


Tavola di Corrado Roi dall'episodio La lente di diamante
ispirato all'omonimo racconto di Fitz-James O’Brien.
What else?

Il consueto ricco e documentatissimo apparato redazionale accompagna i tre episodi e li impreziosisce con approfondimenti sulle novità "vampiresche" cinematografiche, letterarie e televisive dell'ultima annata e con corposi e interessanti dossier su Christopher Lee, il più grande interprete di Dracula di sempre, ma anche sui segreti del Piccolo Popolo (e di ritrattisti come Richard Dadd e il già citato Bauer) e sulle note oscure della "musica del Diavolo".
Va citato inoltre il consueto e sfizioso appuntamento con le due pagine dedicate a Susy & Merz, realizzate da Giorgio Giusfredi e Paolo Bacilieri (sì, ancora lui!): Vampyr go è un divertissement, un viaggio attraverso l'iconografia del vampiro che parte da un equivoco legato a un neologismo e giocato sulla differenza d'età tra l'anziano professor Merz e la giovane Susy.

Riassumendo...

Un volume delizioso e dotato di notevole spessore, tra le migliori uscite in edicola di questa stagione fumettistica. Consigliato a tutti e in particolare a chi volesse accostarsi a Dampyr pur non avendo familiarità con la sua continuità narrativa.


Il sommo audace 
(con alcuni preziosi suggerimenti 
da parte dell'insostituibile Grullino Biscottacci)




Dampyr Magazine 2016
DATA: Novembre 2016
SERGIO BONELLI EDITORE

COPERTINA: Luca Rossi (colorazione copertina: Romina Denti)
REDAZIONALI E ARTICOLI: Graziano Frediani, Maurizio Colombo, Giuseppe Lippi, Stefano Priarone, Luca Fassina, Luca Barbieri e Gianmaria Contro

"Il Re della montagna"
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Mauro Boselli
DISEGNI: Paolo Bacilieri

"Rave Party"
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Maurizio Colombo 
DISEGNI: Nicola Genzianella
COLORI: Gianmauro Cozzi

"La lente di diamante"
SCENEGGIATURA: Mauro Boselli (da un racconto di Fitz-James O’Brien)
DISEGNI: Corrado Roi
COLORI: Erika Bendazzoli


Per le immagini: © 2016 Sergio Bonelli Editore, eccetto ove indicato.


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