170 pagine di mostri: il nuovo fumetto italiano che bussa alla porta

Ratto Collettivo fa strisciare i suoi mostri direttamente verso il futuro, mostrandoci cosa potrebbe essere un domani, nel nostro Paese, l’arte a nuvolette che tanto amiamo

“170 pagine di mostri!”. Questo articolo potrebbe fermarsi qui. Non avremmo molto altro da aggiungere se non quello che Ratto Collettivo ha da dirci con l’introduzione a questo meraviglioso volume collettivo. E invece, fortunatamente, di cose da dire ce ne sono molte, come quando si rimane felicemente sorpresi da un progetto di qualità che non pretende di essere altro rispetto a ciò che mostra.

170 pagine di mostri entusiasma per via della sua stessa natura, ovvero la volontà da parte di un gruppo di artisti emergenti, tutti con un'età compresa tra i venti e i trent'anni, di mostrare al pubblico le proprie opere. Quello che ci ritroviamo tra le mani non è propriamente un albo a fumetti, ma un contenitore, una teca piena di visioni e di volontà, con uno sguardo fresco e lucido.

I mostri del Ratto Collettivo sono suddivisi all’interno di un bestiario con una sua categorizzazione interna e alcune descrizioni piuttosto ben scritte. Oltre a questo, per ogni mostro rappresentato viene aggiunta una storia dalle due alle sei tavole, che rappresenta il mostro secondo la visione dell’artista. Ecco che una pagina dopo l’altra ci scorrono davanti visioni estremamente differenti ed efficaci, in cui non solo si alternano diversi stili di disegno ma ci viene in qualche modo spiegata, attraverso la stessa opera, la visione che l’artista ha del fumetto. Si aggiunga a tutto questo un altro dato fondamentale, ovvero che Ratto Collettivo non ci presenta solamente i suoi disegnatori, ma anche degli sceneggiatori, dimostrandosi dunque non solo, come spesso accade, un gruppo di ragazzi che amano disegnare, ma come artisti pronti ad entrare nel mondo del professionismo a fumetti.

Eccoci allora in questo viaggio di visioni, fra Incubi, Guardiani, Isolati e Custodi (queste le categorie di mostri che il collettivo ha scelto di rappresentare), passando dal drago di palude di Francesca Frisinelli coi suoi toni tenui e acquerellati accompagnati da un tratto deciso e veloce, all’illustrazione digitale, coloratissima e con un occhio al comico di Gaia De Bernardini. Dalle arie rarefatte e malate, ammantate di porpora e nero, di Erika Cesaroni, al meraviglioso utilizzo del bianco di Margherita Ostili, dai Gargoyle squisitamente naif di Alessia Isopo alle sorprendenti tavole di Leonardo Massari, che in totale assenza di outline fa uscire i suoi personaggi direttamente dal colore attraverso un effetto spatolato che non può non essere adorato da chi ama il fumetto e l’arte visiva in generale.

Luci e ombre, colori tenui e sgargianti, mostri, tanti mostri che escono da queste pagine e che sembrano comunicare però tutti la stessa identica passione, quella che i loro creatori hanno infuso loro. Identità e studio sono alla base di questo volume che è anzitutto una dichiarazione d’intenti, un urlo meraviglioso all’interno di un mercato spesso sordo, che otterrebbe grande forza dall’ascoltare la voce di persone come Tommaso Berardi, che spiattella sulla tavola uno stile unico e pieno di rimandi all’oriente (al disegno coreano e cinese oltre che giapponese) e propone un cartoon pieno di colori acidi, con doppia outline nero e bianco, all’interno di una gabbia che si compone di un meraviglioso uso delle geometrie e degli spazi. Urlano allo stesso modo, con una delicatezza totalmente differente, le tavole di Gabriele Paganini, che col suo effetto telato avvolge la sua storia dei giusti vuoti, riempiendone le tavole di poesia e terrore attraverso una coscienza del proprio mezzo, assolutamente non comune. E tanti altri ancora sono gli artisti che si alternano in queste 170 pagine di mostri che aspettano solo di essere lette da tutti coloro che amano il mondo delle ombre colorate.

Se siete artisti non fatevelo scappare; se siete lettori provate a entrare in quella cerchia pippobaudesca di persone che un domani potranno dire che conoscevano i lavori di questi ragazzi talentuosi già da tempo, perché il nuovo fumetto italiano non sta arrivando, è già qui, intorno a noi, e sta provando a dire la sua. Noi che amiamo il fumetto, possiamo fare solo la cosa giusta: lasciargli spazio!

Alessio Fasano



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