Letture seriali: Primordial di Lemire & Sorrentino

Tra thriller, spy story e sci-fi, una storia nella Storia


Nello Spazio nessuno può sentirti abbaiare.
Ma la voce del cuore è capace di superare anche l'infinito del cosmo: è una piccola, ma potente chiave emotiva, quella che Jeff Lemire e Andrea Sorrentino riescono ad inserire in Primordial, la loro nuova magistrale collaborazione, da poco edita da Bao Publishing.

A prima vista, scorrendo l'incipit di questa miniserie Image Comics, pare di trovarsi di fronte a una prova di storia ucronica, che ci riporta ad una delle pagine più tristi della "corsa allo spazio", quella che negli Anni '50 vide protagonisti Laika, Able e Miss Baker.
Forse questi nomi vi hanno fatto suonare un campanello, o forse no, ma sono loro i primi "pionieri" ad aver solcato la via verso le stelle: una cagnolina e due scimmiette, vittime del progresso inarrestabile della scienza, usati come cavie per nuovi orizzonti.
Nella realtà, la nostra realtà storica, solo Laika non sopravvisse, mentre Able e Miss Baker fecero ritorno a casa, accolte con tutti gli onori, inclusa la copertina di Life Magazine.


Ma per Lemire e Sorrentino le cose presero invece una piega ben diversa, immaginando che anche i due primati persero la vita, e come questo comportò la fine del programma spaziale americano. Siamo nel 1961, ed è qui che ritroviamo il primo protagonista umano della nostra vicenda, Donald Pembrook.
Un matematico, chiamato non per contribuire al prossimo grande passo per l'umanità, quanto piuttosto a sigillarlo per sempre, non prima di aver catalogato tutto quello che ancora può essere utile a scopi militari.
È proprio in mezzo a scartoffie e scatoloni che l'uomo fa una scoperta non da poco: forse, e dico forse, Able e Baker non sono morti nell'esplosione, ma anzi hanno continuato a trasmettere segnali vitali anche dopo la supposta ora della loro "morte".
Così, mosso da quella curiosità che è impossibile da spegnere, Donald si mette ad indagare, ritrovandosi coinvolto in un intrigo internazionale, tra uomini in nero e scienziate russe, di cui una, di nome Yelena, giunge in suo soccorso. La donna ha una fede profonda: quegli animali, inclusa la sua amatissima e mai dimenticata Laika, sono ancora vivi e spetta a loro indicare la via perché possano tornare a casa.
Inizia così una corsa contro il Tempo, mentre cercano di sfuggire a chi vorrebbe tappare loro la bocca...


Qui solito - ovvio e doveroso - Stop, che altrimenti poi vi racconto tutto e in libreria e fumetteria a recuperare il bel volume Bao non ci andate.
E Cliff, la loro mascotte, potrebbe aversene a male, perché questa storia meravigliosa e toccante ha per protagonisti tre animali, tre anime pure che, perse nel buio cosmico, si ritrovano dove nessun uomo è mai giunto prima e mai giungerà, al cospetto di una tecnologia aliena che li ha accolti e salvati da una fine che sapeva di infinito.
Questo posso dirvelo: Miss Baker, Able e Laika sono ancora vivi, lo sono davvero, lo sono sopratutto per come, utilizzando un piccolo ma abile trucco da narratore, Jeff Lemire dà loro voce, sentimento, emozione. Niente di complesso, il loro linguaggio è semplice, immediato, infantile, eppure i dialoghi hanno un incedere che non riesci a lasciar andare, che ti prende alla gola mentre senti pizzicare il naso e gli occhi farsi umidi.
Ma Lemire non permette alla sola Fantasia di avere l'ultima parola e, mentre racconta le traversie spaziali dei tre animali, sulla Terra i due umani si muovono in un panorama coerente, dal punto di vista sociale e storico, domino che cade con diverse tessere messe in moto, ma non per questo imbastendo una Storia assurda, inefficace.


Dovendo fare un paragone telefilmico di lusso, penso a For All Mankind, per più di un motivo che i serializzati avranno già colto, in primis lo stesso principio di riscrivere la corsa allo spazio. Ma non tergiversiamo, non andiamo fuori testo.
Perché lo sceneggiatore, che sia raccontarci di suo pugno la storia di Gus in Sweet Tooth, oppure, affidandosi alle matite del solido compare Sorrentino, permeare di nero mistero le pagine di un comic book come fatto con Gideon Falls, sa sempre adattarsi al contesto, mutuare la sua penna in modo che per il lettore, pur riconoscendone gli innegabili pregi che ne costituiscono la poetica, possa trovarsi di fronte qualcosa di unico ogni volta.
Qui è la vicenda che si staglia come un'ombra sulla Storia dell'uomo, mettendo a confronto tematiche non banali, importanti, come quella della sperimentazione sugli animali, un argomento che Lemire non banalizza, ne avverte il peso e lascia che siano proprio i tre protagonisti a renderlo vivo, pulsante, doloroso.
Laika ricorda l'amore di Yelena, i momenti di affetto, le carezze: quella donna le ha dato amore e attenzioni e, con la morte nel cuore, per il bene della patria, l'ha affidata alla vastità della Scienza.
Quella stessa Scienza che invece Able sente ancora sulla propria pelle, il tradimento degli esperimenti, quegli umani a cui ancora pensa con paura.
Poche parole, dirette, che sublimano le loro emozioni, e che si stagliano in una sceneggiatura precisa, superando, e di gran lunga, l'intrigo iniziale con cui, furbo, Lemire ci aveva coinvolti all'inizio.


Da quel punto di vista, lascia che siano un paio di colpi di scena a tenere alta la bandiera, anche se ormai è chiaro quale dramma voglia davvero narrare.
E a questo punto, in quella perfetta unione di immagini e lettere che sa essere il fumetto, ecco arrivare Sorrentino: l'artista italiano sperimenta nuovamente soluzioni visive ardite, cambi di registro che s'intonano coi cambi di fuoco della storia.
Se, infatti, la spy story lo vede utilizzare uno stile più peculiare, quasi caratteristico della sua esperienza artistica, con una struttura della tavola dal vago sentore cinematografico (effetto amplificato dalla somiglianza di Pembrook con un noto attore hollywoodiano), ecco, con quel sapiente "effetto speciale" che solo la matita e la creatività su carta possono ottenere, il "passaggio" a questo altroquando in cui si trovano i tre animali, dove le prospettive e i giochi di colore la fanno da padrone, grazie anche alla tavolozza di Dave Stewart.
Tutto concorre a farsi narrazione, a renderla esperienza per il lettore, dall'onomatopea che si fonde al disegno e ne diventa parte integrante, a piani sequenza che richiamano lo scorrere di una pellicola di fronte ai nostri occhi, mentre il ritmo incalza o rallenta.
Un enorme spazio bianco che si amplifica, mettendo gli "attori" a quattro zampe di fronte a paradossi che non possono comprendere e di cui non gli importa nulla.


Solo un pensiero li unisce: rivedere casa. E nelle loro espressioni, nel loro modo di "recitare", di muoversi (Laika sembra così "reale" da stordire), Sorrentino e Lemire mettono sulla bilancia quel carico da novanta che rende Primordial un gioiello.

Di storie nella Storia ne sono state raccontate parecchie, e allora ecco la via di fuga, l'escapismo per invitare il lettore, ovvero far vibrare le corde del suo cuore, rendendo chiaro, una volta ancora, quanto il Fumetto sia un medium ricchissimo, capace di regalare emozione vera, e che nulla ha da dimostrare a chi invece pensa siano solo "opere per fanciulli", incapaci di vedere quanta universalità possa esserci tra disegni, colori e nuvolette.

Da questa prospettiva, penso che questa sia una delle primizie migliori giunte dagli States in questo 2022 che volge al termine, uno di quei fumetti che immancabilmente riesce ad impreziosire una libreria dedicata alla Nona Arte.
Lo so, probabilmente, queste mie parole suonano, anzi tuonano, sin troppo sentimentali, eppure sono sicuro che il loro effetto saprà propagarsi anche a voi dopo la lettura, come un sasso in uno stagno (a meno che non siate dei cinici che odiano gli animali, a quel punto non saprei che dirvi).

Dopo Gideon Falls e in fervente attesa il prossimo anno de Il Mito del Frutteto di Ossa (a proposito, avete recuperato l'albo del Free Comic Book Day?), Primordial è un piccolo punto di distacco dal Mistero, l'Orrore e la Tenebra, portando luce nel vortice di creatività di una coppia artistica e professionale che è ormai certezza.
Quando, infatti, leggete in copertina i nomi di Jeff Lemire e Andrea Sorrentino, sappiate che non sbagliate mai a metterli nella vostra pila di fumetti da acquistare e consumare avidamente, e questo volume è qui a darne ulteriore prova.
Scientifica, mi verrebbe quasi da scrivere!


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