ORFANI NUOVO MONDO #1
Una "aliena" coraggiosa e sola in cerca di un posto da chiamare "casa"
Un esordio esplosivo, quindi: con questo numero, Orfani si riconferma una delle serie Bonelli in grado di incarnare maggiormente lo spirito del nostro tempo. E questo non solamente per gli aspetti strutturali come la suddivisione in stagioni, o grafici come la presenza del colore, ma anche e soprattutto per le tematiche affrontate.
Nemmeno abbiamo avuto il tempo di spedire la nostra audace lettera al povero Ringo che…
[Continua dopo l'obbligatoria avvertenza che quanto segue potrebbe contenere minuscole particelle di spoiler!]
[Continua dopo l'obbligatoria avvertenza che quanto segue potrebbe contenere minuscole particelle di spoiler!]
Non abbiamo fatto in tempo neanche ad asciugarci le lacrime, sgorgate copiose dopo la tavola della fornace, che…
…ecco la nuova – la terza* – stagione di Orfani, la serie ideata da Roberto Recchioni ed Emiliano Mammucari. Una delle cose più belle di questa serie è che ci si può sempre aspettare che avvenga di tutto (persino che il protagonista... muoia??!?). E quello che c’era da aspettarsi da questo terzo parto di Recchioni & co. credevamo di averlo riassunto e presentato in un recente post, ma ci sbagliavamo: c’è molto di più!
Un numero uno del genere è quanto di più intrigante e ben riuscito si potesse sperare. Ma questa recensione è un’anteprima e non vogliamo correre troppo il rischio di svelarvi anche il più piccolo dettaglio che voi lettori potrete tranquillamente scoprire, leggendo la storia su carta, solo dal 16 ottobre (beati voi! Noi, a furia di anteprime in pdf sugli audaci schermi, cambiamo occhiali ogni due numeri di Dylan Dog!).
C’era da aspettarsi un deciso cambio di registro, di ambientazione, di protagonisti (sob e sigh! e ancora sigh!), cosa che non può che far bene per un rinnovamento anche delle tematiche. Tra gli autori, Luca Vanzella torna a condividere col RRobe i compiti di sceneggiatore e di soggettista (aveva già realizzato, lo ricordiamo, Orfani: Ringo #7), mentre a breve esordiranno sceneggiatori quali Michele Monteleone e Giovanni Masi (come annunciato alcuni mesi fa qui). È comunque giusto dire subito che anche questo primo numero di Orfani – Nuovo Mondo porta il marchio “Recchioni” al 100%: una storia veloce, senza un attimo di tregua (infatti la povera Rosa – protagonista assoluta del nuovo corso? – si ritrova a chiedere proprio “un momento di pace” a p. 36, ma le sue speranze andranno deluse ben presto), caratterizzata da un ritmo elevatissimo, con sequenze di lotta con - e di fuga da - robot (i “Cani” usati dal governo) e mostri (la fauna locale) che infestano il nuovo pianeta sul quale, in qualche modo, è arrivata la nostra rossa eroina.
Rosa, in avanzato stato di gravidanza, si ritrova in questo mondo a lei sconosciuto che dovrebbe essere la colonia della Terra, il posto dove chi scappa dal nostro pianeta cerca di rifarsi una nuova vita (ma le immagini confortanti trasmesse dalla televisione di Stato saranno realtà o solo propaganda governativa?! Lo scopriremo presto…). Ciò che è chiaro fin dall’inizio,è che la Terra è ormai sul punto di collassare, tanto che si rende urgente il trasferimento della presidentessa Juric (ben trovata anche a te, immondo ammasso di malvagità!). Ritroviamo anche un simpatico amico, Host: ricordate l’assistente robotico che aveva aiutato Ringo (sigh, sob, e ancora sigh!) quando, nella prima stagione di Orfani, era precipitato ed era stato dato per morto? Bene, lui! E ritroviamo anche Cesar e Rollo, i bruttoni (uno dei quali si scoprirà essere particolarmente manigoldo!) che avevano fatto il patto con Ringo e che avevano promesso di portare Rosa in salvo.
Rosa, in avanzato stato di gravidanza, si ritrova in questo mondo a lei sconosciuto che dovrebbe essere la colonia della Terra, il posto dove chi scappa dal nostro pianeta cerca di rifarsi una nuova vita (ma le immagini confortanti trasmesse dalla televisione di Stato saranno realtà o solo propaganda governativa?! Lo scopriremo presto…). Ciò che è chiaro fin dall’inizio,è che la Terra è ormai sul punto di collassare, tanto che si rende urgente il trasferimento della presidentessa Juric (ben trovata anche a te, immondo ammasso di malvagità!). Ritroviamo anche un simpatico amico, Host: ricordate l’assistente robotico che aveva aiutato Ringo (sigh, sob, e ancora sigh!) quando, nella prima stagione di Orfani, era precipitato ed era stato dato per morto? Bene, lui! E ritroviamo anche Cesar e Rollo, i bruttoni (uno dei quali si scoprirà essere particolarmente manigoldo!) che avevano fatto il patto con Ringo e che avevano promesso di portare Rosa in salvo.
Si ripresentano tanti topoi letterari cari alla grande letteratura d’avventura: quello della sfida lanciata dal sopravvissuto (a un atterraggio di fortuna, in questo caso) alla natura che, suo malgrado, lo ospita e quello della quest: ancora una volta sembra che il motivo centrale sarà la ricerca di un posto nel quale poter vivere serenamente. Accanto a tali spunti, vengono affrontate tematiche molto attuali quali la lotta contro un regime oppressivo che controlla in ogni minimo dettaglio le vite di chi abita sotto la sua autorità; il tema difficilissimo della maternità o, meglio, del divenire madre in un contesto ostile e tanti altri. Ultimo ma non ultimo emerge l'argomento immigrazione, soprattutto nella prima parte dell'albo: non a caso viene usato il termine "respingimento" da parte di autorità particolarmente ostili e xenofobe. Una rivisitazione in chiave fantascientifica di quanto purtroppo siamo costretti quotidianamente ad ascoltare nelle cronache dei telegiornali (anche questi, saggiamente, piazzati all'inizio dell'albo per contestualizzare).
Tutto inizia in modo impeccabile: la trama e i colpi di scena orchestrati hanno qualcosa di miracoloso. Allo stesso modo sono dotati di una delicatissima grazia i disegni del sempre più bravo Gigi Cavenago: l’assenza del suo tratto personalissimo si era davvero fatta sentire nella seconda stagione e qui torna ad architettare soluzioni grafiche davvero d'impatto. Cavenago, pur senza la componente onirica che aveva caratterizzato l'ultimo numero da lui disegnato (Orfani #11) riesce di nuovo a interpretare al meglio espressività, ambientazioni e nuovi scenari. Continuano poi a sorprenderci i colori – potenti e sfavillanti – di Annalisa Leoni, la quale si sta ritagliando (giustamente!) un posto d’onore nell’Olimpo dei coloristi italiani. A Matteo De Longis va riconosciuto il merito di aver realizzato una prima copertina graficamente potente che, nonostante rimanga anni luce lontana dai capolavori che Massimo “Mr. Coverman” Carnevale ci ha regalato nella prima stagione, riesce a fare meglio rispetto a quanto fatto dall’ideatore grafico della serie, Emiliano Mammucari, nella seconda stagione. Non fraintendeteci: Mammucari – secondo il nostro modestissimo e cialtronesco parere – è un disegnatore eccezionale, solo che finora le sue prove migliori non le ha date come copertinista.
Un esordio esplosivo, quindi: con questo numero, Orfani si riconferma una delle serie Bonelli in grado di incarnare maggiormente lo spirito del nostro tempo. E questo non solamente per gli aspetti strutturali come la suddivisione in stagioni, o grafici come la presenza del colore, ma anche e soprattutto per le tematiche affrontate.
Che altro dirvi?!? Continuate a dare fiducia a questa serie alla quale dovete – come lettori – alcuni dei momenti più intensi degli ultimi due anni!
RolandoVeloci
[con piccoli contributi da parte del sommo]
[con piccoli contributi da parte del sommo]