4Hoods #1
Si scrive "Avventura", si legge "Forudz"
Ha fatto il suo esordio questo mese la serie Bonelli dedicata alle avventure di quattro avventurieri incappucciati: Verde, audace arciere, Rosso, maga e incantatrice, Barba, rude guerriero, e Viola, ladro e assassino. Il primo albo è realizzato da Roberto Recchioni, Federico Rossi Edrighi, Riccardo Torti e Annalisa Leoni, con il contributo di Enrico Rollo e Gabriele Bagnoli come coloristi (ad affiancare Annalisa Leoni) e di Cristiano Spadoni, già apprezzato copertinista di Julia, per la cover insieme a Recchioni.
Quando debutta una nuova serie Bonelli è difficile per un lettore di fumetti seriali (o - perché no? - per un lettore in generale) sottrarsi alla curiosità di leggerla e scoprire com'è. Nel caso di 4 Hoods, si aggiunge anche la volontà di approfondire una caratteristica finora inusuale ma che si sta affermando sempre di più nelle produzioni SBE recenti: il target dei giovani lettori. Come noto, prima ancora del debutto dei Bonelli Kids e di Dragonero Adventures, l'annuncio della pubblicazione di 4 Hoods ha rappresentato il primo vero slancio della casa editrice di via Buonarroti verso il pubblico più giovane (la cosiddetta "linea young" si arricchirà ulteriormente a maggio con il debutto della serie intitolata Creepy Past).
Rivolgersi ai giovani rappresenta senz'altro una delle sfide più difficoltose e al tempo stesso interessanti per la Bonelli contemporanea, tradizionalmente orientata verso il realismo e dedita a storie non pensate appositamente per lettori in età preadolescenziale. Va aggiunto però che, per stessa ammissione degli autori, questa serie va intesa come una produzione "all age", in grado di agganciare anche un pubblico più grande grazie a dei richiami alla cultura popolare dei decenni passati.
I punti di forza del progetto corrispondono alle sue debolezze, ovvero l'individuazione del target.
Laddove i ragazzi possono essere attratti dalla linearità della trama e dalla semplicità della raffigurazione dei protagonisti, i "meno giovani" avvertono una certa sensazione di familiarità: la grafica, i titoli e alcuni elementi narrativi richiamano aspetti ludici noti a un pubblico cresciuto negli anni '80 e '90, con evidenti citazioni al mondo dei giochi di ruolo. «Non ci vergogniamo a dire che le ore forse più divertenti della nostra adolescenza le abbiamo trascorse insieme ai nostri amici intorno a un tavolo, armati di carta, matite, dadi poliedrici e tanta fantasia. I giochi di ruolo sono stati (e sono ancora oggi) un modo di raccontare e vivere avventure fantastiche, il cui unico limite era (ed è) la nostra immaginazione» ha dichiarato infatti il curatore e disegnatore Riccardo Torti presentando la serie.
L'effetto nostalgia per gli adulti appassionati di giochi di ruolo deve essere coniugato poi con l'intento principale, ovvero quello di appassionare i più giovani. Ai lettori delle nuove generazioni, infatti, sembra essere rivolto l'approccio della narrazione, che punta alla semplicità senza però scadere nell'eccessiva superficialità.
Non sempre tutte queste necessità sono coniugabili al meglio: il vero rischio è di scontentare entrambe le tipologie di pubblico.
Insomma, a volte trovare l'equilibrio può dimostrarsi un'operazione complessa, ma va dato atto agli autori di essere riusciti, almeno in questo primo numero, a utilizzare bene quest'arma a doppio taglio.
Apprezzabile l'intento di non ricalcare lo stile Disney, detentrice di buona parte dell'entertainment destinato all'età preadolescenziale, ma cercare piuttosto di seguire una via nuova, differente. Ciò è legato verosimilmente anche alle origini del progetto. Come probabilmente già saprete, infatti, 4 Hoods è nato originariamente sul web. Nel corso di pochi mesi dalla sua nascita, dopo essersi sviluppato sui social come progetto "open", ha cambiato natura, con l'annuncio della pubblicazione da parte di Sergio Bonelli Editore di una serie cartacea con le avventure di questo "fantastico quartetto".
Certamente il lavoro sulla caratterizzazione dei personaggi sembra svolto in maniera adeguata, come era già evidente nel numero zero introduttivo (nell'episodio ristampato in appendice a questo numero uno, Tunnel & Troll). Ad esempio la struttura base dei 4 Hoods è sempre la stessa (poi personalizzata con i tratti distintivi dei singoli personaggi), braccia e gambe non vengono mostrati e non hanno lineamenti del volto per l’espressività. Questa stilizzazione li rende però decisamente accattivanti e appealing e serve senz'altro per favorire il processo di immedesimazione (vedi questo interessante approfondimento sul blog Comics Calling), ponendosi a contrasto con lo sfondo, reso in maniera realistica come avviene spesso nei cartoon.
In alcuni frangenti questa stilizzazione viene meno e i protagonisti vengono mostrati in maniera realistica, interrompendo il processo di identificazione e generando un effetto mosteriodo e straniante per i lettori.
Il metodo produttivo delle storie peraltro è abbastanza interessante ed è legato a filo doppio all’animazione. L'impostazione della regia delle tavole e la realizzazione dei layout sono stati svolti separatamente rispetto ai disegni definitivi (ad opera rispettivamente di Federico Rossi Edrighi i primi e di Riccardo Torti gli ultimi). Fanno eccezione alcuni inserti, come le bellissime quattro tavole di flashback del primo episodio realizzate direttamente da Rossi Edrighi.
Il castello di ghiaccio - parte 1
Soggetto, sceneggiatura e layout: Federico Rossi Edrighi
Disegni: Riccardo Torti, Federico Rossi Edrighi (pagg. 9-12)
Colori: Annalisa Leoni, Enrico Rollo (pagg. 9-12)
Il castello di ghiaccio – parte 2
Soggetto, sceneggiatura e layout: Federico Rossi Edrighi
Disegni: Riccardo Torti
Colori: Annalisa Leoni, Gabriele Bagnoli
Tunnel & Troll
Disegni: Riccardo Torti
Colori: Annalisa Leoni
Ha fatto il suo esordio questo mese la serie Bonelli dedicata alle avventure di quattro avventurieri incappucciati: Verde, audace arciere, Rosso, maga e incantatrice, Barba, rude guerriero, e Viola, ladro e assassino. Il primo albo è realizzato da Roberto Recchioni, Federico Rossi Edrighi, Riccardo Torti e Annalisa Leoni, con il contributo di Enrico Rollo e Gabriele Bagnoli come coloristi (ad affiancare Annalisa Leoni) e di Cristiano Spadoni, già apprezzato copertinista di Julia, per la cover insieme a Recchioni.
Quando debutta una nuova serie Bonelli è difficile per un lettore di fumetti seriali (o - perché no? - per un lettore in generale) sottrarsi alla curiosità di leggerla e scoprire com'è. Nel caso di 4 Hoods, si aggiunge anche la volontà di approfondire una caratteristica finora inusuale ma che si sta affermando sempre di più nelle produzioni SBE recenti: il target dei giovani lettori. Come noto, prima ancora del debutto dei Bonelli Kids e di Dragonero Adventures, l'annuncio della pubblicazione di 4 Hoods ha rappresentato il primo vero slancio della casa editrice di via Buonarroti verso il pubblico più giovane (la cosiddetta "linea young" si arricchirà ulteriormente a maggio con il debutto della serie intitolata Creepy Past).
Rivolgersi ai giovani rappresenta senz'altro una delle sfide più difficoltose e al tempo stesso interessanti per la Bonelli contemporanea, tradizionalmente orientata verso il realismo e dedita a storie non pensate appositamente per lettori in età preadolescenziale. Va aggiunto però che, per stessa ammissione degli autori, questa serie va intesa come una produzione "all age", in grado di agganciare anche un pubblico più grande grazie a dei richiami alla cultura popolare dei decenni passati.
I punti di forza del progetto corrispondono alle sue debolezze, ovvero l'individuazione del target.
Laddove i ragazzi possono essere attratti dalla linearità della trama e dalla semplicità della raffigurazione dei protagonisti, i "meno giovani" avvertono una certa sensazione di familiarità: la grafica, i titoli e alcuni elementi narrativi richiamano aspetti ludici noti a un pubblico cresciuto negli anni '80 e '90, con evidenti citazioni al mondo dei giochi di ruolo. «Non ci vergogniamo a dire che le ore forse più divertenti della nostra adolescenza le abbiamo trascorse insieme ai nostri amici intorno a un tavolo, armati di carta, matite, dadi poliedrici e tanta fantasia. I giochi di ruolo sono stati (e sono ancora oggi) un modo di raccontare e vivere avventure fantastiche, il cui unico limite era (ed è) la nostra immaginazione» ha dichiarato infatti il curatore e disegnatore Riccardo Torti presentando la serie.
L'effetto nostalgia per gli adulti appassionati di giochi di ruolo deve essere coniugato poi con l'intento principale, ovvero quello di appassionare i più giovani. Ai lettori delle nuove generazioni, infatti, sembra essere rivolto l'approccio della narrazione, che punta alla semplicità senza però scadere nell'eccessiva superficialità.
Non sempre tutte queste necessità sono coniugabili al meglio: il vero rischio è di scontentare entrambe le tipologie di pubblico.
Insomma, a volte trovare l'equilibrio può dimostrarsi un'operazione complessa, ma va dato atto agli autori di essere riusciti, almeno in questo primo numero, a utilizzare bene quest'arma a doppio taglio.
Apprezzabile l'intento di non ricalcare lo stile Disney, detentrice di buona parte dell'entertainment destinato all'età preadolescenziale, ma cercare piuttosto di seguire una via nuova, differente. Ciò è legato verosimilmente anche alle origini del progetto. Come probabilmente già saprete, infatti, 4 Hoods è nato originariamente sul web. Nel corso di pochi mesi dalla sua nascita, dopo essersi sviluppato sui social come progetto "open", ha cambiato natura, con l'annuncio della pubblicazione da parte di Sergio Bonelli Editore di una serie cartacea con le avventure di questo "fantastico quartetto".
La natura "open" iniziale sembra ripercuotersi nelle premesse: un'ambientazione e delle storie alle quali chiunque può partecipare attivamente, con la propria fantasia, imparando a disegnare i quattro protagonisti, realizzati in modo stilizzato anche appunto per permettere di essere facilmente riprodotti. Vengono in aiuto le istruzioni su come disegnare i 4 Hoods (già presenti nel numero zero).
Del resto, l'intento partecipativo è uno dei pregi migliori del progetto: se 4 Hoods riuscirà davvero a stimolare la fantasia dei giovani lettori, allora sarà un prodotto riuscito fino in fondo. Perché è questo che le storie fantasy (e, in generale, le storie) migliori riescono a fare: incentivare chi ne fruisce a farle proprie, creando, fantasticando, ipotizzando possibili evoluzioni, seguiti e conclusioni delle avventure.
In alcuni frangenti questa stilizzazione viene meno e i protagonisti vengono mostrati in maniera realistica, interrompendo il processo di identificazione e generando un effetto mosteriodo e straniante per i lettori.
Il metodo produttivo delle storie peraltro è abbastanza interessante ed è legato a filo doppio all’animazione. L'impostazione della regia delle tavole e la realizzazione dei layout sono stati svolti separatamente rispetto ai disegni definitivi (ad opera rispettivamente di Federico Rossi Edrighi i primi e di Riccardo Torti gli ultimi). Fanno eccezione alcuni inserti, come le bellissime quattro tavole di flashback del primo episodio realizzate direttamente da Rossi Edrighi.
Il lavoro di colorazione è altrettanto importante. Annalisa Leoni, coadiuvata da Enrico Rollo nel primo episodio e Gabriele Bagnoli nel secondo, ha realizzato gli sfondi rifacendosi, oltre che all'animazione, alle scenografie teatrali, con un effetto simil-dipinto che impreziosisce le tavole.
Ogni albo di questa serie fantasy avventurosa è composto da tre storie. Le prime due sono incentrate sulla “main quest” (mutuando il gergo dei giochi di ruolo) e portano avanti la narrazione principale. La terza è invece una storia autoconclusiva di 20 pagine, la “side quest”, narrativamente slegata dalla trama principale. Nei prossimi numeri vi parteciperanno guest authors quali Ausonia, Giulio Rincione, Werther Dell’Edera, Giovanni Masi e Rita Petruccioli, Davide La Rosa e Samuel Spano, Kevin Scauri e Antonio Zeoli, Michele Monteleone e Simone Pace, Elisabetta Melaranci con i colori di Dario Santarelli.
L'albo, ben curato in ogni suo aspetto, si presenta come un vero e proprio magazine, corredato da articoli dedicati al fantasy, ma anche con un poster in allegato, che riporta sul retro l'immancabile mappa che rende felice ogni amante del genere.
È ancora presto per stabilire se 4 Hoods sarà davvero la nuova frontiera del fumetto fantasy, con un occhio di riguardo verso i giovani in età preadoleascenziale. Per ora abbiamo un discreto prodotto di intrattenimento, che parte da uno spunto semplice ma buono e presenta disegni azzeccati che mescolano personaggi ritratti con pochi segni a sfondi pittorici e dettagliati. Inoltre, l'albo è davvero ben confezionato e, nonostante alcuni aspetti potrebbero rivelarsi alla lunga non pienamente convincenti, ci sentiamo di consigliarvi di dare una possibilità a questa nuova serie SBE, all'insegna, come sempre, dell'avventura.
Ogni albo di questa serie fantasy avventurosa è composto da tre storie. Le prime due sono incentrate sulla “main quest” (mutuando il gergo dei giochi di ruolo) e portano avanti la narrazione principale. La terza è invece una storia autoconclusiva di 20 pagine, la “side quest”, narrativamente slegata dalla trama principale. Nei prossimi numeri vi parteciperanno guest authors quali Ausonia, Giulio Rincione, Werther Dell’Edera, Giovanni Masi e Rita Petruccioli, Davide La Rosa e Samuel Spano, Kevin Scauri e Antonio Zeoli, Michele Monteleone e Simone Pace, Elisabetta Melaranci con i colori di Dario Santarelli.
L'albo, ben curato in ogni suo aspetto, si presenta come un vero e proprio magazine, corredato da articoli dedicati al fantasy, ma anche con un poster in allegato, che riporta sul retro l'immancabile mappa che rende felice ogni amante del genere.
È ancora presto per stabilire se 4 Hoods sarà davvero la nuova frontiera del fumetto fantasy, con un occhio di riguardo verso i giovani in età preadoleascenziale. Per ora abbiamo un discreto prodotto di intrattenimento, che parte da uno spunto semplice ma buono e presenta disegni azzeccati che mescolano personaggi ritratti con pochi segni a sfondi pittorici e dettagliati. Inoltre, l'albo è davvero ben confezionato e, nonostante alcuni aspetti potrebbero rivelarsi alla lunga non pienamente convincenti, ci sentiamo di consigliarvi di dare una possibilità a questa nuova serie SBE, all'insegna, come sempre, dell'avventura.
Il Sommo audace
Soggetto, sceneggiatura e layout: Federico Rossi Edrighi
Disegni: Riccardo Torti, Federico Rossi Edrighi (pagg. 9-12)
Colori: Annalisa Leoni, Enrico Rollo (pagg. 9-12)
Il castello di ghiaccio – parte 2
Soggetto, sceneggiatura e layout: Federico Rossi Edrighi
Disegni: Riccardo Torti
Colori: Annalisa Leoni, Gabriele Bagnoli
Tunnel & Troll
Soggetto e Sceneggiatura: Roberto Recchioni
Layout: Federico Rossi EdrighiDisegni: Riccardo Torti
Colori: Annalisa Leoni
Per le immagini: © 2018 Sergio Bonelli Editore.