Nodi – L'esordio a fumetti di Fiamma

Quando la vita ha in serbo altri programmi, forse un nodo è ciò che può salvarti

Nodi è il fumetto d'esordio di Fiamma, all’anagrafe Fiamma Ficcadenti, per Bao Publishing, pubblicatoad aprile di quest’anno. Classe 1989, Fiamma è un’architetta e una dottoressa di ricerca, prima ancora che fumettista. Se l’architettura è stato il suo amore ufficiale, il fumetto è stato il suo amante di lunga data, grazie al quale ha trovato il suo mezzo d’espressione. Nel 2023 l’unione di queste due arti ha dato vita a Io non sono qui (Vita Nostra Edizioni), una trasposizione a fumetti della sua tesi di dottorato sui campi profughi.

«La vita è un dono. Sempre che non si mischino le lettere.»

La protagonista è Fiamma stessa, un’architetta a cui la pandemia di Covid-19 ha sparigliato le carte. Da una vita passata sempre fuori casa, tra aule universitarie e studi di architettura romani, l’improvvisa immobilità a cui tutto il mondo viene costretto impone anche a lei di fermarsi, portando a galla ricordi che la sua mente aveva voluto dimenticare. La compagna di queste lunghe notti insonni è Vanda, la sua gatta, a cui piace infastidirla per poi essere viziata e venerata come tutti i gatti meritano. Quando l’emergenza pandemica finalmente termina, anziché essere sollevata nel poter riprendere la solita routine, Fiamma semplicemente rimane lì, immobile, chiusa tra le mura della sua casa, senza nessuna fretta di voler uscire. Tuttavia nella sua mente qualcosa si muove frenetico, fino a che diventa un vero e proprio mostro che assale lei e Vanda: il suo nome è Brigitta, un coacervo di proteine solide, in poche parole… un nodo! Nonostante lo spavento del loro primo incontro, Fiamma imparerà a conviverci, aiutata da Vanda e dalle persone che le vogliono bene, affrontando ciò che l’ha spinta ad abbandonare i fumetti tanto tempo fa.


«Eterna! Capoccia! Sineddoche del mondo infame! Roma, la più bella del reame.»

I resti dell’antica civiltà romana, così lontana nel tempo, hanno lasciato su Roma una traccia indelebile, dando alla città quell’aura magica e solenne che la contraddistingue. Se questo è vero da un lato, dall’altro c’è la contemporaneità, di cui spesso il romano doc ricorda solo i difetti: incuria, disorganizzazione, caos. Roma è una città che ti mastica e ti travolge, tuttavia non si può fare altro che amarla. Fiamma questa città ha avuto occasione di viversela, di studiarla, assorbirla e ri-viverla con l’occhio critico dell’architetto, di chi conosce il valore dello spazio pubblico, in senso geografico, psicologico e politico. Ha frequentato Valle Giulia, emblema dei tumulti del ’68, centro indiscusso della cultura architettonica di quegli anni. Di Roma l’autrice conosce pregi e difetti, per questa ragione riesce a raccontarne tutta la sua inguaribile contraddizione.

Ed è proprio la contraddizione il fulcro di questa storia, il nodo personale di Fiamma. Cosa succede a una ragazza che, dopo aver vissuto la perdita più grande che potesse avere, si costringe a funzionare nonostante tutto il dolore? Inizia a vivere di paradossi, cerca di occupare il suo posto nel mondo nel modo meno problematico possibile per chi le sta intorno, anche se ciò non coincide con la strada che avrebbe scelto per sé. Indossa una maschera, un’armatura, nel suo caso i capelli sempre legati, per poter andare avanti e continuare a fingere che tutto questo le vada bene, anche se in realtà non è così. Soltanto anni dopo, quando un evento imprevedibile, dalla portata globale, la travolge in pieno, riesce ad avere il coraggio di mettere tutto in dubbio, a partire da sé stessa.

Il mirabolante terzetto composto da Fiamma, Vanda e Brigitta è il centro dell’azione di tutto il volume, per cui è quello maggiormente caratterizzato. Gli altri personaggi fanno un po’ da sfondo, si nota in particolare l’assenza di un personaggio (non dirò quale per non fare spoiler) che forse non è stato introdotto al momento giusto. La risoluzione dell’intreccio perde un po’ di forza a causa di questa scelta, sembra quasi un’occasione mancata. Ci sono diversi punti in comune con le autobiografie di altri artisti, di cui il mercato fumettistico sembra essere ormai saturo. Bisogna ricordare che questo fumetto è solo il primo gradino della scala che simboleggia il percorso fumettistico di Fiamma, che sicuramente nel tempo può solo maturare e evolversi in meglio.

Dal punto di vista grafico lo stile è prettamente umoristico, ricorda molto quello di Zerocalcare, uno degli autori a cui Fiamma si è ispirata, insieme ad Andrea Pazienza e a Ken Niimura. Il disegno dei personaggi non è sempre “a modello”, ci sono delle variazioni ad esempio nelle proporzioni della stessa Fiamma, che cambiano se sta svolgendo il ruolo di protagonista vera e propria o quello di narratrice. Potrebbe essere stata una scelta voluta per sottolineare questa doppia veste, tuttavia non convince a pieno ed è un aspetto che può essere sicuramente migliorato. Ho apprezzato i momenti in cui l’autrice cerca di liberarsi dai limiti che il medium le impone, attraverso la variazione dello stile e della tipologia di disegno, cercando di ricreare qualcosa di più materico dove lei possa “esistere pienamente”.

Nodi è il bisogno primordiale di Fiamma di rendersi visibile per ciò che è realmente. È la necessità di perdonarsi e accettarsi, l’opportunità di parlare alle persone che hanno provato lo stesso tipo di dolore, per aiutarle a convivere con esso e trarne il buono che può derivarne. 

Claudia Carrozzino


Nodi

Testi e disegni: Fiamma
Casa editrice: Bao Publishing
Data di pubblicazione: aprile 2025
Formato: 208 pagine, brossurato, bianco e nero
Prezzo: 22€

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