Mentre il mondo guarda – Vignette contro l'indifferenza
Tra le centinaia di migliaia di Palestinesi costretti a lasciare le proprie case nel 1948 ci sono anche i nonni di Gina Nakhle Koller, che si rifugiano in Libano, dove lei nascerà nel 1982. La sua crescita è segnata dall’instabilità dell’atmosfera politica libanese. Abituata a vivere in un contesto di guerra, trova nell’arte il mezzo espressivo per elaborare quello che accade intorno a sé, si laurea in Grafica e successivamente si specializza in Illustrazione, trasferendosi in Svizzera.
Dopo gli eventi del 7 ottobre 2023, è costretta a guardare da lontano l’inasprirsi ulteriore della violenza in Palestina. Per combattere il senso di impotenza provato, inizia a disegnare una vignetta al giorno per raccontare le condizioni del popolo palestinese.
Attraverso le sue illustrazioni, pubblicate su Instagram, obbliga le persone a fermarsi a fare i conti con una sofferenza al di là di ogni possibile comprensione umana. Le vignette hanno il potere di arrivare direttamente a chi guarda, parlando alle emozioni e non soltanto alla testa e minando l’indifferenza dell’opinione pubblica. È un linguaggio che non ha limiti: permette di unire realtà e finzione per catturare il livello visibile e quello invisibile della sofferenza.
I disegni sono in bianco e nero e trasmettono tutta la crudezza e la durezza della realtà atroce che raccontano. L’autrice usa un tratto semplice, forti contrasti e qualche tratteggio, accompagnando le immagini con testi brevi e diretti, scritti in inglese per raggiungere un pubblico più ampio. È un lavoro di testimonianza e insieme di protesta, che documenta un genocidio ancora in corso.
I mezzi di informazione attuali permettono di mostrare la sofferenza di massa in tempo reale, ma l’effetto sembra essere un’agghiacciante normalizzazione del dolore. Il mondo guarda, ma non agisce, e spesso distorce i fatti o li minimizza. In questo panorama, l’arte può diventare una forma di resistenza e lotta politica, che sfida la narrativa dominante risvegliando le coscienze e portando a un’assunzione di responsabilità.
Quella di Gina Nakhle Koller è una presa di posizione, un’arma di protesta urlata contro il sistema di oppressione.
Dal 3 gennaio al 4 febbraio 2025 si è tenuta a Napoli Falastin Hurra (traduzione araba di Palestina Libera): una mostra collettiva di tavole, illustrazioni e vignette in appoggio alla causa palestinese, nata su iniziativa di un piccolo gruppo indipendente. L’ossatura della mostra sta nel progetto “Kufia, matite italiane per la Palestina”, realizzato proprio a Napoli 35 anni fa coinvolgendo grandissimi disegnatori come Crepax o Pazienza. Il successo di quel progetto generò negli anni successivi edizioni con ancora più autori, l’ultima delle quali fatta con la direzione di Gianluca Costantini nei primi anni 2000. Negli ultimi anni è tornata forte la necessità per il mondo del fumetto di rompere il muro di silenzio e non rimanere inerme di fronte allo sterminio del popolo palestinese e si è scelto di riprendere il lavoro dei tanti fumettisti e illustratori italiani e internazionali che hanno parlato della Palestina degli ultimi settant’anni. In quest’occasione sono state esposte anche alcune opere di Gina Nakhle Koller, attirando l’attenzione di Eris Edizioni, che ha deciso di dare spazio alla sua arte attraverso una raccolta di vignette.
Il libro Mentre il mondo guarda: un anno a Gaza 2023-2024 è stato presentato al Salone del Libro 2025. I testi sono in italiano e in inglese, per rendere l’opera più accessibile, mantenendo intatto il lavoro originale.
Sfogliando queste pagine è impossibile non pensare a Joe Sacco e in particolare a Palestina, il suo reportage a fumetti del 1992. Gina Nakhle Koller lo considera un punto di riferimento e ne ammira il lavoro rivoluzionario, pur essendo consapevole di avere scelto una rappresentazione molto diversa, modellata sulle emozioni e sull’immediatezza di immagini tra loro autonome, scelte compiute anche per adeguarsi al flusso costante di informazioni e immagini che si incontrano oggi sui media.
È una lettura faticosa ma fondamentale per essere dolorosamente consapevoli di quello che accade poco lontano da noi. Perché non possiamo assuefarci all’ingiustizia e assistere passivamente alla violazione di ogni diritto umano. In copertina, un occhio costretto ad aprirsi ci invita a non distogliere lo sguardo dall’orrore e ci ricorda che l’indifferenza rende complici.
Lavinia Buffa