MACERIE PRIME sei mesi dopo

Il cubo di Rubik dell'esistenza


Sono passati sei mesi. Nella vita reale così come in quella di Calcare e dei suoi amici. Li abbiamo lasciati ognuno con un pezzo mancante, naufraghi impotenti delle loro esistenze, travolti dalle macerie. Stanno per ritrovarsi dopo essersi persi di vista per sei mesi: incalzati dallo scadere del tempo e da un cielo in tempesta non resterà loro che compiere un ultimo, disperato ed estremo tentativo di imparare a campare.



In Macerie prime – sei mesi dopo Zerocalcare riprende le vicende introdotte nel volume precedente (Macerie prime, pubblicato a novembre 2017 da BAO Publishing), senza poterle concludere tutte e, soprattutto, in maniera definitiva. Lettori avvisati: non aspettatevi un finale risolutivo o rivelatorio, rimettere insieme i pezzi certamente non è così facile.
Nel raccontare l’evolversi di difficoltà, frustrazioni e fallimenti dei personaggi l’autore evita consapevolmente qualsiasi tipo di giudizio e semplificazione, lasciando che siano i vissuti, i pensieri e le emozioni a parlare alla “pancia” di chi legge. In questo secondo volume le tematiche presentate in Macerie prime (caratteristiche, in realtà, di tutta la produzione di Michele Rech) sono descritte infatti in modo molto più intimo e introspettivo: alcune tavole e una serie di sequenze colpiscono con una durezza disarmante e sono in grado di restituire tutta la sofferenza e la precarietà proprie della condizione umana, tanto che ciò che emerge alla fine della lettura è una rappresentazione - non più e non solo generazionale - ma esistenziale del nostro tempo.
Oh, so difficili i cubi di Rubik. Non è che ci giocherelli tre minuti mentre stai al telefono e li risolvi così: ecco spiegato il perché da Macerie prime - sei mesi dopo non dovete aspettarvi risposte.
Empatia e tanta riflessività, quindi, ma non solo: non mancano l’ironia cinica e “rebibbiese” di Calcare, i riferimenti e le citazioni alla cultura pop degli anni ’80 (che sarà nobilitata significativamente nelle ultime pagine) e alcuni colpi di scena davvero entusiasmanti (uno su tutti, quel Back with a bang che ribalterà – di nuovo – la coscienza del protagonista). Si tratta di tutti gli elementi distintivi della narrazione dell’autore, quelli che lo rendono unico e tengono saldo il legame con un pubblico sempre più ampio ed eterogeneo, solo che, questa volta, sono resi con una coerenza e una consistenza tali da segnare a tutti gli effetti la piena maturità di Zerocalcare. 


Alla fine noi siamo ‘sta roba qua. Sopravvissuti, imperfetti, pieni di cicatrici che ci siamo fatti tra di noi. È così, quando attraversi la vita. Ti usuri. E non puoi più tornare com’eri prima. Ci devi stare. Per imparare a campare sono tanti i pezzi che si perdono e rimettere insieme quello che ne resta non è per niente semplice. Eppure, forse, un modo esiste. Siete stati avvertiti di non aspettarvi risposte da Macerie prime – sei mesi dopo, è vero, ma non potrete che lasciarvi sorprendere dalla profonda e autentica umanità della sua conclusione.
Angela Convertini



MACERIE PRIME sei mesi dopo
di Zerocalcare
BAO Publishing / maggio 2018








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