Caput Mundi #1

Le notti della città eterna: il vampiro, i lupi e sua eminenza



"Roma caput mundi regit orbis frena rotundi", riportava il sigillo di Federico Barbarossa, Imperatore del Sacro Romano Impero e nonno di Federico II di Svevia. "Roma capitale del mondo regge le redini dell’orbe rotondo": e se a dirlo era il Barbarossa, uno che di potere se ne intendeva abbastanza, sarà vero. Così è stato, così è e inevitabilmente così sarà.
Proprio di questo parla il fumetto che i vostri affezionati Audaci recensiscono per voi: di potere.

Il primo numero di Caput Mundi (sottotitolo: I mostri di Roma) segna l’esordio dell’Universo Cosmo, dimensione immaginaria (ma non per questo completamente irreale) destinata a rappresentare un punto d’incontro tra i vari personaggi dell’editoriale Cosmo, che vedremo coesistere e interagire tra loro. Già a partire da questo numero, ritroviamo una vecchia conoscenza: Pietro Battaglia, il vampiro siciliano creato da Roberto Recchioni e Leomacs.
"Ancora non avete capito che questa è una storia di mostri?"  
Pietro Battaglia

In realtà una delle caratteristiche che saltano subito all'occhio in Caput Mundi è che il lettore non si rende conto sin dalle prime pagine che si tratta di una storia “di mostri”. Questo perché sapientemente Michele Monteleone e Dario Sicchio, sceneggiatori dell'albo, utilizzano la parte iniziale della storia per presentare i personaggi, che si esprimono con dialoghi gergali e senza troppi peli sulla lingua, evitando però almeno in questa fase di mostrare la loro "seconda natura" sovrannaturale, che viene solo accennata. Assistiamo così a una storia di periferia, dove regna sovrana la criminalità, in luoghi pieni di sangue e gente pronta a tutto pur di sopravvivere.
L'idea alla base della serie è semplice quanto intrigante: se la narrazione di genere, che siamo ormai abituati a vedere in tv e al cinema (e anche su carta), funziona egregiamente nelle ambientazioni estere, come sarebbe se venisse traslata a Roma, città con una storia millenaria e non a caso chiamata "città eterna"? È un po' uno spunto speculare e consequenziale a quanto fatto al cinema in epoca recente con Suburra e Lo chiamavano Jeeg Robot, pellicole che hanno dimostrato un respiro e un gusto decisamente internazionali.




Come un film fatto d'inchiostro, Caput Mundi mette su carta un orrore solo apparentemente fantasioso, miscelando con cura un realismo intenso e duro con la rivelazione del lato "mostruoso" e sovrannaturale di alcuni dei suoi protagonisti.
Un aspetto per niente marginale della narrazione risiede nell'ambientazione. Una Roma violenta, ombrosa, dove di notte prende forma un mondo completamente differente, tra lotte sanguinolente, intrighi di potere e vite in bilico.
Monteleone e Sicchio così mettono in scena, in un crescendo granguignolesco, un primo e convincente episodio (di sei) che non si conclude con l'ultima pagina ma invita il lettore a continuare a seguire l'iniziativa, nella speranza di ritrovare parte dei protagonisti apprezzati in questo episodio (Nero su tutti). I due giovani autori, sotto la cura editoriale di Giulio A. Gualtieri, confezionano un albo che definire "recchioniano" non è azzardato. L'impronta dello sceneggiatore romano c'è e si fa sentire. La narrazione è sempre velocissima, per gran parte delle oltre 140 pagine, i momenti splatter non vengono lesinati, mentre gli accenni al passato traumatico dei protagonisti sono appena sussurrati in modo da lasciare sapientemente qualcosa di non detto ma che si riesce già a percepire tra le righe e proprio per questo intriga
Abbiamo accennato finora ai lupi mannari e ai vampiri ma i veri mostri della storia non sono loro, sono le alte sfere, gli inquilini del Vaticano, uomini in gonnella i quali trascurano la cura delle anime del loro gregge e riciclano denaro con droga e malaffare. E il buon Pietro Battaglia è il loro letale emissario nero.





I disegni, assai pregevoli, sono firmati da Pietrantonio Bruno. Questo giovanissimo disegnatore, classe 1996, nato a Barletta (in terra Audace) e trasferitosi proprio nella Caput Mundi per studiare presso la scuola internazionale di Comics, è una promessa del fumetto italiano. Su questo saremo d'accordo in tanti. Il suo lavoro ai disegni è particolarmente efficace nel rendere l'oscurità dello scenario. Le ombre disegnano solchi lungo i visi, rendendoli talvolta indecifrabili e misteriosi e altre volte terribilmente affascinanti. Il dinamismo delle scene d'azione ricorda per impostazione un layout nello stile dei comics americani, pieno di tavole dal notevole impatto. Forse non tutte le pagine dell'albo sono sul medesimo livello, ma il suo tratto spessissimo e l'impostazione americana sono corollari di una potenza espressiva coraggiosa, apparentemente non arginabile: che Leomacs abbia trovato un degno erede? Vogliamo sperare di sì.


Marco Mastrazzo, che ha avuto l'onore e l'onere di esordire negli stessi giorni anche come copertinista dello Speciale Dylan Dog di Bilotta (dopo il debutto assoluto con la cover del Dylan Dog Color Fest #20 di febbraio), sforna una signora copertina. Il suo lavoro, molto curato e di qualità altissima, ricorda alcune locandine promozionali per il lancio di film e il suo stile pittorico non può non riportare alla mente quello di maestri come Gabriele Dell'Otto e Simone Bianchi. Il suo Pietro con la sigaretta e il ghigno mefistofelico campeggia al centro dell'inquadratura, con tutti gli altri comprimari che lo circondano su un letto bianco come un sudario e rosso come il sangue: una delle copertine più belle e terribili tra quelle pubblicate quest'anno in edicola! 


Insomma, concludiamo affermando che questa collana, insieme all'altra nuova serie prevista per ottobre (Un eroe Una battaglia), rappresenta un esordio importante. Essa presenta infatti un inedito universo narrativo con notevoli potenzialità e si differenzia da produzioni come Battaglia per la presenza di personaggi ideati appositamente e per l'idea di investire in maniera continuativa e massiccia nel fumetto italiano. Non possiamo che augurarci che l'idea abbia il futuro che merita.

Rolando Veloci & il Sommo



Caput Mundi - I Mostri di Roma #1
Città di lupi
Editoriale Cosmo
Settembre 2017

SOGGETTO: Roberto Recchioni, Michele Monteleone e Dario Sicchio
SCENEGGIATURA: Michele Monteleone e Dario Sicchio
REVISIONE TESTI: Roberto Recchioni
DISEGNI: Pietrantonio Bruno
COPERTINA: Marco Mastrazzo






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