I giorni della merla - Manuele Fior

Dieci piccoli lampi








Ne I giorni della merla Coconino Press ha raccolto dieci storie brevi realizzate da Manuele Fior che si districano tra luoghi e tempi differenti. Dieci piccoli lampi di felicissime intuizioni, che dimostrano un'attenzione e una cura per il racconto davvero fuori dal comune.



Manuele Fior è uno degli artisti più eleganti, espressivi e apprezzati della sua generazione. Nato nel 1975, si è laureato in architettura a Venezia; in seguito ha vissuto e lavorato in varie nazioni, passando da Berlino a Oslo, mentre all'epoca della pubblicazione del volume la sua residenza era a Parigi. Questo breve excursus bio(geo)grafico sul copertinista di Mercurio Loi non è ininfluente nell'analisi dell'opera in questione, se non altro perché metà delle storie qui contenute sono ambientate in Francia, rinsaldando un legame che già era evidente nella precedente opera dell'autore, Le variazioni d'Orsay (2015), sulle cui pagine ha fatto rivivere e fondere tra loro gli artisti e i quadri esposti al Museo d'Orsay in un unico grande affresco.
Nel racconto Come stiamo si respira l'aria di Parigi dopo i tristemente noti attentati terroristici del 13 novembre 2015 al Bataclan, secondo le cronache la più cruenta aggressione in territorio francese dai tempi della Seconda guerra mondiale. "Smettete di chiedermi come sto", afferma l'autore, che si guarda intorno e riporta su carta le emozioni a caldo di una città ferita, alla ricerca di una rinnovata e difficilmente raggiungibile normalità. A tutti gli effetti si tratta di un atto di instant graphic journalism, una cronaca ma anche un atto d'amore verso la città.




Dalla lettura sequenziale di questi episodi, nati per esigenze alquanto diverse e pubblicati su vari quotidiani e riviste*, emergono dei temi centrali, fili conduttori che li percorrono ed accomunano: il viaggio, l'esplorazione, il trovarsi in un luogo diverso da quello in cui si è nati. Se in Aiuto al centro della narrazione c'è un bambino che si perde in un aeroporto, in Gita di classe è una maestra a ritrovare se stessa durante una gita a Parigi. Ma non c'è solo questo: ci sono storie di immigrazione e ricerca d'integrazione, vacanze estive per tornare nei luoghi natii, pittori in viaggio in cerca d'ispirazione. Uno degli intenti finali è quello di documentare una storia reale, spesso sfociando nel reportage e, appunto, nel graphic journalism (infatti molte di queste storie sono state pubblicate originariamente su riviste come Internazionale o quotidiani come La Stampa e La Repubblica)Spesso questo percorso si fonde a una ricerca interiore, un viaggio verso significati ulteriori dell'esistenza, rivelando, anche se celata o addirittura impercettibile, una componente molto personale, come nella già citata cronaca della Parigi post-Bataclan.



















Da un punto di vista puramente grafico, ogni tavola realizzata da Manuele Fior rende evidente un mix straordinario tra gusto per la composizione, equilibrio tra le parti e un'impareggiabile eleganza. Come i pittori d'altri tempi, poco importa la tecnica utilizzata, la grandezza delle vignette o il formato originario delle tavole: il risultato è costantemente un tripudio visivo.  


Se non l'avete già fatto, impegnatevi dunque a recuperare queste dieci perle preziose che Fior aveva disseminato lungo la strada. Avrete così un'ulteriore conferma, nelle vostre certezze segrete e inoppugnabili, di avere a che fare con un autore dal talento raro e cristallino, di quelli per cui ogni opera rappresenta un piccolo grande evento.


Il sommo audace

























"I giorni della merla"
DATA: 2016
COCONINO PRESS/FANDANGO

TESTI, DISEGNI E COPERTINA: Manuele Fior






* Le storie qui raccolte sono state pubblicate in origine sui quotidiani La Stampa e La Repubblica, su Internazionale, sul mensile Le Monde Diplomatique, nei volumi francesi Vies Tranchées e Collectif Immigrants, su Papier gaché e nell’antologia letteraria I giorni della febbre (Minimum Fax). 

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