Va tutto bene

Quattro giovani a Berlino, tra realismo, progetti e precarietà, nella seconda opera di Alberto Madrigal



Alberto Madrigal probabilmente è uno dei pochi autori di fumetti ad aver compreso fino in fondo il significato del termine "contemporaneità". Già da Un lavoro vero (la sua opera precedente - nonché opera prima - del 2013) era possibile evincere l'interesse dell'autore verso modi di vivere, sentimenti e moti interiori caratteristici dei giovani del nostro tempo. Ma è con Va tutto bene (sempre pubblicata da Bao Publishing) che il suo affresco sulla vita odierna prende forma in maniera veritiera e sensibile, restituendoci inquietudini e paure, ma anche progetti e speranze di quattro giovani alle prese con il tentativo di realizzare i propri sogni.


"Qui tutti hanno un progetto."
È così che la storia inizia (e in parte finisce, visto che il monologo della voce narrante riprende proprio questo concetto per concludere il volume). Come "tutti", anche Sara ha un progetto da portare avanti e l'evoluzione (e messa in pratica) della sua idea fa da sfondo all'intera storia. Insieme a lei, Daniel, Eva e Stefano, ognuno con il proprio fardello e delle questioni irrisolte da affrontare. Tra ricerca di stabilità e voglia di realizzarsi, tutti loro si trovano alle soglie dell'età adulta, dove le decisioni iniziano a farsi più serie. È il momento della vita in cui molti avvertono il contrasto tra il bisogno di dare spazio ai propri sogni e l'esigenza di concretezza, di qualcosa che "funzioni" magari stabilmente. Ognuno di loro è costretto a prendere una posizione a riguardo e scegliere se diventar grande o se mantenere quella voglia di continuare a dar peso alle proprie, pur mutevoli, idee.

Madrigal narra con acuta schiettezza, non senza giocare ironicamente con il lettore: in più punti l'autore suggerisce rivelazioni o conclusioni che si dimostrano puntualmente sbagliate, divertendosi a giocare con allusioni fuorvianti (soprattutto nella seconda parte della storia, ambientata un anno dopo).
Le piccole o lunghe scene colme di silenzi vengono sfruttate per dar risalto ai personaggi, alle loro espressioni, ma anche alle strade e alla città, elementi ben presenti nella storia.




L'ambientazione berlinese è infatti importante e non si riconosce solo dagli scenari, dalla cupezza che spesso pervade gli ambienti o dalla torre Fernsehturm (situata vicino Alexanderplatz e mostrata dall'autore a pag. 61). La descrizione della vita in una città come Berlino è presente anche a livello concettuale, quale simbolo di dinamicità ed emblema di una certa cultura giovanile, nonché come implacabile entità divoratrice di sogni. 

Ogni tassello è presentato in maniera credibile senza appesantire il tutto con inutili monologhi o didascalie. Persino le citazioni musicali e cinematografiche non risultano gratuite. Daniel e Stefano vanno a vedere Before Midnight, il film del 2013 (scritto, diretto e prodotto da Richard Linklater, con protagonisti Ethan Hawke e Julie Delpy) che conclude la trilogia della storia d'amore tra Jesse e Celine dopo Prima dell'alba e Prima del tramonto. Il collegamento può essere intravisto con l'elemento sentimentale di Va tutto bene (rappresentato da Eva, Daniel e Sara), ma anche e soprattutto con lo scorrere del tempo. Così come Linklater nei tre film ha messo in scena gli stessi personaggi ma ogni volta con dieci anni di distanza, in maniera realistica e senza troppa enfasi, anche Madrigal sembra riflettere sul tempo trascorso da Un lavoro vero, sulla crescita dell'autore stesso (e dei suoi personaggi, che seppure non siano gli stessi nelle due storie, si somigliano terribilmente nei problemi e nei contesti).

I Charity Children, che compaiono nella storia di Madrigal nel ruolo di se stessi.

Inoltre, durante una serata molto particolare, i protagonisti sono al concerto dei Charity Children (non direttamente nominati durante la storia ma riconoscibili). I Charity Children sono un duo folk che ha iniziato la propria carriera suonando per strada a Berlino e pian piano riscuotendo successo fino a incidere Elizabeth (canzone i cui versi risuonano a pag. 42 e 43). Anche qui, implicitamente (o inconsciamente?), Madrigal sembra suggerire che sono in tanti a cercare il proprio destino in una grande città come Berlino, e questi due cantautori sembrano esserci riusciti in maniera molto umile e partendo da zero.
Graficamente lo stile dell'autore spagnolo, così sintetico e chiaro, spinge il lettore a concentrarsi sulle atmosfere, sui colori. La sua è una comunicazione grafica diretta, fatta di impressioni cromatiche e di linguaggio visivo efficacemente trasmesso, in modo da arrivare al lettore senza fronzoli. Forse a volte eccede nello stilizzare le figure, ma è un piccolo difetto francamente perdonabile, anche grazie alla resa di scene come quella dello smarrimento di Daniel, i cui contorni del viso si fanno impercettibili.
Sebbene lo stile diretto e i colori netti (quasi cartooneschi) sembrino in antitesi con il realismo della sceneggiatura, con uno sguardo d'insieme l'opera è percepibile come un quadro omogeneo in cui ogni componente (scrittura, disegni, colori) svolge il proprio ruolo in maniera coerente.

In buona sostanza, le piccole e grandi vicende sentimentali, lavorative ed esistenziali messe in scena da Madrigal sono certamente meritevoli di una lettura e di una riflessione. "La vita è piena di opportunità", suggerisce l'autore nel finale, e leggere Va tutto bene è senz'altro una di quelle opportunità da non perdere.

Giuseppe Lamola


Colonna sonora consigliata

Elizabeth dei Charity Children:



Consequence dei Notwist (band tedesca, tra l'altro):




Va tutto bene

AUTORE: Alberto Madrigal
EDITORE: Bao Publishing
ANNO: 2015














Un'anteprima da ISSUU delle prime tavole del volume



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