ADAM WILD #3 e 4 - Recensione

Due ottime storie di Manfredi e Laci, tra David Livingstone e l'anello mancante




Adam Wild era una delle nuove serie Bonelli che attendevamo con maggior interesse e finora non ha deluso affatto le aspettative audaci (vedi anche le recensioni dei primi due albi, qui e qui), anzi: Gianfranco Manfredi è riuscito in soli quattro albi a creare un affresco coerente e intrigante in cui il fascino dell'avventura si sposa con il sapore di una terra come l'Africa.

I segreti diari di David Livingstone

Il terzo albo di Adam Wild si apre con un'ottima (e, al solito, molto colta) introduzione dello scrittore Gianfranco Manfredi sulla figura di David Livingstone, storico esploratore che ha viaggiato a lungo in Africa e su cui è incentrata parte della trama dell'episodio. Adam Wild, insieme al conte Narciso e ad alcuni ex-schiavi, giunge nel villaggio di Ujiji, che lo stesso Livingstone circa vent'anni prima aveva liberato dai trafficanti di schiavi. Lì, Adam e Narcy trovano i diari segreti dell'esploratore, ma non hanno tempo di dedicarsi troppo alla lettura: gli schiavisti tornano per riprendere possesso dell'insediamento, di fatto ponendo sotto assedio il villaggio stesso.
Adam Wild è ancora una volta pronto ad entrare velocemente in azione, senza porsi troppe domande né tergiversare. Narcy si dimostra un personaggio in crescita e sempre più sfaccettato, già ben diverso dal borioso conte del primo numero. Viene inoltre introdotto il secondo membro della coppia di antagonisti di Adam: la tremenda Lady Winter, che non manca di avvicinarsi a quel Frankie Frost che già avevamo avuto il dispiacere di conoscere nel secondo episodio. Insomma, due cattivi da non sottovalutare, per crudeltà e freddezza, le cui strade si uniscono...
La storia, in perfetto equilibrio tra richiami storici, azione e approfondimento dei personaggi, chiude il trittico iniziale di Adam Wild sigillando la serie come uno dei migliori esordi del 2014 (e lasciando comunque varie trame in sospeso, tanto da poter essere quasi considerata la prima parte di una storia doppia che termina con il numero seguente).

La figura mitologico-scientifica dell'anello mancante

L'albo successivo (realizzato dal medesimo team creativo) è incentrato su una figura un po' fantasiosa e un po' scientifica: l'anello mancante tra l'uomo e la scimmia. Tale creatura, in realtà molto meno spaventosa e portentosa di come molti potrebbero immaginarsela, è un ominide (di cui si scoprirà alla fine l'origine), messo in vendita da Ashon e Diallo, due ex schiavi. I due erano stati liberati vari anni prima da Livingstone (come narrato nei diari dello stesso cui si accennava nel terzo numero): sono passati quindi da prede a predatori, un destino molto  verosimile per chiunque abbia subito delle angherie. Uno dei compratori disposti a tutto pur di entrare in possesso del "fenomeno" è lo stesso Frankie Frost, pronto a rivenderlo a un circo. A dargli filo da torcere però ci sarà il nostro Adam Wild, deciso, come sempre, a combattere il traffico di qualsiasi creatura e difenderne i diritti.
Questo episodio, forse leggermente meno brillante del precedente (soprattutto per il finale un po' tirato), conferma in ogni caso il grande affresco che si va a delineare sotto gli occhi del lettore: una serie molto ben curata sia per il modo in cui i personaggi si dispiegano e si muovono sulle tavole, sia per le trame, avvincenti e capaci di tenere incollati alle pagine.

Perché Gianfranco Manfredi ci ha stregato

Gianfranco Manfredi ci ha ammaliato, una volta di più! Ci ha costretti a diventare fan sfegatati di una serie che alcuni avevano un po' bistrattato, basandosi solo sull'estetica un po' retro del personaggio e su una generale idea di "classicità" che emergeva dalle anticipazioni sulla serie. Invece Manfredi, estremo conoscitore del mezzo espressivo e grandissimo narratore, è riuscito sinora a dare una continuità incredibile con lo stile tipico della Bonelli (l'Avventura con la "A" maiuscola), introducendo inoltre elementi di estremo interesse per il lettore moderno, come lo sviluppo certosino della caratterizzazione dei personaggi, l'inserimento della continuity (non strettissima ma comunque presente) e quel perfetto miscuglio tra elementi storici ed elementi di fiction che ha già fatto la fortuna di serie come Magico Vento e Volto Nascosto.

Laci

Vladimir "Laci" Krstic, il disegnatore del terzo e quarto numero di Adam Wild, è nato nel 1959 a Nis, in Serbia. Ha lavorato come illustratore, grafico e decoratore in teatro ed è stato direttore artistico dello storico periodico serbo "Gradina literary magazine". Ha pubblicato inoltre vari fumetti in Italia e nell'ex-Jugoslavia. Nel 2006, dopo una pausa di oltre vent'anni dal mondo del fumetto, ha iniziato a realizzare vari volumi per il mercato fumettistico francese, su testi di Sylvain Cordurié: prima Le céleste noir, poi due tomi di Sherlock Holmes e i vampiri di Londra (storie fantastiche ispirate al leggendario investigatore londinese, di prossima pubblicazione anche in Italia sotto il marchio Nowcomics, 001 Edizioni) e infine Sword. Viene poi arruolato nello staff di Adam Wild.
In questi due albi, Laci realizza quasi 200 pagine di ottima fattura (forse qualitativamente un po' meno brillanti sono quelle di Adam Wild #4, in alcuni passaggi meno curate nei dettagli). Il suo bianco e nero netto, preciso, definito dalle luci e dalle ombre, ci offre una narrazione solida e che bada alla sostanza. Davvero un disegnatore da tenere d'occhio.


Concludendo...

In chiusura, se non vi abbiamo dato almeno quattro validi motivi per dare una chance a questa serie (sempre che già non l'abbiate fatto, of course), allora stavolta avremo fallito l'audace missione!
Alla prossima Avventura!


Giuseppe "Giuppo" Lamola



ADAM WILD: “I diari segreti di Livingstone” eL'anello mancante
NUMERI: 3 e 4
DATA: Dicembre 2014 e Gennaio 2015
SERGIO BONELLI EDITORE

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Gianfranco Manfredi

DISEGNI: Laci
COPERTINA: Darko Perovic










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