«Uccidete Caravaggio!»

Lo Speciale a colori de Le Storie, di De Nardo e Casertano

L’estate della Bonelli è sempre più colorata, su questo non ci sono dubbi. Ma ad anticipare questa pioggia di colore di agosto ci ha pensato, a luglio, questo gioiellino che i vostri amici Audaci hanno pensato bene di recensire. Uccidete Caravaggio! è il primo degli speciali a colori della collana Le Storie ideata da Mauro Marcheselli e a cura di Gianmaria Contro.

Ai testi troviamo il bravo e prolifico Giuseppe De Nardo. Classe ‘58, lo sceneggiatore campano ha esordito nel mondo dei fumetti sulla fanzine Trumoon, per poi pubblicare storie sull’Intrepido e realizzare Billiteri e Billband. Dal 1995 inizia a collaborare con la Sergio Bonelli Editore: il suo esordio avviene proprio sulle pagine della testata di maggiore successo (Tex a parte, ovviamente!), Dylan Dog (La città perduta, numero 137, del febbraio 1998, con i disegni di Daniele Bigliardo). La sua ultima fatica dylaniata è Brucia, strega… brucia!, numero 336 della serie regolare in uscita a fine agosto per i disegni di Gabriele Ornigotti. Ha all’attivo ben venticinque storie dedicate all’Indagatore dell’Incubo e può vantare anche la sceneggiatura de La lunga notte di Sheila, numero sette della serie Julia, su soggetto dell’inarrivabile maestro della scrittura Giancarlo Berardi.

Ai disegni abbiamo la fortuna e il privilegio di trovare il maestro Giampiero Casertano. Milanese, classe ‘61 è nella squadra Bonelli dal lontano 1984, da quando realizza la sua prima storia di Martin Mystère, Tunguska! (n. 22 della serie regolare) sui testi dell’Alan Moore italiano, Alfredo Castelli. Per la serie ideata dal vulcanico Castelli, Casertano disegnerà altre storie: il suo tratto inconfondibile può essere apprezzato sui numeri 23, 24, 36, 37, 38, 50 e 51 della serie regolare, sugli splendidi Martin Mystère Extra 5 e 6 e sullo Speciale Martin Mystère 4. Tuttavia, quando in via Buonarroti viene varata una nuova serie, Dylan Dog, il nostro Giampiero passa stabilmente a disegnare le avventure dell’Indagatore dell’Incubo nato dalla mente del geniale Tiziano Sclavi. È con Attraverso lo specchio, lo splendido numero 10 del luglio 1987, che i lettori dell’inquilino di Craven Road iniziano ad amare il suo tocco.


La sua ultima fatica dylaniata è L’occhio di Balor, il numero 323, del luglio 2013, proprio per i testi di De Nardo. In mezzo, 28 albi della serie regolare, lo Speciale Dylan Dog n.5, la storia dell’Almanacco della Paura 2007, le storie dei Giganti 1, 2, 5, 16 e 22 e anche una storia sul primo Color Fest. Ma il suo impegno in Bonelli non si limita a queste due gloriose serie: il nostro è stato anche a lungo copertinista di Nick Raider, il primo giallo Bonelli ideato dal grande Nizzi; ha collaborato anche alla splendida serie di Carlo Ambrosini, Napoleone (chi non ha letto Racconto d’autunno ha tutta la nostra invidia: che meraviglia vi attende!); inoltre è attivo sulla collana de Le Storie, di cui ha realizzato due albi regolari (il primo della serie per i testi di Paola Barbato, Il boia di Parigi, che i vostri amici Audaci hanno qui recensito, e il numero 7, La Pattuglia, per i testi di Fabrizio Accatino).

Detto l’essenziale sugli autori di questa storia, passiamo in breve a raccontarvi – senza spoilerare troppo – il contenuto dell’albo.

Michelangelo Merisi (1571-1610) è oggi riconosciuto come uno dei più grandi geni della pittura di tutti i tempi. Ma le cose non sono sempre andate così. Per alcuni secoli successivi alla morte del maestro, l’arte del Caravaggio è stata oggetto di derisione, denigrazione e, persino, oblio. Le cose non andavano certo meglio durante la vita dell’artista. Sempre minato dalla sua irrequietudine, il genio di origine milanese ha vissuto una breve vita costellata da drammi e instabilità di ogni tipo che hanno, ovviamente, influenzato il suo modo di pensare, intendere e realizzare la propria arte. Le straordinarie vicende della sua vita, nonostante qualche inesattezza, sono abbastanza note ai più: famosissima, tra le tante, quella narrata da Bellori relativa all’omicidio, quando ancora era un ragazzo, di un giovane rivale. Questo sembrerebbe il reale motivo dell’allontanamento da Milano, per passare prima per Venezia e poi stabilirsi a Roma. Per chi voglia approfondire l’argomento, la bibliografia relativa al Caravaggio è, a oggi, sterminata: ci sentiamo di consigliarvi, tra i tanti testi, i due fondamentali contributi sull’argomento del prof. Calvesi, Caravaggio (Giunti, 1986) e Le realtà del Caravaggio (Einaudi, 1990).

Per l’occasione De Nardo  ha scelto di utilizzare una singolare – e, secondo noi, vincente – tecnica narrativa: il famoso pittore non è infatti il protagonista della storia che leggerete, ma l’oggetto di una quest. La fantasia dell’autore campano ha infatti partorito diverse figure di sicari assoldati dai più diversi mandanti: dall’immaginario Cardinale Villanova a un tenutario di bordelli che vuole vendetta per il fratello morto. Alle calcagna di Caravaggio troviamo sia il capitano Pablo Domingo Serrano e il suo fedele sodale Ramiro, uomini animati dal rispetto sia per l’uomo che per l’artista cui danno la caccia, e il malvagio Lagarde, tipico villain che ha conti in sospeso proprio con Serrano, pronto a tutto pur di portare a termine la missione e ricevere il compenso che gli è stato promesso. Tante le avventure, i viaggi, i duelli, i momenti drammatici e toccanti che troverete in questo speciale a colori di 128 pagine. Il ritmo della narrazione è sempre avvincente, complici i disegni a dir poco incantevoli e sempre funzionali di un Casertano in stato di grazia. Bene anche la colorazione a cura di Arianna "Orfani" Florean, che impreziosisce il tratto corposo del disegnatore milanese senza privarlo di profondità.

Insomma, un’altra uscita targata Le Storie che farà la felicità degli amanti dell’avventura con la “A” maiuscola!

Rolando Veloci




“Uccidete Caravaggio!” 
SERIE: Le Storie Speciale 
NUMERO: 1
DATA: luglio 2014
SERGIO BONELLI EDITORE 

SOGGETTO e SCENEGGIATURA: Giuseppe De Nardo
DISEGNI E CHINE: Giampiero Casertano
COLORI: Arianna Florean
COPERTINA: Aldo Di Gennaro

Post più popolari