Nathan Never #278

Fare la cosa giusta
 







Se non credete alle coincidenze, fate male. Infatti è solo una coincidenza il dato che quasi tutti gli albi di Nathan Never che abbiamo recensito negli ultimi mesi siano stati sceneggiati dal buon Davide Rigamonti (ad esempio il n.273 o il primo numero de Le Grandi Storie), non ce ne vogliano i restanti membri del rinnovato staff di scrittori della serie (da Mirko Perniola alla vecchia conoscenza Alberto Ostini, da Sergio Masperi a Giovanni Eccher, per citarne alcuni). Visto che ci troviamo, appunto, ne recensiamo un altro scritto da Rigamonti, cercando di mantenere le nostre abitudini e di fare comunque sempre “la cosa giusta” (non a caso, titolo dell’albo).


La storia del Nathan Never di luglio si apre con una riflessione riguardo gli ospedali come luoghi in cui la vita inizia e finisce, alcune persone ricevono notizie positive, altre notizie decisamente meno allegre. Subito dopo, ecco un omicidio truculento! 
In sole nove tavole, Rigamonti ci mostra nuovamente quelle che sono le caratteristiche di molte delle sue storie: l’orrore e le atmosfere cupe ma anche la profondità, la ricerca di un senso, l'introspezione. A differenza dei soliti pensieri attribuiti al nostro Nathan, stavolta le riflessioni contenute nelle didascalie (alcune molto malinconiche e ben orchestrate!) appartengono all'ex detective privato Patrick Loneson (vero e proprio co-protagonista dell’albo), che deve fare i conti con un evento passato che lo tormenta. Questo evento, non staremo qui a soffermarci sul come o sul quando, ma si ricollega con una serie di delitti perpetrati da un nuovo serial killer che sembra uccidere prevalentemente uomini che hanno maltrattato le loro mogli o compagne.


Se sin qui la storia sembrerebbe del tutto classificabile all’interno di un genere noir (per il detective maledetto e per il passato ombroso) o horror (per i truculenti delitti), a riportarla sui binari della fantascienza distopica ci pensa la pregevole trovata di inserire un elemento straniante e bizzarro nella storia: quando durante le indagini Nathan va a visitare "Voice is life", ovvero quel centralino cui si rivolgono le donne che subiscono maltrattamenti, scopre che le voci attente e sincere e così pronte all’ascolto del centralino in realtà appartengono a…robot!
Lo sgomento di Nathan è anche il nostro, nel vedere come in un futuro in cui la tecnologia dovrebbe aiutare l’uomo si è deciso di sostituirlo in una attività tanto umana e delicata come quella di stare vicino a delle vittime di violenza domestica. A questo fa da contrappunto l’antitetica ricerca di Nathan di qualcuno con cui parlare (alla fine dell’albo), che si risolve nel trovare un amico in Mac, il robot che appariva così spesso nei primi albi della serie e che è ritornato protagonista nel numero di maggio di Universo Alfa (il n.14, intitolato “Il mondo dei robot”). 

Questo tema, insomma, basterebbe a decretare la bontà dell’albo, ulteriormente impreziosito dalle tavole di Max Bertolini, già copertinista di Universo Alfa e assente da tempo dalla serie regolare (che già aveva lavorato con Rigamonti sul n.30 di Agenzia Alfa, “Quando la ragione tace”). Bertolini ci offre una prova in cui tavole molto dettagliate si alternano a tavole in cui emerge prepotentemente la manichea contrapposizione dei bianchi e dei neri, favorendo la narrazione e rendendola particolarmente profonda.

Chiudiamo promettendovi che la prossima volta che leggerete un post su Nathan Never sul nostro blog, sarà di una storia NON scritta da Davide Rigamonti (manterremo davvero la promessa??).


Giuseppe "Giuppo" Lamola


“La cosa giusta”
SERIE: Nathan Never
NUMERO: 278
DATA: Luglio 2014
SERGIO BONELLI EDITORE

SOGGETTO e SCENEGGIATURA: Davide Rigamonti
DISEGNI e CHINE: Max Bertolini
COPERTINA: Sergio Giardo (colori di Gianmauro Cozzi)

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