GARRETT

La riscrittura di un mito western (in chiave horror) in Recchioni-style

Nel 1973, l’oggi compianto Sam Peckinpah girò un film di due ore destinato a segnare la storia del genere western. La pellicola in questione, Pat Garrett & Billy the Kid, dopo film come Sfida nell’alta Sierra (1962) e Il mucchio selvaggio (1969), continuava la personale riscrittura del genere western da parte del regista, il quale presentava degli antieroi come protagonisti dei suoi lavori. E che attori, signori: James Coburn nella parte dello sceriffo Pat Garrett e Kris “country music man” Kristofferson in quella di Billy the Kid. La leggenda vuole che la sceneggiatura di questo film sia stata oggetto di infinite discussioni prima e feroci recriminazioni poi tra il regista e Rudy Wurlitzer – altro mostro sacro della scrittura – futuro collaboratore di Bertolucci e di tanti altri registi. La colonna sonora fu composta dal grandissimo Bob Dylan, artista che in quel periodo stava conoscendo un piccolo momento di stanca artistica: il suo ultimo lp era datato 1971 ed era stato il vendutissimo Greatest Hits Vol. II. Questa esperienza fu utilissima per il cantautore americano (il quale ebbe anche una particina nel film): riaccese, infatti, in lui l’entusiasmo di fare musica, tanto che ritornò a comporre capolavori (nel disco che porta il titolo del film, infatti, è contenuta la celeberrima Knockin’ On Heaven’s Door, canzone simbolo di quegli anni). 
Queste le premesse cinematografiche, musicali e artistiche in senso lato. Perché ve ne parliamo oggi, vi starete chiedendo. La risposta è perché in questi giorni, in edicola, in fumetteria e sul sito dell'Editoriale Cosmo, è possibile acquistare la riedizione di Garrett. Ucciderò ancora Billy the Kid, ormai un classico del fumetto d’autore italiano, scritto da Roberto Recchioni e disegnato da Riccardo Burchielli, Cristiano Cucina e Werther Dell’Edera (uscito in edizione originale con le copertine da infarto di Massimo “Mr. Cover” Carnevale).


Il volumone di 208 pagine edito dalla ottima Cosmo, ripropone oggi – alla modica cifra di 5,90 sacchi – la storia originale di 193 pagine scritta da Recchioni, il tutto arricchito da una splendida copertina nuova di zecca ad opera di Burchielli e De Felici. Un’ottima occasione per chi, all’epoca, era troppo giovane o pensava magari che i fumetti fossero “pupazzi” (Ah! Sigh! Quanta pazienza ha avuto il Sommo…) senza importanza! In questo romanzo a fumetti il buon RRobe ha dato davvero il meglio di sé, secondo chi scrive. È riuscito ad associare al piacere per la lettura e al puro intrattenimento la riflessione, che spesso è la grande assente nel panorama del fumetto. In quanti di voi avevano, magari all’epoca della prima edizione dell’opera, colto i riferimenti ai nativi americani, alla questione della schiavitù, e la feroce critica dell’autore al feroce imperialismo coloniale e allo spietato capitalismo economico? La sottile ma continua allusione allo sterminio degli indigeni a opera dei bianchi è sotto i nostri occhi fin dal principio. Tra pellerossa (i cosiddetti “indiani” d’America) e pelleossa (gli zombie della nostra storia) c’è solo una “r” di differenza. Quindi, come nella storia reale i pellerossa vengono attaccati e distrutti dalla ferocia dell’uomo bianco, in Garrett i pelleossa vengono affrontati dall'esercito governativo per essere spazzati via dalla faccia della terra o, al massimo, ridotti in schiavitù (perché lavorano senza mai stancarsi). In entrambi i casi è la lotta contro l’altro da sé, contro il diverso, contro chi è più debole e facilmente sfruttabile a farla da padrone. Ecco, in breve, l’antefatto di Ucciderò ancora Billy the Kid (davvero utile per comprendere a fondo tutte le sottotrame della storia di Recchioni e per godere appieno della sua lettura). 


Sul finire del 1800, vicino al confine col Messico, lo sceriffo Pat Garrett è alla ricerca del bandito William Bonney, meglio noto come Billy the Kid. Nell’aria c’è uno strano senso di déjà-vu e un odore di carne in putrefazione: per colpa (o per merito, sta a voi decidere!) di un sortilegio a opera della vecchia strega che Charlotte – la moglie di Billy – chiama mama Cecilia, i morti ritornano dalle loro tombe e camminano sulla terra, proprio come i vivi. Perché déjà-vu? Perché il nostro Garrett ha già ucciso Billy in passato, solo che adesso anche il suo ex socio in scorribande e omicidi ha deciso di ritornare dall’aldilà e quindi va fermato una seconda volta (da qui il titolo dell’opera).Pat e Billy, in un tempo in cui erano amici e “colleghi”, avevano messo a ferro e fuoco tutto il territorio al confine con il Messico per conto di Chisum, proprietario terriero senza scrupoli, il quale, senza pensarci due volte, aveva assoldato la terribile coppia per fare piazza pulita della concorrenza. E i due, tra una pistolettata e una cavalcata, avevano fatto il lavoro, anche con troppo zelo. Billy, il più giovane e ingenuo dei due, indomabile e meno navigato, aveva continuato a uccidere anche dopo che Chisum si era alleato con i federali e aveva deciso di smettere con le scorrettezze a viso aperto. Per questo il loro ex datore di lavoro ordina a Garrett di tradire e di uccidere il suo amico e Pat, diventato nel frattempo sceriffo, compie anche l’ultimo lavoro – pagato davvero bene – per Chisum e uccide a tradimento Billy, il quale, ora che è tornato dal regno dei morti, grida vendetta. Questo è l’antefatto. 



A voi scoprire tutti rimandi letterari e cinematografici (chi ha detto Romero?!) che il RRobe ha inserito in questo romanzo a fumetti, tutto pervaso di una forza narrativa esplosiva. I disegni di tutti e tre gli artisti coinvolti (Burchielli, Cucina e Dell’Edera) sono brutali, oscuri, sporchi e trasudano dolore, proprio come tutti protagonisti di questa storia (per altro caratterizzati in modo straordinario dall’autore romano) e proprio come il mondo immaginario (ma non troppo) in cui agiscono. Di indicibile, struggente e brutale passione è il triangolo tra Pat, Billy e Charlotte, un tempo moglie del secondo, poi donna del primo e infine compagna di un terzo incomodo legato al passato di Pat. Una passione che va oltre la morte, tanto che il buon Billy arriva a dire (a p. 157), al suo compagno pelleossa Miguel, «È l’amore, e non la ragione, che è più forte della morte, amico mio». Notevole, non c’è che dire. «Tutte cazzate», risponde sdegnato il compare. Altrettanto notevole, certo. Sincero e sempre caratterizzato dal rispetto reciproco e dalla solidarietà di un tempo, il rapporto tra i due protagonisti: Pat e Billy si inseguono a vicenda, per 190 pagine, per ammazzarsi a vicenda ma, nonostante le tante occasioni – da una parte e dall’altra – ogni volta prevale l’antica amicizia e cade l’idea dell’omicidio (che sarebbe suicidio: la morte fisica dell’uno comporterebbe la morte spirituale dell’altro, come dimostrato dall’abisso di perdizione e di vuoto nel quale si trova a naufragare Pat dopo la prima uccisione di Billy).

Un classico moderno. Non lasciatevelo sfuggire. Recchioni al suo meglio.


RolandoVeloci



“GARRETT. Ucciderò ancora Billy the Kid”
SERIE: Cosmo Serie Nera
NUMERO: 7
DATA: marzo 2014
COSMO EDITORE

SOGGETTO e SCENEGGIATURA: Roberto Recchioni
DISEGNI E CHINE: Riccardo Burchielli, Cristiano Cucina, Werther Dell’Edera 
COPERTINA: Riccardo Burchielli e Lorenzo De Felici

Post più popolari