Alain e i Rom

Esplorando i confini del fumetto con il documentario semi-fotografico di Guibert, Keler e Lemercier


“Se uno sconosciuto suonasse alla mia porta, entrasse e cominciasse a fotografare la mia camera da letto, anch’io probabilmente lo sbatterei fuori.” 
Sono pensieri di Alain Keler, fotografo che decide di addentrarsi nel difficile mondo dei Rom, e si rende conto di violare in qualche modo dei posti che difficilmente "noi" etichetteremmo sotto il solenne nome di "abitazione". 
“Perché sono qui dove non succede nulla, a scattare foto che nessuno aspetta?”.
Nel bel mezzo del viaggio, si fa prendere dallo sconforto di non sapere che direzione prendere, dove andare a parare. Eppure, Alain non si fa fermare da tali riflessioni: decide di entrare nei quartieri, nelle baraccopoli, nelle roulotte, nelle “camere da letto” degli emarginati, degli invisibili della nostra società. Dalla sua voglia di raccontare il modo di vivere della “prima minoranza etnica del continente europeo”, unita all'abilità fumettistica dell’immenso Emmanuel Guibert (già autore della trilogia di "La guerra di Alan"), nasce "Alain e i Rom", pubblicata in Italia prima a puntate su “L’internazionale” e poi in questo volume da Coconino Press, con il patrocinio di Amnesty International – Sezione Italia
Come già accadeva per la fondamentale graphic novel "Il fotografo", Guibert, coadiuvato dal grafico/colorista Frédéric Lemercier, compone l’opera con un mix di foto e disegni, in modo che una stessa sequenza diventa un misto di realtà pura ed elaborazione della realtà, significativamente condotto sul bianco e nero delle foto e sui vari colori dei disegni.

In sostanza, un fumetto talmente vicino alla realtà da confondersi con essa e farsi veicolo del mondo che ci circonda. Senza perdere mai, trattandosi di autori preparati ed in gamba, la linea del racconto/reportage, con un messaggio ben chiaro già dalla scelta stessa del titolo.

E l'elemento al contempo più affascinante ma anche più traumatico di questo viaggio è il fatto che si svolga nella "nostra" Europa. Di più, uno dei capitoli si svolge proprio in Italia, nel sud, a Lamezia Terme. Insomma, sotto il nostro naso ci sono mondi che noi ignoriamo, per mancanza di tempo, per mancanza di interesse, per disgusto verso stili di vita così lontani dai nostri. Eppure anche ciò che ignoriamo, con notevole stupore da parte dei più furbi, esiste. Si intaglia il proprio spazio. Magari misero, ai limiti dell'umano, senza prospettive di futuro e senza radici territoriali. 

Fino a che punto tutto ciò sia una scelta e da che punto in poi si diventi "zingari" per ruolo sociale prestabilito, non è così facile da definire. E lo stesso viaggio di Alain non è di certo cosa semplice. Non c’è integrazione, non c’è dialogo, non c’è convivenza e condivisione di luoghi, alla base di questi “incontri” con il mondo dei Rom.



Alain per addentrarvisi ha bisogno spesso di intermediari, che facciano da ponte tra i mondi, come Nada, assistente sociale Rom che si occupa di seguire l'istruzione e la salute di coloro che vivono nei campi Rom, e guida il nostro Alain tra i profughi kosovari di Belgrado. Infiniti personaggi, infiniti spaccati di volti che facciamo presto a dimenticare se incrociati per strada, più difficilmente invece dimenticheremo dopo averli visti impressi nell'inchiostro.

Il pregio del volume, oltre al valore dei vari capitoli in sé, sta anche nel valido apparato redazionale, dall'introduzione di don Luigi Ciotti alla chiusura di Amnesty International, dalle note dello stesso Alain Keler (con aggiunte sia in prosa che fotografiche) ai consigli per ulteriori approfondimenti anche online sul tema. Perché, lungi dall'essere esaustivo su un argomento così complesso, un volume del genere deve sempre e soprattutto porre più domande che dare risposte.
Giuseppe "Giuppo" Lamola





"Alain e i Rom"
Data di pubblicazione: novembre 2011
Editore: Coconino Press
Fotografie e reportage: Alain Keler
Scritto e illustrato da: Emmanuel Guibert
Grafica e colori: Frédéric Lemercier
Titolo originale: Des nouvelles d'Alain

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