BRENDON #85

Chiaverotti: un nome, una garanzia.



Ma come si fa, dico io?! Come si fa a scrivere da ventitre anni (tanti ne sono passati dal suo esordio bonelliano, e che esordio! “Il buio” DYD n° 34, luglio 1989 per i disegni di Pietro Dall’Agnol) sempre storie splendide?
Quale sarà il segreto del divo Claudio?! Che sia anche lui un adepto della Luna nera
O forse è un potentissimo stregone che senza fatica alcuna e grazie a qualche potente pozione riesce a ideare trame sempre avvincenti senza mai deludere lo zoccolo duro dei sui fan affezionati?
Non lo sapremo mai, purtroppo! Anzi, no! Forse è meglio così. Perché questo senso di sicurezza, che ci accompagna ogni volta che in edicola scorgiamo una nuova copertina a firma Rotundo (grazie maestro! È sempre un immenso piacere poter godere del suo lavoro), noi bonelliani d.o.c. lo proviamo solo con “Brendon”, c’è ben poco da fare!
Questa è l’unica serie ad uscire a frequenza sostenuta che sia scritta sempre e soltanto dal suo ideatore, e questo – credetemi – non è poco.
Tex”, “Zagor”, “Dampyr”, “Dylan Dog”, “Nathan Never” sono tutte serie di qualità altissima, per carità… ma è innegabile che spesso e volentieri si inciampa in una storia gaglioffa e la ragione è semplicissima: non tutte le storie sono scritte dalla stessa mano, dall’ideatore o dal curatore magari. Forse solo per “Julia” e “Magico Vento” (buon anima… sigh!) si può parlare di una stessa qualità media così alta! Il livello di coerenza narrativo-macrotestuale che si ritrova nell’epopea brendoniana è davvero inarrivabile.
Ma non perdiamoci in lungaggini che lasciano il tempo che trovano e a torniamo a parlare dell’albo appena uscito.


Alle matite e alle chine torna una vecchia conoscenza di “Brendon”, l’ottimo Gianluca Acciarino il quale, con questo albo, arriva alla sua ottava prova sulla serie regolare senza contare il suo ottimo speciale (il numero 5, datato luglio 2007).
Ai testi, manco a dirlo, il divino Claudio Chiaverotti che sta portando avanti ormai da molto tempo una solida trama che sembra avviata, se non proprio alla conclusione, ma almeno a significativi chiarimenti.
Come sempre, numerosissimi i rimandi alle opere precedenti (si vedano almeno i numeri “La scelta di Morrigan” 73 e “Il serpente e lo stregone” 63, “Destino di sangue” 58 disegnati da Acciarino, “Le lacrime degli innocenti” 45 di Cristiano Spadavecchia e l’indimenticabile “Il soffio dell’aldilà” 18 dell’immenso Luigi Simeoni): utili ma non indispensabili (questo lo scrivo per non spaventare chi si volesse avvicinare alla serie ora) per comprendere pienamente la materia dell’albo.
Brendon sta organizzando una resistenza contro Zeder e la Luna nera e, paese dopo paese, locanda dopo locanda, arruola sempre nuovi soldati di ventura che - affascinati dalle sue parole - decidono di mettersi al servizio del bene per combattere contro le forze delle tenebre quando sarà il momento.


Ma la parte più importante di questo albo riguarda la vita privata del nostro amato cavaliere: Brendon – spaventato da un incubo (ma è un incubo?) - si reca a Doombar a far visita alla sempre splendida Florence e alla piccola Daisy e decide di rivelare a quest’ultima di essere suo padre. La ragazzina non reagisce granché bene e riversa su Brendon fiumi di lacrime e oceani di insulti. Il nostro eroe - per rassicurarsi circa gli incubi che assalgono lui e le ragazze - decide di portare Florence e Daisy da Es (ve lo ricordate? Proprio lui!) - il potente sciamano che vive sui Picchi rocciosi – e una volta giunti sul posto il suo amico gli rivela che Zeder non alberga in nessuno di loro.


Confortato dalla scoperta, il nostro si separa dalle sue donne e mentre si reca allo stadio di Old Wembley (dove si dovrebbe tenere un grandioso raduno organizzato da Zeder per istruire gli adepti della Luna nera) passa da Gatlin, città in cui l’intera popolazione sta giocando alla terribile lotteria del destino dove tutti vincono qualcosa tranne l’ultimo che non viene pescato, che perde la vita (inquietante riferimento al continuo spuntare di lotterie di ogni tipo, monopolizzate dal governo in Italia, vero Claudio? Che opera meravigliosa: agisce sul nostro tessuto sociale ambientando fatti simili in un futuro distopico…).


Arrivato a Old Wembley, Brendon ha un incontro molto particolare con Zeder, il quale illustra la sua nuova strategia al nostro eroe. Di che cosa si tratta? vi basti solo sapere che:


« […] nessun sovrano vuole regnare su pochi sudditi morenti […]».


Anche questo è “Brendon”, anche questo è Claudio Chiaverotti.
Audace lettura e occhio al serpente che non morde… è il più velenoso!

ROLANDOVELOCI


in breve >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

BRENDON serie regolare n. 85

SERIE: BRENDON
NUMERO: 85
DATA: GIUGNO 2012
SERGIO BONELLI EDITORE

“La Strategia del Serpente”
COPERTINA: Massimo Rotundo
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Claudio Chiaverotti
DISEGNI E CHINE: Gianluca Acciarino

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